30 Ott [8:30]
La Haas fa tappa a casa,
ma la crisi non si è interrotta
Jacopo Rubino - Photo4
Per la Haas è la vigilia del Gran Premio di casa, quello degli Stati Uniti, dove in tre partecipazioni è entrata in top 10 soltanto nel 2016. Replicare sarà dura, perché da metà stagione la scuderia americana è stata inghiottita in una vera e propria crisi tecnica. Nelle ultime sette gare sono arrivati appena due punti, quelli ottenuti da Kevin Magnussen a Sochi, ma per il resto è stato buio totale. Non sono bastati nemmeno i tentativi di "resettare" la VF-19, con Romain Grosjean che in un paio di weekend è tornato a utilizzare la configurazione aerodinamica portata a Melbourne. Alla fine, in Haas sembrano essersi arresi ad attendere la conclusione del Mondiale.
"La miglior notizia è che rimangono solo tre corse da disputare", ha ammesso il team principal Gunther Steiner. "Se non altro, per i long run, è positivo aver identificato un difetto di base nell'aerodinamica. Con i cambiamenti regolamentari di quest'anno siamo andati nella direzione sbagliata, non lo abbiamo capito in modo chiaro e abbiamo preso una strada che non ci permette più di sviluppare la macchina. Siamo in un vicolo cieco. Ce l'abbiamo messa tutta, ma con questa impostazione non avrebbe funzionato".
A più riprese il manager altoatesino aveva criticato il comportamento dei pneumatici Pirelli, ma non adesso. "Il problema è l'aerodinamica, non voglio però puntare il dito contro nessuno. Incolpo la squadra, e una grossa parte della responsabilità è mia. Mi accuso anche per non aver visto la mancanza di progressi negli aggiornamenti portati".
Entrambi eliminati in Q1, Magnussen e Grosjean in Messico hanno terminato rispettivamente 15esimo e 17esimo. Non c'erano particolari speranze di raccogliere risultati significativi. "Abbiamo fatto il meglio che potevamo, senza commettere errori. Semplicamente, la monoposto non andava più di così. Sin dall'inizio sapevamo che la situazione sarebbe stata questa", ha raccontato Steiner. "Ma non significa che molleremo". Anche perché c'è appunto da affrontare la tappa di casa, ad Austin.
Sul profilo tecnico il tracciato texano è considerato "più convenzionale" rispetto a quello messicano, potrebbe essere d'aiuto. E poi c'è il desiderio di ben figurare negli USA, dove la Formula 1 negli ultimi anni "ha fatto progressi" a livello di pubblico. Per Steiner uno dei motivi sta proprio nella volontà del patron Gene Haas di creare una scuderia a stelle e strisce. Anche se il suo quarto campionato si sta rivelando il più complicato.