Jacopo Rubino - Photo4A Melbourne, la prima conferenza stampa della Formula 1 2019 è stata sicuramente diversa dalle altre.
L'improvvisa scomparsa del direttore di gara Charlie Whiting ha calamitato i pensieri del paddock, così come dei cinque protagonisti presenti: Sebastian Vettel, Lewis Hamilton, Daniel Ricciardo, Max Verstappen e Robert Kubica. Il ferrarista, come ritratto in alcuni scatti fotografici, appena ieri si era intrattenuto a parlare con il delegato FIA. "Avevamo camminato insieme per le prime curve del circuito, è difficile da comprendere. Era un po' il nostro uomo, l'uomo dei piloti, gli si poteva chedere tutto", ha affermato. Fa effetto il racconto di Kubica: il polacco ha visto Whiting a colloquio con Vettel, avrebbe voluto parlargli a sua volta, ma ha preferito non interromperlo in attesa di ritrovarlo al briefing del venerdì. Poi è accaduto l'inimmaginabile. "Era una persona di cui ci si poteva fidare", ha rimarcato il portacolori della Williams.
"Per noi c'era sempre, e gli abbiamo reso la vita difficile. Ma sentivamo fosse dalla nostra parte, avremo ricordi piacevoli di lui. In questo weekend correremo con passione per rendergli onore", ha aggiunto Ricciardo. "Era un pilastro, ci ha dato tantissimo", ha affermato Hamilton, mentre con grande profondità Verstappen (il più giovane del quintetto) ha sottolineato: "Bisogna apprezzare ogni mattina in cui si sveglia, godersi la vita, che non è solo la F1. Qualche settimana fa avevamo fatto una bella chiacchierata a Ginevra".
Dal punto di vista emozionale, è stato significativo anche il piccolo applauso spontaneo che i colleghi hanno tributato a Kubica per il suo ritorno nel Mondiale. Un gesto nato mentre Ricciardo diceva: "Non sappiamo cosa ha dovuto attraversare per essere di nuovo qui, è la testimonianza del suo carattere". Poco prima, il polacco aveva fatto sorridere alla richiesta di un parere sul punto assegnato per il giro più veloce: "Non credo ci riguardi...", considerata la crisi prestazionale della sua squadra.
Un concetto comune espresso è l'incognita sui valori in campo, in attesa di affrontare il tracciato dell'Albert Park. In realtà, ha sostenuto Hamilton, "un quadro più completo lo avremo dopo alcune gare". Il suo antagonista Vettel è apparso fiducioso, pur senza sbilanciarsi troppo: "In questo momento siamo tutti prede e cacciatori allo stesso tempo. Ma speriamo di andar via da qui come prede, vuol dire che saremo stati davanti". Per il tedesco, la Ferrari parte più preparata rispetto al 2018, confessando che la vittoria di dodici mesi fa venne propiziata dalla fortuna.
Verstappen è ottimista sul pacchetto Red Bull Honda: "I test invernali sono stati positivi. Non abbiamo avuto problemi nell'integrazione fra motore e telaio, sono contento di come abbiamo lavorato. Si può sempre andare meglio, ma vale per chiunque". Il suo ex compagno Ricciardo, ora in Renault e al centro del tavolo, è pronto alla sfida: "I pezzi montati nella seconda settimana di prove ci hanno incoraggiato, rispetto all'inizio". Ma alla domanda se sia possibile essere finalmente il primo australiano a vincere la corsa di casa, ha confessato: "Ci vorrebbe una gara un po' pazza. Se dovessimo riuscirci, faremo qualcosa di ancora più pazzo". Un tocco di buonumore, in una giornata triste per la F1.