Michele Montesano
In occasione del Festival of Speed di Goodwood, Lamborghini ha tolto i veli dalla SC63 LMDh che, a partire dalla prossima stagione, affronterà il FIA WEC e l’IMSA SportsCar Championship. Nome altamente evocativo, quello del prototipo del Toro, che riprende le iniziali del reparto Squadra Corse seguito dall’anno di fondazione della Casa di Sant’Agata Bolognese, appunto il 1963.
Basata sul telaio Ligier LMP2, la Lamborghini è il frutto del lavoro svolto in stretta sinergia dagli aerodinamici del reparto sportivo e dagli uomini del centro stile. Pur essendo un’auto da gara, la SC63 riprende tutti i concetti stilistici delle supercar del Toro. Sia i fari anteriori, dotati del sistema DRL (Daytime Running Lights), che le luci posteriori presentano l’iconica forma a Y delle ultime vetture stradali di Casa Lamborghini. Il frontale basso, assieme al generoso splitter, permetterà di incanalare il flusso d’aria che investe il corpo vettura e alimenta le pance laterali.
Il retro dei passaruota anteriori, dotati di numerose feritoie rettangolari, riprende il disegno già visto sulla Huracan GT3. Inoltre le pance laterali presentano una presa NACA, utile a convogliare aria sull’impianto frenante posteriore, ispirata a quella dell’iconica Countach. Immancabile la pinna che, partendo dall’airbox posto sull’abitacolo, si protrae lungo il cofano motore fino a collegarsi con l’alettone posteriore, quest’ultimo dotato di paratie verticali sagomate.
Cuore della Lamborghini SC63 sarà il V8 3.8 litri in grado di sprigionare, come da regolamento, 680 Cv. Dotato di una V a 90°, il propulsore avrà i due turbo montati all’esterno delle bancate dei cilindri al fine di migliorare il raffreddamento e abbassare il baricentro complessivo della vettura. Non mancherà il motore elettrico, realizzato in monofornitura da Bosch, che supporterà la parte termica esclusivamente sull’asse posteriore.
Dal punto di vista telaistico si è cercato di trovare il giusto compromesso tra leggerezza, rigidezza e affidabilità. Le sospensioni anteriori, di tipo push-rod, sono montate direttamente sulla monoscocca per garantire una stabilità maggiore dell’avantreno oltre a rendere più facili le regolazioni. Motore e cambio sono portanti, al fine di aumentare la rigidezza torsionale, e associati a sospensioni anch’esse push-rod. Sia l’impianto frenante che il sistema di raffreddamento sono stati accuratamente studiati per garantire la massima efficienza e affidabilità anche nelle gare più lunghe.
La SC63 scenderà in pista, per la prima volta, entro il mese di agosto. Finora lo sviluppo è stato effettuato al simulatore con l’ausilio dei piloti ufficiali Lamborghini Mirko Bortolotti, Andrea Caldarelli, Romain Grosjean e Daniil Kvyat. A questi si aggiungeranno altri due nomi, per i rispettivi programmi WEC e IMSA, che verranno annunciati più avanti. Ad occuparsi della gestione in pista delle LMDh sarà l’Iron Lynx, attualmente impegnata sia nel GT World Challenge che in IMSA con le Huracan GT3.