Antonio CaruccioUna vettura semplice, ma allo stesso tempo elaborata. La nuova Ferrari SF16-H punta senza mezzitermini a riprendere la Mercedes e lottare per il mondiale 2016. Il direttore tecnico James Allison, dopo il suo approdo a Maranello, ha potuto per la prima volta esprimere il suo estro creativo su una Rossa, stravolgendo anzitutto la sospensione. Dal 2012 infatti, Ferrari si era convertita al sistema di sospensioni pull-rod, ma quest’anno si tornerà al più tradizionale push-rod. “Questa vettura è qualcosa a cui stiamo lavorando da tempo, non ci credevamo fino a quando non l’abbiamo vista prodotta e costruita davanti ai nostri occhi. Siamo estremamente orgogliosi di quanto abbiamo fatto”, dice Allison, che ha lavorato su questa vettura con Mattia Binotto, responsabile della power-unit, e Simone Resta, chief-designer (nella foto in basso con Allison).
La SF16-H è stata progettata quasi un anno fa, con la vettura rivista in cinque grandi aree: il muso, la sospensione anteriore, le fiancate dei radiatori, la power-unit ed il retrotreno. Per gestire in maniera differente rispetto al 2015 i flussi sul fondo, il musetto è stato alzato. Questa variazione è stata anche facilitata dal ritorno del puntone, o del push-rod appunto, che presenta una diversa posizione dei bracci, con migliori caratteristiche di peso, rigidezza e cinematica. Sicuramente un passo in avanti.
La carrozzeria è stata fortemente rivista nella zona delle pance e nelle prese d’aria dei radiatori, estremizzata dal punto di vista del raffreddamento con notevoli benefici in termini di utilizzo. Si è cercato di ridurre al minimo gli ingombri delle componenti, andando ad affinare il cuore di questa monoposto, snellendo il posteriore, quasi a ripercorrere la strada intrapresa dalla Honda. Non solo l’architettura del motore è cambiata, ma anche l’efficienza del propulsore è migliorata nella combustione, l’aspirazione, la parte ibrida ed il turbo. Una scelta tecnica sicuramente innovativa.
Questo alleggerimento rispetto alla precedente power-unit ha permesso di poter lavorare nella zona posteriore della vettura, intervenendo sulla trasmissione e sul retrotreno. Il posteriore risulta molto lineare ed anche il fondo ha potuto godere di questa modifica, ottimizzando i flussi che arrivano dall’anteriore e dalle pance.