Jacopo RubinoI motori sono spenti. Il mondo della Formula 1, anzi quello del motorsport in generale, sta subendo le conseguenze dell'epidemia Coronavirus. Ma adesso offre anche le sue risorse per combatterlo attivamente, dimostrando di non essere certo indiferrente alla realtà. Ad esempio contribuendo alla produzione di ventilatori polmonari per le terapie intensive, la cui richiesta è purtroppo in costante crescita a causa dell'aumento dei contagi.
La Ferrari, insieme al gruppo FCA e a Marelli, ha stretto una collaborazione con la bolognese Siare, azienda italiana di riferimento in questo ambito. Come anticipato dall'agenzia Reuters, la casa di Maranello supporterà il processo logistico e di fornitura, ma sarebbe addirittura pronta ad accogliere una parte della produzione. Proprio negli impianti dove normalmente si assemblano le vetture con il marchio del Cavallino. In questo modo si conta di portare da 150 a 300 il numero settimanale di respiratori realizzati.
Le sette squadre che hanno una sede in Gran Bretagna (Mercedes, Red Bull, McLaren, Renault, Racing Point, Haas e Williams) hanno invece risposto alla chiamata del governo londinese. Liberty Media, che sta coordinando l'operazione, sottolinea come tutti i team abbiano "capacità progettuale, tecnologia e disponibilità produttive, oltre a specializzazioni nella prototipazione rapida e nella produzione ad alto valore".
È un aspetto che va sottolineato, anche quando l'emergenza sarà terminata. L'industria del motorsport resta un grande laboratorio tecnologico e di competenze, non certo fini a se stesse e dello "spettacolo" offerto agli appassionati. Sono innumerevoli le innovazioni poi trasferite sulle auto di tutti i giorni, ma da tempo c'è molto di più: varie scuderie di F1 hanno divisioni dedicate ai progetti speciali. Anche in campo sanitario, dove ora verranno coinvolte in maniera collettiva.
Basti pensare alla Williams, il cui reparto Advanced Engineering nel 2017 presentò la Babypod 20: una incubatrice per il trasporto dei neonati in condizioni di salute critiche, persino in elicottero, con un guscio in fibra di carbonio (come i telai delle monoposto) e capace di resistere a impatti fino a 20G. L'ambiente interno mantiene una temperatura costante e neutralizza la vibrazioni esterne. Il tutto con un peso di soli 7 chili e con un prezzo addirittura inferiore rispetto alle incubatrici tradizionali.
Ci sono inoltre le iniziative immediate, altrettanto utili, come quella della Pirelli che ha donato alla Regione Lombardia, suo territorio d'origine, 65 ventilatori, 5 mila tute per utilizzo sanitario e 20 mila mascherine. Materiali che arriveranno domani all'aeroporto di Malpensa, grazie all'aiuto dei partner cinesi. Ed Exor, la holding che controlla la stessa Ferrari e FCA, è pronta ad acquistare altri 150 respiratori da importare in Italia.