Jacopo RubinoQuesta volta la Mercedes ha scelto di intervenire in prima linea, per ribadire di non voler lasciare la Formula 1 né di separarsi dal suo team principal Toto Wolff. "Le indiscrezioni che riguardano un potenziale ritiro continuano a essere infondate e irresponsabili", si legge nella nota diffusa alla stampa. "È nostra chiara intenzione continuare a competere in F1 come scuderia ufficiale Mercedes-Benz nei prossimi anni, e di farlo con il nostro dirigente Toto Wolff". Ma perché è stata necessaria questa comunicazione da parte del gruppo Daimler?
Alcuni media in Germania,
tra i quali la Bild, nella giornata di ieri hanno rilanciato su un argomento di cui si mormora ormai da qualche mese: i futuri piani della casa di Stoccarda e di Wolff, che detiene il 30 per cento della squadra ma ha pure un contratto da rinnovare. Il quadro descritto è intricato e include anche Lawrence Stroll, boss della Racing Point e ora a capo di Aston Martin.
Secondo quanto si legge, Wolff a fine stagione 2020 lascerebbe il ruolo di team principal, ma restando legato alla Mercedes con un incarico da supervisore e senza cedere le sue quote. Qualcosa di simile a ciò che era Niki Lauda. In parallelo, si potrebbe verificare uno scambio azionario: il magnate canadese Stroll prenderebbe il controllo della scuderia di F1 con sede a Brackley, Mercedes una fetta più ampia di Aston Martin, di cui da tempo ha già il 5% ed è fornitrice dei motori per le auto stradali. Il nuovo CEO del costruttore britannico, Tobias Moers, è stato del resto un fedelissimo della Stella, dove è arrivato ad essere presidente della divisione sportiva AMG. E lo stesso Wolff ne ha già acquistato una piccola parte, per un investimento definito a titolo personale.
Questo non sarebbe in contraddizione con il comunicato rilasciato da Mercedes: semplicemente, verrebbe ceduta la maggioranza del team campione in carica a Wolff e Stroll, già in ottimi rapporti, trovando così nuove fonti di finanziamento. E forse non verrebbe nemmeno cambiato il nome. Intanto, è stata applaudita l'introduzione del budget cap e di altre misure a favore della sostenibilità economica del Mondiale, ritenute "giuste". Un tema su cui Mercedes è però rimasta a lungo e stranamente silenziosa, a differenza delle rivali Ferrari e Red Bull che non volevano un limite troppo basso.
In tutto questo, ci si chiede che ne sarebbe della Racing Point, che nel 2021 sarà (o dovrebbe essere?) trasformata appunto in Aston Martin: ci sarà una repentina cessione, o sarà sempre più una compagine satellite di Brackley?