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7 Nov [16:01]

Mercedes, un crollo inatteso
La delusione di Toto Wolff

Massimo Costa - XPB Images

Essere sorpassati in tromba, in pieno rettifilo, da una Alpine e da una Alpha Tauri. No, non stiamo parlando della Haas o della Sauber, bensì della Mercedes. Sì, quella monoposto nera che nel Gran Premio degli USA ad Austin aveva impressionato con il secondo posto finale di Lewis Hamilton, poi cancellato dalla squalifica per il pattino del fondo consumato, ma la prestazione era rimasta ben stampata nelle nostre menti. E poi, ancora, la seconda posizione sette giorni dopo ottenuta sempre da Hamilton a Città del Messico.

Ebbene, a San Paolo, al termine del trittico di trasferte nel continente Nord, Centro e Sud America, la Mercedes ha vissuto una giornataccia stile 2022. La W14 pareva avesse una aerodinamica di un camion tanto era frenata in rettifilo tra lo stupore, o il disappunto, di un incredulo Hamilton che non è riuscito a far meglio della ottava posizione, eguagliando il suo peggior piazzamento che aveva ottenuto a Spielberg. Anche George Russell, ben più agitato di Lewis via radio col suo ingegnere, ha conosciuto una gara sofferta come non mai. Dopo il secondo pit-stop, appariva più rapido di Hamilton, che lo precedeva e non si è capito il motivo per cui dal box Mercedes non è partito un ordine di squadra. Ma dopo poco, le prestazioni sul giro di Russell sono letteralmente crollate uscendo dalla zona punti fino al ritiro per un problema alla power unit.

Toto Wolff pareva una statua seduto nella sua tradizionale postazione, davanti ai monitor, all’interno del box attorniato dagli ex piloti di F1 Jerome D’Ambrosio (che in realtà non corre più e dopo l’esperienza in Formula E con la Venturi come CEO e team principal, ora affianca il boss come responsabile del programma Junior) e Mick Schumacher, riserva Mercedes. Non credeva a quel che vedeva Wolff, che nei giorni scorsi ha dato il ben servito a Mike Elliott, progettista, dopo 11 anni. Elliott era il responsabile tecnico delle ultime due monoposto della Mercedes, ovvero le più disastrose dell’ultimo decennio, e non per niente era stato spostato in altro ruolo lo scorso aprile per far posto al rientrante James Allison.

Ma i problemi di base della W14, pur ampiamente modificata nel corso della stagione, sono talmente forti che le prestazioni non riescono a essere lineari. Proprio come accade con la SF23 della Ferrari. Ed ora in Mercedes sale la preoccupazione perché il secondo posto nel campionato costruttori non è affatto certo. La Ferrari ha rosicchiato due punti e si è portata a meno venti con due gare da disputare e chissà che poteva accadere se Charles Leclerc non fosse stato affossato da quel problema idraulico nel giro di ricognizione. Qualche punto lo avrebbe portato a Maranello il monegasco aumentando le speranze Ferrari nella volata finale con Mercedes.

Wolff ha commentato laconicamente: “E’ stata una prestazione molto deludente. La scorsa settimana siamo andati sul podio in Messico, a San Paolo nulla ha funzionato. Di solito nei weekend con il format delle gare Sprint, non siamo brillanti, ma questa volta è andata ancora peggio come non mai. Sono dispiaciuto per i miei piloti che si sono impegnati al massimo guidando una monoposto che era sul filo del rasoio”.
RS Racing