Jacopo RubinoDici "Monza 2008" e pensi a qualcosa di epico, nella storia della Formula 1: il trionfo della piccola Toro Rosso e di Sebastian Vettel, il primo della sua carriera. Dodici anni dopo l'ex Minardi si è ritrasformata in AlphaTauri, e sempre al Gran Premio d'Italia ha scritto una nuova pagina indimenticabile con Pierre Gasly. Un'altra vittoria, un incubo per i bookmakers se qualcuno ha davvero scommesso su un risultato del genere. Il pilota francese dodici mesi fa si doveva riassestare dal contraccolpo della retrocessione nel team di Faenza, dopo metà stagione in Red Bull, ora si gode la gloria.
"È incredibile, in questi diciotto mesi ho vissuto tantissime emozioni. Mi sono concentrato molto quando sono tornato in AlphaTauri. Giorno dopo giorno ci siamo migliorati diventando sempre più forti. Lo scorso anno in Brasile questa squadra mi ha regalato il mio primo podio in Formula 1, ora è arrivata anche la mia prima vittoria. In Italia, a Monza, con una squadra italiana!". Senza dimenticare che Gasly, primo transalpino a vincere un GP dopo Oliver Panis nel 1996 a Montecarlo, ha scelto di vivere proprio nel nostro Paese, prima a Bologna e ora a Milano.
Ieri Gasly e AlphaTauri hanno avuto fortuna, avendo effettuato il pit-stop giusto un giro prima dello stop di Kevin Magnussen che ha chiamato la safety-car: quell'episodio ha trasformato una domenica che sembrava ordinaria amministrazione per Lewis Hamilton, in qualcosa di pazzo e spettacolare. Ma il 24enne transalpino ha legittimato sul campo la sua opportunità, di quelle che capitano una volta nella vita. E che possono cambiare un'intera carriera: balzato al comando non ha commesso sbavature, controllando l'avvicinarsi di un affamato Carlos Sainz che è diventato via via sempre più minaccioso, ma non abbastanza per attaccare.
"Nel finale sapevo quanto mi sarei sentito frustrato se avessi perso, non sarei stato contento della seconda posizione. Ho dato tutto quello che avevo. È stato difficile, ho spinto al massimo all'inizio dello stint per non dare a nessuno la scia. Gli ultimi cinque giri sono stati molto intensi e ho rischiato grosso una decina di volte, perché spingevo davvero al limite. Le mie gomme erano praticamente finite, ma volevo fortemente questa vittoria". Ed è arrivata. Da questo momento diremo "Monza 2020" e sarà per sempre la giornata di Pierre Gasly, e dell'AlphaTauri. Che ha proprietà austriaca, sì, ma anima comunque tricolore: basti ripensare a tutti i meccanici che hanno cantato l'Inno di Mameli sotto al podio.
Adesso quale futuro attende Gasly? Già da qualche tempo si parlava di una seconda chance in Red Bull Racing, grazie a un andamento di tutto rispetto a prescindere dall'exploit monzese, e la fase opaca di Alex Albon. "Penso che sarei pronto, ma non sta a me decidere", ha commentato Pierre all'idea di tornare nella compagine maggiore. Franz Tost, team principal AlphaTauri, vorrebbe però tenerselo stretto: "Sono abbastanza ottimista che rimanga con noi". Magari per creare un binomio indissolubile.