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8 Ago [15:35]

"Non è la nostra gara" è la nuova
macchiettistica frase che impera in F1

Massimo Costa - XPB Images

In questa strana F1 che si inventa le inutili gare Sprint, che pensa addirittura di creare una sorta di Balance of Performance (idea uscita da alcune menti che hanno partecipato alla riunione motoristica tenutasi Spa), che conta i sorpassi finti innescati dal DRS e quelli ai box pavoneggiandosi su questo argomento, che scioccamente non vuole avere più di dieci squadre e si gonfia il petto perché arriva l'Audi (ma solo come motorista) e sembra non volere il team Andretti appoggiato da General Motors, non poteva mancare una distorsione mentale non da poco. Quale? Questa: "Non è la nostra gara".

Questa tipologia di messaggi, ci è toccato ascoltari durante alcuni Gran Premi nelle discussioni che intercorrono fra il pilota e il proprio ingegnere, o nelle dichiarazioni finali dei piloti o dei team principal. Stiamo parlando di F1, ovvero la categoria massima assoluta del motorsport, ma siamo arrivati a questo, a... "Non è la nostra gara". E di chi sarebbe, viene da chiedersi. Accade che, travolti dalle strategie che coinvolgono le varie mescole da impiegare nel corso di un Gran Premio e dai dati che emergono furiosamente sui loro computer, gli ingegneri dimenticano che si sta disputando una corsa di F1 e sembrano essersi calati in una sorta di 24 Ore di Le Mans.

Di esempi ce ne sono una infinità: "Lascialo andare che non è la nostra gara", "Fallo passare che è più veloce". E attenzione, non si parla dei compagni di squadra, ma dei rivali. Cioè, in F1 ci si rifiuta anche solo di provare a lottare in nome del consumo di queste odiose gomme (non ce ne voglia la Pirelli, non è certo colpa loro) che potrebbero consumarsi prima del previsto se un pilota si azzarda a fare il suo mestiere, che è quello di difendersi da un avversario che tenta di superarlo.

Possibile che nessuno, sottolineamo nessuno, invochi una diversa e più semplice soluzione dell'utilizzo degli pneumatici che sono divenuti i veri protagonisti di un Gran Premio? Sul serio, nessuno tra Liberty Media, FIA, squadre, stampa, comprende una simile assurdità? Che poi, si trasferisce in maniera semplicemente arlecchinesca anche alle categorie di Formula 2 e Formula 3, quelle dove i piloti dovrebbero dare ad ogni giro il cento per cento e, invece, si ritrovano con la calcolatrice in mano pure loro.

L'esempio più clamoroso del "Non è la nostra gara", lo si è visto a Silverstone. Lando Norris e la McLaren, attraversati da un momento di magia pura, si erano impossessati della prima posizione. Soltanto al 5° giro e con l'aiuto del DRS, Max Verstappen e la Red Bull sono riusciti a passare al comando. Ma come ci sono riusciti? Lottando? Con un sorpasso ardito? No, affatto. Norris ha messo la freccia a destra, come fosse al volante di un furgoncino che viaggiava nella quarta corsia di sorpasso nella autostrada Bologna-Modena, per far passare vetture più veloci sfarettanti.

Nessuna difesa, quasi si scusava Norris per essere in prima posizione. Ma la cosa divertente, è che la McLaren ha tenuto costantemente il passo della Red Bull, al 48° giro il divario tra Verstappen e Norris era di soli 3"9, sul traguardo al giro 52, 3"7 separavano i due protagonisti. Alla luce di quanto verificatosi in pista, è chiaro come il sole che Norris poteva infastidire Verstappen, tenerlo dietro di sè il più possibile, tentare una reazione a sorpasso avvenuto. E che poteva giocarsela fino in fondo per la vittoria.

Invece, il team principal Andrea Stella con l'animo dell'ingegnere che ha caratterizzato la sua lunga carriera in F1, era felicissimo così, forse scambiando il GP F1 di Silverstone con la 6 Ore WEC che si disputava sul tracciato inglese, ed ha pronunciato la fatidica frase: "Non era la nostra gara". Smentendo l'evidenza dei fatti. Accontentandosi, rinunciando a lottare, in nome del solito consumo delle gomme. Si rimane sbalorditi, ma è la pura realtà dei fatti.

Abbiamo anche visto come questa nuova regola del "Non è la nostra gara", si sia cementata in alcuni piloti. Verstappen è uno di questi. A Baku, con il fare del bullo del tradizionale bar dei sobborghi di Caracas, a fine corsa ha affrontato George Russell. Il pilota Mercedes aveva fatto il suo dovere lottando con l'olandese e arrivando al contatto che aveva provocato un danno alla Red Bull. Un errore quello di Russell, che ha rovinato la gara di Verstappen il quale, dopo varie minacce assortite gli ha detto "Non era la tua gara". In pratica, come ti permetti di tentare un sorpasso a me che hai una monoposto inferiore.

Questa è la F1 di questi giorni, in mano a Liberty Media che la sta trasformando in non si sa cosa con quel numero folle di appuntamenti in calendario per il 2024, in mano ad astrusi regolarmenti, in mano a direttori di gara che non intervengono mai con parità di giudizio, in mano a ingegneri che invitano i propri piloti a non combattere. Per fortuna che ogni tanto qualcuno non li ascolta tornando a rendere la F1 quel che deve essere.

 

RS Racing