Jacopo Rubino - XPB ImagesIn Formula 1 l'emergenza Coronavirus lascia in sospeso una questione fondamentale: il rinnovo del Patto della Concordia che scade alla fine di quest'anno. Ufficialmente nessun team ha ancora aderito, le prime firme erano attese in queste settimane, ma la proposta di Liberty Media ruotava attorno al cambio di regole tecniche ora posticipato al 2022. Nel 2021 si continuerà invece con le attuali monoposto, al fine di arginare i costi, anche se è stata confermata l'introduzione del budget cap. Nelle intenzioni originarie dovrebbe essere di 175 milioni di dollari, ma come già riportato Liberty e la FIA vorrebbero sfruttare l'occasione per
abbassare ulteriormente il tetto.
Auto Motor und Sport parla di una riduzione addirittura a 100 milioni di dollari, che dovrebbe però essere inclusa in un Patto della Concordia... a sua volta aggiornato. Per le compagini di seconda fascia si tratterebbe certamente di un'ottima notizia, ma le big sembrano reclutanti: significherebbe rinunciare a molti dei vantaggi competitivi di cui godono oggi.
È comunque evidente che il biennio 2020-2021 sia diventato una fase transitoria per l'intero Circus, che innanzitutto dovrà lasciarsi alle spalle le difficoltà provocate dal COVID-19. "Prima che qualsiasi scuderia rinnovi per cinque anni, dobbiamo tutti sapere se usciremo da questa crisi. Adesso non è un argomento di cui si parla, ci sono cose più importanti", sono le parole di un team principal rimasto anonimo ai microfoni del settimanale tedesco. Segno che, probabilmente, la definizione del nuovo Patto della Concordia subirà qualche slittamento.
Viste le circostanze, l'idea di Liberty sarebbe quella di offrire alle squadre un "contratto ponte", valido solo per il prossimo campionato. In questo modo la proprietà americana guadagnerebbe tempo per disegnare il futuro assetto commerciale, sciogliendo vari nodi di carattere burocratico. Dall'altro lato, i team non sarebbero ancora chiamati a impegnarsi a lungo termine, con tutte le incognite del caso. Vale soprattutto per i grandi costruttori, legati alla volontà dei consigli di amministrazione, e forse per la Haas, il cui patron
non ha dato certezze assolute sul proseguimento dell'avventura nel Mondiale.