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23 Ago [19:49]

Nurburgring, gara: Lola-Aston nella noia

Non si può certo dire che questa edizione della 1000 KM del Nuerburgring sia stata esaltante. Non bastano il sole, una temperatura da spiaggia e i mille divertimenti del nuovo mega-impianto sorto in appena un anno al di là del rettifilo dello storico impianto dell’Eiffel, per compensare uno spettacolo un po' sciapo in pista (per fortuna, non in tutte le categorie). L’assenza delle grandi case, Audi e Peugeot, s’è fatta sentire, eccome, e ha praticamente svuotato di senso la gara nella classe regina, la LMP1 (e a vedere le nuove regole emesse dall’ACO per il 2010, che riducono il gap fra le vetture diesel e benzina, non è detto che i due maggiori construttori si affrettino a tornare...).

La Lola Aston Martin ha così piazzato le sue tre vetture nei primi tre posti senza alcun problema. Partiti dalla pole e sempre in testa, Stefan Mücke-Jan Charouz-Tomas Enge hanno vinto senza colpo ferire, mai impensieriti dalla vettura dei compagni Turner-Primat, sempre vicina ma visibilmente costretta a non attaccare. E ora, dopo questo secondo successo stagionale, il trio di punta del team coi colori Gulf recupera anche la leadership in campionato e si posiziona al meglio per il titolo. La terza vettura della Prodrive, al debutto in Germania con Buncombe-Hall-Ramos, partita relativamente dietro, ha tranquillamente rimontato per andare a completare il podio.

Le uniche potenziali rivali hanno fatto cilecca: ritiro dopo appena 35 giri per la Pescarolo di Boullion-Collard-Tinseau (motore) mentre la Lola Aston del team Speedy, con Belicchi-Fässler-Prost, a lungo terza, ha poi perso un’ora e un quarto ai box per problemi elettrici. Sfortunata la prestazione della Lavaggi, ko dopo 21 giri per una perdita d’olio al motore, un guasto che non rende giustizia agli sforzi e alla passione del pilota-costruttore siciliano.

Poca suspense per la vittoria anche in LMP2, ma qui almeno le piazze d’onore sono state combattute sino alla fine. La Ginetta-Zytek del Quifel ASM di Amaral-Pla è inavvicinabile e le manca solo un punto per raggiungere la certezza matematica del titolo. Gli unici a poterla ancora battere (ma ci vorrebbe un mezzo miracolo) sono rimasti Giacomo Piccini, Andrea Ceccato e Filippo Francioni, gli alfieri della seconda Lola-Judd Racing Box, nuovamente secondi come in Portogallo, dopo una gara praticamente perfetta. Sul terzo gradino del podio ci sarebbe dovuta essere l’altra vettura del team novarese, quella dei più blasonati Andrea Piccini-Matteo Bobbi-Thomas Biagi, ma la perdita di una ruota a sette giri dalla fine le è costata tre posizioni, dopo aver dovuto partire dal fondo della griglia (per la sostituzione del motore) e una toccata nella prima frazione di gara. Ma l’amaro per questo inconveniente d’ultim’ora nulla toglie all’ottima prestazione d’insieme della scuderia italiana.

Segnaliamo solo per dovere di cronaca il primo successo stagionale della Saleen Larbre (sull’unica rivale, la ritirata Corvette Alphand) in una cetegoria GT1 del cui decesso sarebbe doveroso trarre le conseguenze. Dulcis in fundo, resta da parlare della GT2, che più che mai ha salvato lo spettacolo dell’intera gara. Sembrava dovesse essere una giornata trionfale per le Ferrari, molto a loro agio su questa pista (specie quelle gommate Dunlop), e alla fine sono rimaste a bocca asciutta. Era iniziata con la JMW di Bruni-Bell, la Modena di García-Mansell e la Hankook di Kaffer-Simonsen ai primi tre posti. Poi Lieb, con la Porsche 997 Felbermayr, è riuscito a strappare il terzo posto a Kaffer (dopo un duello, trepidante, durato qualche giro), mentre le due F430 sono state bersagliate dalla sfortuna: giunto di un semiasse rotto per Bruni, toccata con un prototipo per Mansell.

La via era dunque libera per Lieb e Lietz (comunque autori di una grande corsa, per giunta con i 25 kg aggiuntivi derivanti dalla perdita della deroga per le 997 decisa dalla FIA), ora in testa al campionato con otto punti di vantaggio su Bruni-Bell, la cui battuta d’arresto è catastrofica nella corsa al titolo. In una gara ricca di colpi di scena, la Spyker Snoras finiva ddirittura seconda davanti alla migliore delle F430, la FBR di Ehret-Beltoise-Farnbacher. Sesto posto (e miglior prestazione stagionale) per Montermini-Ricci-Rosa sulla seconda F430 FBR, nonostante un brutto contatto con l’Audi di Mondini nelle prime fasi (risultato fatale ala R10), decimo per Griffin-Bamford sulla vettura dell’Advanced Engineering e undicesimo per il trio dell’EasyRace, Basso-Tenchini-Plati, che continua la sua graduale crescita nella serie.

Alfredo Filippone

Nella foto, Charouz-Enge-Mucke (Foto MorAle)

L'ordine di arrivo, domenica 23 agosto 2009

1 - Charouz-Enge-Mucke (Lola-Aston Martin) - Prodrive - 195 giri 5.57'26"595
2 - Primat-Turner (Lola-Aston Martin) - Prodrive - 1'04"856
3 - Buncombe-Hall-Ramos (Lola-Aston Martin) - Prodrive - 2 giri
4 - Karthikeyan-Meyrick-Zwolsman (Audi R10) - Kolles - 2 giri
5 - Ragues-Mailleux (Oreca-Judd) - Signature - 5 giri
6 - Amaral-Pla (Ginetta-Zytek) - Quifel ASM - 6 giri
7 - Ceccato-Francioni-G.Piccini (Lola-Judd) - Racing Box - 8 giri
8 - Lahaye-Ajlani (Pescarolo-Mazda) - OAK - 10 giri
9 - Nicolet-Hein (Pescarolo-Mazda) - OAK - 11 giri
10 - Ojjeh-Gosselin-Peter (Zytek) - GAC - 12 giri
11 - Biagi-Bobbi-A.Piccini (Lola-Judd) - Racing Box - 13 giri
12 - Kane-Leuenberger-Pompidou (Lola-Judd) - Speedy - 18 giri
13 - Lieb-Lietz (Porsche 997) - Felbermayr - 21 giri
14 - Coronel-J.Janis (Spyker C8) - Spyker - 22 giri
15 - Ehret-Farnbacher-Beltoise (Ferrari 430) - FBR - 22 giri

Giro più veloce: Charouz-Enge-Mucke 1'44"125
LP Racing