Massimo CostaLe parole di Helmut Marko rilasciate dopo il terzo posto di Max Verstappen nel GP di Australia, "Ora dobbiamo lavorare in fretta sul telaio, ci serve più carico aerodinamico", e riportate nel precedente articolo (
https://www.italiaracing.net/La-gioia-Honda-in-Australia-podio-alla-prima-con-la-Red-Bull/237151/1) potrebbero apparire come una eresia. Mai dall'interno della Red Bull, un componente di spicco del team si era permesso di criticare il telaio, l'aerodinamica delle proprie monoposto, in quanto l'operato del progettista Adrian Newey è sempre stato ritenuto inattaccabile. Se vi erano delle colpe da attribuire, queste erano tutte per la power unit Renault.
La dichiarazione di Marko può avere un chiaro significato politico, in quanto la Honda offre fior di milioni alla Red Bull (mentre con la Renault era Dieter Mateschitz a dover pagare la fornitura), dunque parole atte ad alleggerire la pressione sui tecnici nipponici, ma a conti fatti le prestazioni a Melbourne del team diretto da Christian Horner, sono state le stesse del 2018. Certo, come dice Marko "Dal primo turno libero fino alla conclusione del Gran Premio non abbiamo incontrato nessun problema ai motori", aggiungendo poi "Avevamo risparmiato in potenza per permettere negli ultimi tre giri a Verstappen di attaccare Hamilton, ma Max ha commesso un errore", facendo finta di non vedere che in realtà l'inglese della Mercedes passeggiava nel finale e quando ha visto negli specchietti la RB15 farsi sotto ha facilmente allungato. Dunque la RB15 deve migliorarsi? Il circuito del Bahrain ci fornirà idee più chiare.
Nel 2018, in qualifica, Verstappen si era piazzato quarto, migliore dei piloti Red Bull, con il tempo di 1'21"879 mentre il poleman Hamilton aveva ottenuto il crono di 1'21"164. Un divario di 0"715. Sabato scorso, Hamilton si è ripetuto in pole con 1'20"486 mentre Verstappen ha ribadito la quarta posizione in 1'21"320, un distacco di 0"834. Dunque, poco o nulla è cambiato per la Red Bull, power unit Honda o power unit Renault il distacco dal vertice rimane uguale, anzi, leggermente peggiorato. Vedremo se il costruttore giapponese che ha compiuto comunque un notevole passo in avanti rispetto agli anni precedenti, ha in serbo sviluppi potenti, l'arma segreta nel cassetto, per permettere alla Red Bull di andare a combattere costantemente con Mercedes e Ferrari. Ma per il momento, l'impressione è quella del 2018...