23 Ago [17:25]
Ricciardo: «L'addio alla Red Bull
mi ha tolto il sonno, ma dovevo cambiare»
Stefano Semeraro
Daniel Ricciardo aveva voglia di cambiare. Di respirare aria nuova. O almeno è questa la sua spiegazione per l'inatteso (fn o a un certo punto...) passaggio alla Renault che ha lasciato di stucco e con il cerino acceso la Red Bull, forzando i tempi a favore di Pierre Gasly. «Non ho maai detto di non sentirmi amato» ha spiegato nella conferenza pre-Gp a Spa proprio al fianco del suo giovane sostituto... «e voglio essere chiaro: non ce l'ho con nessuno alla Red Bull, non ci sono state rotture, né con i capi né con nessuno. Il problema però era diventato la routine: la stessa factory, lo stesso team, anno dopo anno, alla fine avevano un po' offuscato il mio entusiasmo». Il rapporto non idiliacco con il compagno di squadra Max Verstappen probabilmente non ha aiutato, ma il driver australiano nega che sia stato quello uno dei motivi che lo hanno spinto a cambiare.
«Credo di essere arrivato ad un punto in cuo ero pronto per un cambiamento. Per una nuova sfida, nella quale ritrovare motivazioni più fresche. La Honda non ha ancora dimostrato fra l'altro di essere in grado di stare al vertice, ma ripeto, non c'è stato un motivo più forte della voglia di cambiare, né il motore né una questione di soldi». Non è stata però una decisione così facile da prendere. «Per qualche notte non ci ho dormito», ha confessato Ricciardo. «pensavo in continuazione a quale fosse la scelta migliore. Ma una volta che ho deciso, tutto è diventato più facile. Cinque anni con la Red Bull Racing, dieci anni con lo stesso marchio: è stato bello, grande, ma era tempo di qualcosa di nuovo. È andata così».