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11 Lug [17:32]

Ricciardo con Alpha Tauri
De Vries scaricato dopo 10 gare

Massimo Costa

Daniel Ricciardo, da quest'anno terzo pilota Red Bull, ritorna a tempo pieno in F1. Gaelotto è stato il test Pirelli a Silverstone che l'australiano ha sostenuto oggi con la Red Bull. Il team principal Christian Horner si è detto stupefatto dal rendimento fornito da Ricciardo in queste prove e così lui, Helmut Marko e Franz Tost hanno deciso di appiedare Nyck De Vries. Una vicenda apparentemente senza senso, scioccante, ma questo è il confuso sistema Red Bull, da sempre.

Ricciardo ritorna nel suo secondo team di F1, agli albori della sua carriera. Aveva infatti debuttato in F1 nella metà della stagione 2011 con la HRT dopo aver sostenuto alcune prove libere del venerdì con la Toro Rosso. Poi, 2012 e 2013 con la Toro Rosso, infine il passaggio in Red Bull per cinque anni, dal 2014 al 2018. Con 232 Gran Premi disputati, Ricciardo si rimette in gioco partendo dal basso dopo un 2022 assai deludente in McLaren.

Questa decisione apparentemente stramba, ha uno scopo ben preciso: rivalutare le prestazioni nei weekend di gara di Ricciardo per portarlo in Red Bull nel 2024 a discapito di Sergio Perez. Questo è, come detto nel primo paragrafo, il sistema Red Bull, portare i propri piloti ad una soglia piscologica elevatissima. Chi non ce le fa, viene spezzato. Nessuna Academy agisce in questa maniera nel rispetto dei loro ragazzi, loro sì e a chi contesta questo metodo rispondono che loro hanno dato la possibilità a tanti piloti di correre in F1, che per resistere in F1 occorrono doti mentali non indifferenti. Un sistema militaresco, alla Full Metal Jacket, messo in atto da Marko e Horner, che ha portato titoli mondiali, ma ha anche bruciato spesso senza logica e motivo diversi validissimi piloti.

Lo abbiamo scritto tante volte in questi anni, per questo non ci sorprendiamo più di tanto nell'osservare l'ultima mossa. Che non è altro che il timbro sul fallimento degli ultimi anni del programma Junior Red Bull e di Marko. Forse con un po' più di pazienza, Pierre Gasly ed Alexander Albon potevano essere ancora parte integrante del team di Milton Keynes, anziché essere stati gettati via come cartacce non più utilizzabili, salvo poi rivalutare lo stesso Albon che però, ha chiaramente affermato che sta bene dov'è, in Williams.

E così, ecco che dopo aver ingaggiato due esterni al gruppo, Perez e De Vries, ci si accorge che questi non piacciono più, ma che non ci sono sostituti pronti nel programma Junior, ultimamente molto molto confuso, basta vedere che in F2 ci sono cinque piloti, di cui soltanto uno, Ayumu Iwasa, pare avere le giuste credenziali per poter fare il salto in Alpha Tauri. E allora si è costretti a rivolgersi a Ricciardo, 34 anni, che dovrà dimostrare con una monoposto poco competitiva, chissà cosa per meritarsi il ritorno al fianco di paggetto al fianco di Verstappen in una squadra dalla quale lui stesso era fuggito alla fine del 2018.

E concludiamo evidenziando il nostro dispiacere per De Vries, sacrificato a una politica Red Bull sballata e alle sensazioni di pancia di Marko. Che lo ha voluto in Alpha Tauri perché impressionato dal debutto che nel 2022 l'olandese fece con la Williams nell'unico GP disputato con la Williams per rimpiazzare, a Monza, un indisposto Albon. De Vries aveva concluso subito a punti e Marko, trovatosi a sostituire Gasly passato in Alpine, fallito il tentativo di prendere Colton Herta dalla Indycar per mancanza di super licenza, non ha avuto dubbi nel puntare sull'ex campione F2 e Formula E. Che, però, ha sinceramente deluso, ma tirarvi una riga sopra dopo appena dieci gare appare quanto mai frettoloso. 

Questa volta non pare una sensazione dettata dalla "pancia" di Marko, ma della volontà di mettere pepe a Perez portando Ricciardo in Alpha Tauri con vista sul 2024. Strane politiche, strane manovre, che in Red Bull giocano da sempre con la carriera e la vita dei piloti.
RS Racing