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21 Dic [16:18]

Ricciardo e la Renault:
mossa obbligata, ma rischiosa

Massimo Costa - Photo 4

Tutto era iniziato alla fine del 2007 quando un 18enne australiano sempre sorridente, pressoché sconosciuto, dopo una buona stagione di debutto nella F.Renault italiana con la RP Motorsport, grazie all’allora suo manager Marco Zecchi ebbe l’occasione di partecipare ai test che la Red Bull organizzava alla fine di ogni campionato con le vetture Tatuus delle serie Renault. Prove che si svolgevano sempre a Estoril. Il ragazzo in questione era Daniel Ricciardo e manco a dirlo, quell’esame lo superò brillantemente entrando di diritto nel programma Junior Red Bull.

Da quel momento è iniziato il lungo rapporto con Helmut Marko che lo ha portato a vincere l’allora serie Renault 2.0 WEC e ad essere vice campione Eurocup Renault 2008 battuto da Valtteri Bottas in un epico confronto conclusosi all’ultimissima gara. Poi, il successo nel British F.3 2009, il secondo posto nella World Series Renault 2010 fino al debutto in F.1 con HRT a metà stagione 2011. Il resto è storia, Toro Rosso, poi Red Bull e un legame col team che pareva solido come pochi distrutto negli ultimi due anni da una conflittualità marcata (seppur sempre negata) con Max Verstappen.

Ricciardo si è sentito abbandonato dal team, in particolar modo dal suo ex protettore Marko che ha occhi solo per l’olandese, e così dopo undici anni di sodalizio è arrivata la separazione. Christian Horner, team principal Red Bull, ha detto recentemente: “La coppia Ricciardo-Verstappen è stata la più forte che abbiamo mai avuto”, forse dimenticando che la storia Red Bull è nata con un’altra coppia da urlo, quella composta da Sebastian Vettel e Mark Webber. Una frecciatina, una delle tante che contraddistinguono la comunicazione Red Bull.

Horner però, è stato carino nei confronti di Ricciardo: venerdì 30 novembre a Milton Keynes si è tenuta la festa di fine stagione nella sede Red Bull e Ricciardo è stato chiamato per salutare tutti i dipendenti del gruppo. Daniel e Verstappen hanno divertito tutti con derapate in sella a bici da cross, poi due ore di autografi. E’ seguito un video che ha racchiuso i momenti più belli di Ricciardo con la Red Bull e infine un regalo per l’australiano, una KTM 350 SXF. Lui ha ringraziato tutti concedendo battute a non finire, ricordando che “Ehi ragazzi, non vado in pensione, mi trasferisco nella porta accanto”.

Il 2018 di Ricciardo era iniziato a meraviglia, col culmine della pole e della vittoria a Montecarlo. Poi, il naufragio con una serie inenarrabile di ritiri mentre contemporaneamente Verstappen usciva dal suo personale tunnel inanellando belle prestazioni che hanno finito per mettere in ombra Ricciardo. E così, in un mondo (quello della F.1) dove in quindici giorni da stella puoi ritrovarti a essere definito un brocco, sono montati i dubbi su colui che fino allo scorso anno era definito il “sorpassatore” per eccellenza. Anche in questo film, schiacciato da Verstappen e dai suoi mirabolanti attacchi agli avversari.

Piano piano la stella di Ricciardo si è spenta e lui ha anche perso il suo proverbiale sorriso in questi ultimi mesi. “Questo sport è così difficile da capire, improvvisamente ci siamo ritrovati con il passo giusto tra Austin, Messico e Brasile. Potevamo vincerle tutte e tre, ma a me non è andata troppo bene…”. Ricciardo non ha voluto fare polemica sul suo addio alla Red Bull: “Mi chiedono spesso se non ho goduto degli ultimi sviluppi dal momento in cui ho comunicato di passare alla Renault, a inizio agosto. La verità? Non lo so e probabilmente mi sarebbe stato impossibile saperlo… Posso però dire che quest’anno la RB14 aveva una aerodinamica pazzesca e la geometria delle sospensioni ha fatto la differenza tante volte. Ho visto tanti onboard dei rivali ed ho notato che mentre i caschi dei rivali si muovono molto, negli stessi punti io e Max abbiamo la testa ferma. A conferma del grande bilanciamento della vettura”.

Ricciardo non ha potuto conoscere la sua nuova squadra (Renault) nei test post campionato di Abu Dhabi. Tutti hanno avuto la possibilità di girare con i team con i quali correranno il prossimo anno, ma la Red Bull, che non si fa mai mancare dispetti e dispettucci, ha messo il veto. Un po’ per fare uno sgarbo al tradimento di Ricciardo, un po’ per compiere un gesto di superiorità nei confronti di Renault. Mezzucci. L’australiano dovrà adeguarsi a una situazione completamente inedita, una squadra in crescita, quarta nel mondiale costruttori, ma ancora lontana da Ferrari, Mercedes e Red Bull. C’è insomma il forte rischio di perdere dai radar delle prime posizioni un pilota come Ricciardo, proprio come è accaduto negli ultimi anni con Fernando Alonso e la McLaren.

Il team principal Renault, Cyril Abiteboul, ha voluto fare il punto della situazione: “In gara ci mancano 20 o 25 cavalli, però il telaio Red Bull riusciva a compensarli. In qualifica il divario è invece di 50 cavalli. Tra un anno, non voglio raccontare che siamo ancora a queste distanze. Stiamo lavorando e sono fiducioso che possiamo raggiungere i nostri rivali. Penso che il tetto alle spese che vuole introdurre Liberty Media si tradurrebbe in un nostro punto di forza. Trovo inaccettabili le cifre investite dai top team”. Abiteboul ha poi lanciato una frecciatina alla Red Bull: “Loro non si stancano mai di dire quanto il motore Honda sia migliore del nostro, ma mi risulta che la Toro Rosso sia finita dietro di noi… Non ci hanno lasciato Ricciardo per i test, bene, tutto ciò che la Red Bull ci butta addosso mi lascia pensare che siamo nella direzione giusta”.

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