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10 Apr [16:18]

Sepang - Il commento
Red Bull più forte anche del Kers

Massimo Costa

È il Kers il punto debole della imbattibile Red Bull RB7-Renault. Non utilizzato a Melbourne perché ancora non a punto, a Sepang ha aiutato Sebastian Vettel a conquistare la pole e a scattare alla perfezione al via, poi ha fatto le bizze. Tanto che dopo la metà della gara, Vettel non poteva più utilizzarlo finché dai box non lo hanno riattivato in qualche maniera. Chi, invece, proprio non lo ha mai sfruttato perché non funzionante è stato Mark Webber. L'australiano si è trovato scavalcato da almeno cinque piloti al via, poi nei rettifili è stato sempre svantaggiato rispetto agli avversari. Un calvario per Webber che comunque ha strappato con i denti il quarto posto finale.

Vettel sempre impeccabile
Adrian Newey storce il naso quando sente parlare di Kers. Nel suo progetto eccellente della RB7 ne avrebbe fatto volentieri a meno. Ma ai piloti quel marchingegno diabolico serve, eccome. Tornando al GP di Sepang, Vettel ha disputato una gara in copia a quella di Melbourne. Nessun errore in qualifica, una gestione intelligente e senza sbavature dei 56 giri. Impeccabile. E come abbiamo scritto 15 giorni fa, se Vettel ha deciso che è giunto il momento di crescere, di non regalare più punti agli avversari commettendo evitabili sciocchezze (quelle del 2010), sarà dura andare a togliergli la coppa più grande anche a Shanghai domenica prossima.

Webber senza il Kers
Quello di Sepang è stato un GP non facile per l'utilizzo delle gomme. Vettel le ha rispettate, seguendo alla perfezione il programma di pit-stop stilato con i tecnici. Certo per lui è stato più facile essendo stato al comando ed avendo evitato duelli e battaglie. Ma rimane il fatto che Vettel sta correndo in maniera splendida. A Webber è andata, come detto diversamente, ha anche dovuto fare un pit-stop in più, ben quattro. E ancora una volta, benché abbia la giustificazione piena per il Kers KO, ha fallito l'obiettivo podio.

Button secondo di fino
L'ordine di arrivo, per quanto riguarda i team, è simile a quello di Melbourne: Red Bull, McLaren e Renault. Il team di Martin Whitmarsh ha festeggiato il secondo posto di Jenson Button. L'inglese, come gli era già capitato nel 2010, ha una capacità notevole nel guidare in punta di dita salvando l'usura delle gomme. A Sepang è riuscito a coprire 19 giri in fila con le hard nel finale, un record. È andata diversamente ad Hamilton. Battuto da Heidfeld al via, l'inglese dopo il primo pit-stop, nel quale il tedesco ha perso tempo, si è posizionato secondo. E nulla sembrava poterlo spostare da lì. Invece, dopo aver montato le gomme dure, la sua McLaren è parsa inguidabile.

Incubo gomme per Hamilton
Hamilton è stato nettamente più lento ed ha iniziato a perdere terreno non potendosi difendere. Ci ha provato con Fernando Alonso, ma a motori spenti (dopo il contatto innescato dallo spagnolo) è stato penalizzato per cambio di traiettoria in rettilineo. Un vizietto che Hamilton non sembra perdere. Così, da settimo si è ritrovato ottavo imprecando poi contro la cattiva strategia adottata dal team per la scelta delle gomme nel secondo pit, quando anziché le soft si è ritrovato con le hard. Rimane però il dubbio: come mai Hamilton non è riuscito a guidare come il compagno Button con i treni di pneumatici hard?

Renault ancora sul podio
Secondo terzo posto consecutivo per la Renault. A Melbourne ci aveva pensato Vitaly Petrov a far gioire Eric Boullier, appena promosso a vice presidente della FOTA (che ha confermato presidente Martin Whitmarsh della McLaren), in Malesia un grande Nick Heidfeld ha cancellato in un attimo il brutto weekend australiano. Già veloce in qualifica, sesto, al via ha trovato non si sa bene come la forza per recuperare alla prima curva il secondo posto. Poi, grazie ad una R31 che sta dimostrando sempre più di essere la terza forza in campo, è rimasto nelle posizioni da podio finché un problema al primo pit-stop lo ha relegato in quinta posizione. Ma Heidfeld ha recuperato da campione meritandosi la terza coppa. Davanti alla furia del tedesco, Petrov nulla ha potuto e di colpo si è ritrovato nuovamente seconda guida del team. Poteva terminare il GP al settimo-ottavo posto, ma un errore (che poteva gestire molto meglio) lo ha proiettato fuori pista, anzi, verso il cielo. E la sua corsa è finita con il piantone dello sterzo strappato.

Piccoli segnali di crescita per la Ferrari
La Ferrari ha rimediato un quinto e un sesto posto. Niente podio dunque, anche se Fernando Alonso sembrava lanciatissimo verso il terzo posto. Pur non potendo utilizzare l'ala mobile, che lo avrebbe facilitato nei sorpassi, lo spagnolo ha disputato una gara superba. Ma una piccola svista nel duello con Hamilton lo ha portato a spezzare l'ala anteriore. E di conseguenza, Alonso è dovuto rientrare ai box lasciando sul campo secondi preziosissimi. In ogni caso, considerando la penalizzazione subìta per quell'incidente con Hamilton, la coppa sarebbe comunque sfuggita. Aggressivo al via, Massa si è portato con rabbia davanti ad Alonso. Un cambio gomme lento gli è costato qualche posizione e alla fine ha chiuso quinto. È comunque stata una buona Ferrari, in gara è sembrata decisamente competitiva, un'altra vettura rispetto a quella del sabato in qualifica, benché non sicuramente non in grado di dare fastidio alla Red Bull di Vettel e alla McLaren di Button.

Koba e Schumi lottatori, Rosberg dov'era?
Bello il settimo posto di Kamui Kobayashi, protagonista di numerosissimi duelli. La Sauber-Ferrari prende così i primi punti dopo la terribile squalifica di Melbourne. Si è invece ritirato Sergio Perez. Il messicano ha centrato un pezzo di carbonio perso da Sebastien Buemi, che ha danneggiato il fondo della sua C30 e tagliato il fondo scocca, innescando poi l'estintore e tagliando la "corrente". Michael Schumacher ha fatto suo il nono posto al termine di una corsa durissima per lui. Ma gli va attribuito il merito di non avere mai alzato bandiera bianca, anche dopo una escursione fuori pista. Terribile però la Mercedes, che non riesce a far funzionare l'ala mobile. Inesistente Nico Rosberg pur non essendo stato colpito da alcun inconveniente tecnico.

Primo punto per Di Resta
Bella corsa di Paul Di Resta con la Force India-Mercedes, sempre in zona punti, molto preciso e ficcante. Adrian Sutil ha subito danneggiato il musetto contro Rubens Barrichello, procurandogli una foratura, e la sua corsa è stata tutta in salita. Weekend da dimenticare per Barrichello e il suo compagno Pastor Maldonado, entrambi ritirati. Al traguardo le due Toro Rosso con Sebastien Buemi e Jaime Alguersuari, ma la zona punti è risultata troppo lontana. Buemi ha pagato caro un drive through (eccesso di velocità in pit-lane), Alguersuari ha accusato un anomalo consumo degli pneumatici.

Trulli e Liuzzi ritirati
Heikki Kovalainen ha concluso il GP con la Lotus-Renault, ma non è mai arrivato a "tiro" della Force India o della Toro Rosso. Jarno Trulli si è ritirato per noie alla frizione. A 2 giri ha chiuso Timo Glock con la Virgin, Jerome D'Ambrosio si è ritirato per avere danneggiato il fondo vettura causa colpo su un cordolo. Vitantonio Liuzzi stava per portare al traguardo la Hispania, e sarebbe stato un successo, ma per motivi di sicurezza a 8 giri dalla fine si è fermato per un problema all'ala posteriore. Temperature alte hanno invece consigliato a Narain Karthikeyan di non rompere il motore.

Nella foto, Vettel supera Massa dopo uno dei tre pit-stop (Photo 4)
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