Jacopo RubinoLa vita da rookie non è sempre rose e fiori. Lo sta scoprendo anche Yuki Tsunoda, il cui cammino in Formula 1 era cominciato benissimo, coi
punti al debutto in Bahrain e una serie di lodi eccellenti, come ad esempio da Ross Brawn. Le cose sono diventate poi in salita: pasticcione a Imola, anonimo a Portimao, nervoso e poi ritirato a Barcellona, il giovane portacolori AlphaTauri (21 anni compiuti l’11 maggio) è ora chiamato a un piccolo esame di maturità, più caratteriale che di guida.
Di Tsunoda, da subito, ha colpito il contrasto tra l'aspetto mite, quasi da ragazzo spaesato, e i team radio coloriti: all’inizio sembravano sintomo di personalità e facevano simpatia, ma qualche parolaccia di troppo e un frequente malumore hanno forse evidenziato un atteggiamento da sistemare. Tanto durante le prove libere del sabato mattina in Spagna, il suo ingegnere di pista Mattia Spini ha dovuto imporsi: "Yuki, calmati".
Anche in qualifica si è creato un piccolo caso. Eliminato in Q1, il giapponese ha rilasciato alcune dichiarazioni controverse, in cui sembrava accusare la scuderia di Faenza di ricevere un trattamento diverso rispetto al compagno Pierre Gasly: "Ho un po’ di dubbi che la macchina sia la stessa… ovviamente è la stessa, ma il comportamento è molto differente. Non so perché io stia faticando così tanto". Forse è stata solo colpa di un inglese perfettibile, di una sfumatura linguistica involontariamente infelice, ma di certo Tsunoda ha sentito la necessità (o gli è stato suggerito) di correggere il tiro via Twitter. "Volevo scusarmi per i miei commenti, non volevo criticare il team, che ha fatto un ottimo lavoro tutto il weekend. Ero solo frustrato per la mia prestazione", ha scritto.
Paradossale, o forse no, che dopo il ritiro di domenica per problemi tecnici, quindi senza responsabilità, il giovane samurai nipponico sia apparso più lucido. "Per me è stato un fine settimana frustrante e sono ovviamente deluso di non aver potuto concludere perché il ritmo all’inizio penso fosse piuttosto buono", ha commentato. "Devo superare questo momento, e tornare a concentrarmi sul mio lavoro. Sono cose che capitano ed è meglio all’inizio della stagione, immagino. Devo fare un reset prima di Monaco". Il talento c’è, per non sprecarlo serve solo un pizzico di calma in più. Helmut Marko, il consulente Red Bull che ha voluto lanciarlo in F1, l'ha definito un campione del futuro: ma per diventarlo, bisogna anche forgiarsi nei periodi difficili.