6 Mag [18:35]
Trump a Miami sfrutta il GP e la
McLaren per raccolta fondi, ma...
Massimo Costa
Il discusso ex presidente degli Stati Uniti, candidato nuovamente per le prossime elezioni americane, si è presentato nel paddock di Miami, ospite della McLaren, suscitando non poche polemiche. Si è infatti scoperto che il suo improvviso interesse per la F1 era motivato dal raccogliere fondi per la propria campagna elettorale. Una persona vicino a Trump, aveva pensato bene di utilizzare il paddock club F1 facendo pagare un biglietto di 250.000 dollari per incontrare l'ex presidente. Ma per fortuna, gli organizzatori del Gran Premio hanno bloccato questa iniziativa.
Trump è stato ricevuto con tutti gli onori dai rappresentanti di Liberty Media Stefano Domenicali e Greg Maffei oltre che dal presidente FIA Mohammed Ben Sulayem. Ha poi fatto visita al team McLaren incontrando Zak Brown. Criticata, la McLaren ha sentito il dovere di giustificarsi così:
"La McLaren è un'organizzazione apolitica, tuttavia riconosciamo e rispettiamo la carica di Presidente degli Stati Uniti e quando è stata avanzata la richiesta di visitare il nostro box il giorno della gara, abbiamo accettato insieme al presidente della FIA e agli amministratori delegati di Liberty Media e Formula 1. Siamo onorati dall'essere stati scelti come rappresentanti della F1 dandoci l'opportunità di mostrare l'ingegneria di livello mondiale che portiamo nel motorsport."
C'è un piccolo particolare che stona in tale comunicato: Trump non è il Presidente degli Stati Uniti, come hanno riportato, ma il candidato repubblicano che deve rispondere a 91 capi d'accusa in quattro giurisdizioni degli USA, I più gravi, quello che lo vuole a capo della cospirazione culminata con l'assedio al Campidoglio avvenuto tre anni fa e che provocò quattro morti e 140 agenti feriti; il tentativo di raccogliere illegalmente i voti nelle precedenti elezion; frode fiscale, avendo ingannato con la complicità dei figli, per 10 anni, dal 2011 al 2021, istituti bancari, broker assicurativi e le autorità finanziarie, gonfiando illecitamente per diversi miliardi di dollari il valore degli asset immobiliari dell’azienda in modo da ottenere tassi migliori sui prestiti bancari e sulle polizze assicurative. Per quest'ultimo, Trump ha dovuto pagare una multa di 355 milioni di dollari.