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4 Ago [11:49]

Tutti i segreti della nuova Dallara GP2

Luca Pignacca è il responsabile tecnico della Dallara che ha seguito il progetto della nuova monoposto GP2 che dal 2011 al 2013 verrà utilizzata nella Main Series e nella serie Asia. Con lui cerchiamo di capire quali sono stati i passaggi che hanno portato a costruire una macchina molto simile alle attuali vetture del mondiale F.1.

Una GP2 che sembra davvero una F.1: soddisfatti?

“Come sempre la GP2 vuole essere il più vicino possibile alla F.1, la sua naturale evoluzione. I piloti vanno in GP2 perché sognano di correre in F.1. Anzi, l’idea di Bruno Michel è di perfezionare una “piramide” GP3-GP2-F.1 con solo i migliori capaci di approdare nella massima serie. Il trend è quindi di avvicinarsi il più possibile alle vettura della massima formula, anche nel look”.

E nella sicurezza…

“Esatto: la nuova GP2 sarà l’unica vettura a seguire il regolamento di sicurezza della F.1 2010 oltre ovviamente a quelle del mondiale”.

Al di là della sicurezza, valore fondamentale, quale obiettivo vi siete posti nel progettare la nuova vettura?

“La speranza è che le gare della prossima stagione di GP2 siano ancora più divertenti. Abbiamo cercato di disegnare una vettura meno sensibile alle scie aerodinamiche e quindi che renda più facili i sorpassi. Abbiamo svolto tanto lavoro CFD, in galleria del vento, e alla prima gara capiremo se abbiamo vinto la scommessa”.

La nuova macchina è più un’evoluzione o più una rivoluzione?

“Un po’ tutte e due le cose. Dal punto di vista gestione della vettura ed economia è un’evoluzione. Sono state fatte scelte che tendono a ridurre al minimo i costi delle squadre. Ad esempio, si è scelto di non creare una scocca nuova. In questo modo i team potranno vendere le loro vecchie macchine e, se vogliono, mandare da noi i loro vecchi telai, se sono ancora in buone condizioni, per fare l’upgrade, l’evoluzione della scocca. Questo nel caso vogliano avere un telaio di riserva, perché ovviamente è possibile fare tutta la stagione anche solo con due scocche”

Quanto tempo occorre per effettuare questa operazione?

“Una settimana circa, ma se c’è urgenza si può fare anche in tre giorni. Ovviamente ci sono scocche che dopo tre anni di ‘battaglie’ hanno sofferto troppo e non possono essere riutilizzate. Questo upgrade può rivelarsi molto utile invece per un team che magari ha comprato una macchina da un anno, non ha intenzione di venderla, e che facendo modificare la scocca può essere in grado di correre. Anche il motore, tranne piccole modifiche, non è cambiato, e neppure il sistema di raffreddamento, quindi le squadre potranno sfruttare i pezzi di ricambio che già hanno in casa”.

Parliamo della “rivoluzione”?

“L’aerodinamica è tutta diversa, le forme sono diverse. Il cambio non è più Mecachrome, ma Hewland, con un’architettura peraltro simile alla precedente, visto che i punti di attacco delle sospensioni sono rimasti gli stessi. L’aerodinamica nuova invece ha suggerito lo spostamento in alto e in mezzo degli scarichi, che prima erano in basso e più lunghi. Il motore ci ha guadagnato qualche cavallo in più”.

A cosa è dovuta questa scelta?

“Dovevamo trovare più carico aerodinamico. La GP2 segue le regole della F.1, e l’ala posteriore molto più piccola impone di cercare altrove il carico che si perde lì, se vuoi avere una macchina che vada più veloce della precedente. Quindi per avere uno scivolo posteriore più aggressivo abbiamo pensato di spostare gli scarichi sopra il cambio”.

Il cambio del gommista, da Bridgestone a Pirelli, vi ha condizionato in qualche modo?

“No, perché se era chiaro da tempo che non sarebbe stato più Bridgestone, che sarebbe arrivata la Pirelli lo abbiamo saputo solo all’ultimo. Diciamo quindi che sarà più la Pirelli a doversi adattare alla vettura che il contrario”.

Sarete presenti a tutti i test di sviluppo?

“Sarà presente Antonio Montanari, che il responsabile del progetto GP2”.

Quali sono i tempi di consegna delle vetture?

“A metà ottobre consegneremo le prime 13 vetture, e intorno all’8-9 novembre le altre 13. Attorno a metà novembre ci sarà una giornata di test collettivo a Le Castellet, poi le macchine scenderanno in pista per la prima gara del campionato Asia 2011”.

Dallara ha appena vinto la commissione per il prossimo quinquennio IRL. In Dallara ci sono scambi di conoscenze fra progetti diversi?

“Sì, cerchiamo di avere interscambi fra i vari progetti, e non solo fra vetture simili, ma anche fra vetture molto diverse. Uno dei punti di forza di Dallara è proprio l’esperienza maturata su vetture di diversa natura. Capita frequentemente che quello che si scopre funzionare bene su una vettura Sport o GT venga poi trasportato su una Formula, e viceversa. Come sempre, dall’esperienza che facciamo sulle altre vetture beneficerà anche l’IRL, che chiaramente poi avrà richieste ed esigenze proprie. Ma non è escluso che anche alcune soluzioni della GP2 convergano sull’IRL. Qualche esempio: sulla GP2 gli attacchi rapidi del muso sono gli stessi della Indy, mentre sulla IRL nuova probabilmente la pedaliera sarà la stessa della GP2. L’IRL però è ancora in uno stadio molto iniziale. Di certo ci sono convergenze che portano a unificare alcuni componenti di tutte le nostre vetture”.

In Europa e in America, nella progettazione delle monoposto, si cercano strade comuni, o rimangono filosofie diverse?

“Difficile fare delle generalizzazioni, non ci sono separazioni nette. In Europa è sicuramente la F.1 che indica la strada, specie per quanto riguarda l’aerodinamica. Gli americani questo influsso lo sentono poco o nulla, e sono molto attenti ai costi e allo spettacolo. Negli USA la tecnica deve essere sempre al servizio dello spettacolo, mai fine a se stessa. Un po’ come avviene in GP2, peraltro, dove a volte per favorire lo spettacolo si utilizzano compromessi che in F.1 sarebbero impensabili. Una F.1 deve essere il più facile possibile, in modo che il pilota si senta sicuro nel portarla al limite. In GP2 no: l’esigenza è quella di avere una macchina che al limite sia più difficile da guidare di una F.1. Perché se in F.1 l’obiettivo dei team è quello di avere la macchina che vada il più veloce possibile, in GP2 lo scopo è di avere gare spettacolari che facciano emergere il talento del pilota. Non si punta quindi alla prestazione pura, ma a divertire il pubblico e a gratificare le qualità del pilota”.
RS Racing