16 Gen [9:26]
Una chance per McLaughlin
Kyle Busch vuole Indianapolis
Marco Cortesi
Sono due i nomi che dominano il mercato dell’IndyCar al momento, entrambi dell’ambito delle ruote coperte. Si tratta di Scott McLaughlin e Kyle Busch.
McLaughlin stupisce senza esperienza in Formula
Il primo ha appena conquistato con il team DJR Penske il suo secondo titolo del V8 Supercars, vincendo anche la prestigiosa Bathurst 1000. Anche a mo’ di ringraziamento, il Capitano l’ha messo su una IndyCar in pista a Sebring, e nonostante l’esperienze di fattu nulla al volante di una vettura a ruote scoperte, i tempi sono stati competitivi. McLaughlin ha chiuso a meno di un secondo da Rinus VeeKay che, viaggiando leggero, aveva comandato il test.
Normalmente, filiali e sponsor australiani sono noti per essere molto riconoscenti a chi vince per loro. Si ricorda ad esempio Marcos Ambrose, che venne portato in NASCAR dopo il suo doppio titolo a spese di Ford Australia. E il test pare sia andato così bene che Penske voglia schierare per McLaughlin una quarta vettura in qualche occasione. La prima idea è per il round ad Austin, ma ci sono altre opzioni sul tavolo.
Sarebbe un evento davvero strabiliante considerata la carriera di McLaughlin, che l’ha visto debuttare in Formula Ford a 17 anni e poi, dopo un anno, subito passare al turismo.
Busch ottiene la "dispensa" NASCAR
Kyle Busch è da tempo interessato a correre la 500 Miglia di Indianapolis, inseguendo il tentativo del fratello maggiore Kurt, sesto al debutto con l’Andretti Autosport nel 2014. Il più giovane Kyle, appena vinto il suo secondo titolo in NASCAR Cup con la Toyota, avrebbe ricevuto il nulla osta da parte del costruttore e del team di Joe Gibbs a correre nella maratona dell’Indiana, anche con propulsori di case concorrenti.
Si tratterà non solo di trovare una squadra disponibile, ma anche una che sappia utilizzare la partecipazione di Busch come una leva di marketing, dato che lui ovviamente non arriverà… con la valigia. Però, si potrebbe trattare di un’operazione promozionale monumentale per la categoria e tutte le parti coinvolte, a partire da Roger Penske, ne sono ben consapevoli.