11 Lug [13:34]
Al Red Bull Ring brutti episodi
di razzismo, omofobia e molestie
Massimo Costa - XPB images
Come accade negli stadi, quando vi sono decine di migliaia di persone eccitate per l'avvenimento che si apprestano a seguire, si verificano situazioni incresciose. La F1 è sempre stata lontana da certi episodi, ma al Red Bull Ring è successo qualcosa che non si deve più ripetere. Certo, è sempre quell'uno per cento a gettare ombre sul resto del pubblico, ma non ci si può voltare dall'altra parte, come molti tendono a fare affermando "ma sì, è solo una minoranza di imbecilli". No, vanno condannati e vanno condannati gli episodi.
Domenica, prima del Gran Premio, si è appreso che un gruppetto di cinque persone ubriache, e che indossavano la maglia arancione, ha molestato una ragazza della Repubblica Ceca colpevole di essere tifosa di Hamilton. Testimoni affermano che le hanno sollevate più volte il vestito con queste parole: "Sei una tifosa di Hamilton quindi non meriti rispetto". L'episodio è stato notato da un giornalista di GP Fans, la notizia si è rapidamente diffusa nel paddock tanto da arrivare alle orecchie della Mercedes. La ragazza, identificata, è stata recuperata e portata nel box del team.
Wolff non ha avuto mezze parole: "Vaffanculo a questa gente, una categoria da individuare e allontanare dalla F1. C’è ancora molto da fare, ma dobbiamo prendere queste persone, perché se se si è veri tifosi di Formula 1, qualsiasi squadra e pilota che si supporti, non si può essere razzisti, né omofobi, né sessisti. Va detto però, che non tutti sono così, dato che il 99,9% dei fan si comportano bene”
Già venerdì, Liberty Media aveva dovuto redigere un comunicato (cosa mai accaduta prima) per prendere le distanze dalle offese che hanno coinvolto sui social e in pista tifosi della Mercedes, di Lewis Hamilton e di George Russell, e lasciato l’amaro in bocca per i fischi e gli insulti rivolti dai tifosi olandesi di Max Verstappen ai due piloti inglesi oltre che a Toto Wolff. Ma a non piacere per niente, anche il boato di gioia quando in qualifica prima Hamilton e poi Russell sono usciti di pista. Già a Silverstone, tana di Lewis, si erano sentiti fischi rivolti a Verstappen e insulti al team principal Red Bull Christian Horner.
Si sta superando il segno, la F1 è sempre stata lontana dalla mentalità degli stadi di calcio, o dei palasport, dove l’insulto all’avversario è ormai regola. Wolff anche in quell'occasione non era rimasto in silenzio: “Sono un attacco personale al pilota, non sono stati corretti a Silverstone nei confronti di Christian Horner quindi speriamo di poter parlare di buon senso. Amiamo i fan, vogliamo che ci siano, vogliamo che siano emotivi e appassionati, ma quando diventa personale non dovrebbe accadere".
Hamilton ha invece utilizzato Instragram: "Disgustato e deluso nel sentire che alcuni fan stanno avendo comportamenti razzisti, omofobi e offensivi al circuito in questo fine settimana. Assistere al GP di Austria o a qualsiasi altra gara non dovrebbe mai essere fonte di ansia e dolore per i tifosi, bisogna fare qualcosa per garantire che le gare siano spazi sicuri per tutti. Per favore, se notate qualcosa, segnalatelo alla sicurezza del circuito e alla F1, non possiamo permettere che questo continui".