9 Feb [12:36]
Carey a tutto tondo
“Per noi i tifosi sono al primo posto!”
Jacopo Rubino - Photo4
"La storia va rispettata, ma non bisogna avere paura di cambiare". A dirlo è Chase Carey, che fa il punto della situazione alla vigilia del prossimo Mondiale. Il 2017 è stato il primo vero anno di Formula 1 sotto la sua guida, l'inizio di un cammino di rinnovamento che nei piani dovrà toccare ancora moltissimi punti. E del quale sono state gettate appena le basi, come spiegato in una intervista al Corriere della Sera: "Nella fase 1 la priorità era mettere in moto la macchina organizzativa per far crescere lo sport e il business, ed è stato fatto. La seconda, per me la più importante, era portare energie fresche nell'ambiente. Ultimamente si sentivano troppe cose negative, mentre ora è tutto molto più aperto, c'è una grande attività sui social, i prezzi dei biglietti sono calati, abbiamo creato ovunque zone per i fans. Tutto questo ci consente di accelerare il cambiamento".
Sguardo avanti quindi: "Dobbiamo migliorare lo show in pista, vogliamo grandi gare. Questa aerodinamica non aiuta e stiamo cercando la soluzione per modificarla. Mi hanno detto che è anche una questione di circuiti, in alcuni non si passa". Ai nostalgici dei motori di una volta, il manager americano conferma: "Sono d'accordo, serve più rumore". Difende invece gli attuali piloti, spesso considerati privi di carisma: "Hamilton è uno con poca personalità? E Verstappen? Migliaia vengono in pista solo per vederli. Accendono la fantasia, non sono già dei supereroi? Danno un contributo fortissimo alla popolarità della F1".
Nel frattempo il capo di Liberty Media sogna un campionato 2018 "competitivo ed equilibrato". "L'anno scorso la sfida è stata fra due, sarebbe bello vedere gli sfavoriti vincere qualche Gran Premio". Senza preferenze per la Ferrari: "È una leggenda e averla vista lottare per il titolo è stato fantastico, ma io tifo per loro nella stessa misura in cui tifo per tutti gli altri. Anche la McLaren, se fosse veloce, avrebbe un gran seguito".
Uno dei temi chiave nel paddock è il controllo dei costi. A fine 2020 scade il Patto della Concordia, che sarà cestinato: "L'attuale modello economico è insostenibile per la maggior parte delle squadre. Se ce n'è una in vendita nessuno la vuole comprare, nemmeno a un dollaro. Vogliamo che nuova gente entri, che sia protagonista. Non significa che dobbiamo rimpiazzare le scuderie esistenti, ma riaccendere il desiderio di partecipare di chi è fuori. Vogliamo cambiare questo sport in meglio, non cambiare le squadre. Si possono raggiungere compromessi ma il principio più importante non è negoziabile, l'interesse dei tifosi viene al primo posto". Anche davanti alla stessa Ferrari, ma Carey non cerca lo scontro con Maranello: "Ha un'importanza unica, vogliamo che rimanga parte di questo sport".
Si discute ad esempio di tetto ai budget, idea che in passato non ha funzionato: "Prima era su base volontaria, non succedeva nulla a chi non lo rispettava", precisa il CEO del Circus. "Partiamo da un altro punto, non ha senso spendere le cifre di adesso. Rispettiamo il DNA, la tecnologia, ma il nostro obiettivo è creare un grande sport. È nell'interesse di tutti, lo capiranno".
Non è mancata una battuta conciliante sull'abolizione delle grid girls ("Anche a me piacevano, ma non erano più linea con il mondo moderno"), una sul calendario ("la priorità non è aumentare il numero ma lo spettacolo, ovunque dove decideremo di andare stringeremo accordi di lunga durata"), e soprattutto una stoccata alla Formula E: "È uno street party con una missione nobile per l’ambiente, ma la gente non sa neanche chi ha vinto la gara".