8 Feb [19:42]
Chilton rivive la parentesi Nissan
"Non era nemmeno un'auto da corsa"
Jacopo Rubino - Photo4
"È la cosa più difficile che io abbia mai guidato. Non può nemmeno essere considerata una vettura da corsa". Sono le parole di Max Chilton per definire la GT-R LM, il disastroso prototipo con cui la Nissan ha tentato di rivoluzionare le carte nel WEC. Rimediando invece, una clamorosa sconfitta e battendo in ritirata. Intervistato da Autosport, il pilota inglese ha ripercorso la breve e sfortunata parentesi del 2015 con la casa nipponica, di fatto ristretta alla sola 24 Ore di Le Mans.
Una gara in cui Max ha potuto percorrere appena 70 tornate, a un ritmo lontanissimo dalla concorrenza. "Ce l'abbiamo messa tutta, ma era irrilevante. Ogni venti minuti stavi ai box per un'ora a causa di un guasto", ricorda Chilton. "In rettilineo toccavamo i 360 orari, più veloci di Porsche e Audi. Ma per arrivare lì, eravamo già sotto di quattro secondi. In curva la macchina era lentissima, senza trazione, anche le GT ci mettevano pressione nelle ultime chicane".
Dopo l'esperienza in F.1 con la Marussia, un'avventura in LMP1 con un grande costruttore costituiva per Chilton un'ottima opportunità: "Nissan mi ha chiamato e ci siamo accordati in fretta, l'annuncio è stato dato a metà marzo". Le cose, però, sono andate male sin dall'inizio: "Fu abbastanza scioccante scoprire che la macchina sarebbe stata a trazione anteriore. Considerando però, che si trattava di un progetto ufficiale, pensavo che avrebbero fatto comunque un buon lavoro".
E invece, i problemi si sono susseguiti senza sosta, con il forfait nei primi due round del Mondiale a Silverstone e Spa e un debutto a Le Mans davvero raffazzonato. Del resto, Max aveva potuto percorrere soltanto 250 km con la GT-R LM, per giunta su un tracciato quasi inutile come quello di Bowling Green, impianto di proprietà Chevrolet in Kentucky. "Già alla vigilia ero piuttosto pessimista. La Nissan ha avuto un'esposizione enorme, ma non c'era nessuna speranza", ammette il 26enne britannico, in equipaggio con Olivier Pla e Jann Mardenborough.
Chilton, ora entrato nella IndyCar con il team Ganassi, trova però il bicchiere mezzo pieno: "Ho imparato molto. In squadra c'erano tante persone di talento, che hanno fatto tutto ciò che si poteva, ed il gruppo di piloti era piuttosto variegato. Insieme siamo stati bene. E in verità, la settimana di avvicinamento ala 24 Ore è stata fra le più divertenti della mia carriera". Riprovarci, però, era davvero impossibile: "La macchina andava completamente ridisegnata. Anche se ricominciassero i test a tempo pieno, ci vorrebbero due anni per essere pronti".