Alfredo Filippone
Una metamorfosi quasi simbolica: a poche settimane dalla fine di questo 2021, anno del centenario di Spa-Francorchamps, sul circuito belga sono iniziati ingenti lavori volti a trasformare uno dei punti più iconici della pista e dello sport auto, la sequenza Eau Rouge-Raidillon. Le ruspe sono al lavoro da vari giorni e hanno già abbattuto la tribuna, lo storico chalet all’esterno del Raidillon e parecchi alberi, oltre a smottare di non poco la collinetta sulla quale sorgevano.
Questo permetterà di ingrandire la zona di fuga (che conterrà anche una vasca con ghiaia) mentre verrà leggermente ridisegnata anche la piega dell’Eau Rouge per renderla più pronunciata. Un ritorno al passato, visto che l’Eau Rouge, in origine una vera ‘esse’, è stata più volte ritoccata (l’ultima, nel 1994).
All’epoca, il rischio maggiore, in caso di toccata, cedimento meccanico o velocità eccessiva, era che le vetture partissero per la tangente contro il terrapieno all’inizio della salita; si ricorderà l’incidente mortale di Stefan Bellof nel 1985 in una gara del Mondiale Endurance. Col tempo, e la crescita delle performance delle vetture (soprattutto in materia di velocità in curva), il rischio si è spostato in cima al Raidillon, dove ormai gli incidenti, in tutte le categorie, sono frequentissimi e per lo più, gravi, come insegnano il dramma di Anthoine Hubert due anni fa in F2, ma anche tantissimi altri ‘botti’, soprattutto quelli fra più macchine nelle prime fasi di gara, come alla 24 Ore e nella gara di W Series di quest’anno. Con le modifiche, oltre ad incrementare gli spazi di fuga, si cerca di rallentare le vetture prima della salita, che dovrebbero poter percorrere in modo più rettilineo, con meno carico sulle ruote sinistre, e meno rischi di ‘svirgolare’ dopo la compressione della salita.
Interventi sono previsti anche sulle zone di fuga in cima al Raidillon, dove sorgerà una tribuna tutta nuova, sicuramente una delle postazioni più spettacolari dell’intero Mondiale. I lavori costeranno 80 milioni di euro, a carico del governo regionale vallone, il maggior finanziatore dell’impianto, e fanno parte del vasto programma di ammodernamento della struttura varato dalla direttrice del circuito, Nathalie Maillet, scomparsa a fine luglio in circostanze drammatiche. La Maillet voleva anche una trasformazione dell’impianto per renderlo più eco-sostenibile, aspetto che conosceva bene dato il suo passato di architetto industriale.
L’altro obiettivo perseguito con la modifica dell’Eau Rouge e del Raidillon è poter riportare le moto (in un primo tempo il Mondiale Endurance e poi, anche la MotoGP) su una pista già polivalente, visto che vi fa tappa il WRC e ha già ospitato gare mondiali del WRX nell’apposito stadio costruito poco fa dietro le tribune vecchie, quelle difronte ai vecchi box. In una fase ulteriore di lavori, anche queste tribune sono destinate ad essere abbattute e sostituite da una struttura più moderna, cosi come gli ultimi chalet esistenti all’interno dell’Eau Rouge e in fondo al vecchio paddock.
Inutile dire che la trasformazione di Spa è lungi dal raccogliere unanimi consensi. I puristi e gli appassionati più sensibili alla storia sono a dir poco sgomenti di fronte a quello che viene considerato un vero e proprio ‘attentato’. Chi è a favore (o ha un qualche interesse...) parla invece di evoluzione inevitabile per stare al passo coi tempi. Vero è che si poteva rinnovare facendo un po’ più attenzione a salvare elementi e costruzioni emblematiche e che non sempre le trasformazioni faraoniche portano i frutti sperati (per ragguagli, chiedere a chi ha voluto fare del nuovo Nürburgring un parco tematico) Nel frattempo, conservate foto e cartoline di come Spa-Francorchamps era ed è sempre stato, perché tra non molto saranno immagini da collezionare...