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5 Dic [20:01]

Hamilton e un anno di alti e bassi
Ad Abu Dhabi il saluto alla Mercedes

Massimo Costa - XPB Images

Cosa sta accadendo nel team Mercedes? Come è possibile che Lewis Hamilton stia soffrendo così tanto in qualifica? Se a Las Vegas era riuscito a ribaltare la brutta sessione del sabato con una gara splendida che da decimo lo aveva portato in seconda posizione alla bandiera a scacchi, a Losail il sette volte campione del mondo non ne ha azzeccata una, rimanendo costantemente alla berlina del compagno George Russell.

Cominciamo dalla qualifica Sprint. Russell si è piazzato secondo in 1’21”075, Hamilton si è fermato a 1’21”474, equivalente alla settima posizione. Quattro decimi secchi di differenza. Nella gara Sprint, Russell è stato costantemente in lotta con le due McLaren ed ha terminato terzo, Hamilton non ha fatto meglio del sesto posto subendo un gran sorpasso dalla Ferrari di Charles Leclerc.

E veniamo alla qualifica del Gran Premio. Russell ha lottato per la pole e alla fine gli è stata consegnata grazie alla penalità inflitta a Max Verstappen. George aveva ottenuto il tempo di 1’20”575 mentre Hamilton è finito lontano, sesto in 1’21”011, più di quattro decimi e mezzo. Nessun progresso dunque, rispetto al giorno precedente. Ed ecco la gara. Russell ha spinto forte tenendo salda la terza posizione finché un pit-stop sfortunato, difficoltà nell’estrarre la ruota posteriore destra, non gli ha fatto perdere tempo e alla bandiera a scacchi ha concluso quarto.

Hamilton? Un disastro. E’ partito in leggero anticipo, se ne è accorto subito e si è scusato col team. In quella fase ha perso due posizioni. Poi, è iniziato il solito lamento riguardante la poca guidabilità della sua vettura, la mancanza di aderenza, un bilanciamento sbagliato. Tutto è andato storto insomma, ed ha finito 12esimo, il peggior risultato del 2024. Non è certo il caso di mettere in dubbio le qualità di Hamilton, ma è un dato di fatto che a Losail nulla ha girato per il verso giusto per lui mentre il suo compagno veleggiava nelle prime posizioni.

Un Russell che, non va dimenticato, ha vinto a Las Vegas dopo essere partito dalla pole, il regno di Hamilton con 104 pole ottenute in carriera, mai nessuno come lui in F1. Basti pensare che Michael Schumacher, il secondo in tale graduatoria, ne ha siglate 68. Ma quest’anno, Lewis non è riuscito a conquistarne neanche una. Per la precisione, gli manca da Budapest 2023. E la cosa che deve ferirlo non poco è che Russell di pole in questo 2024 ne ha collezionate ben quattro: Montreal, Silverstone, Las Vegas, Losail (anche se quest’ultima arrivata, come detto, per la penalità a Verstappen).



Però, Hamilton quest’anno ha saputo vincere da campione quale è, a Silverstone e Spa. Dunque, quale è il motivo di questo presunto rallentamento di Hamilton, che in qualifica ha perso il confronto con Russell (ad oggi) per 17 a 6. Chi l’avrebbe mai detto che si generasse una simile differenza in questo 2024? Che Hamilton abbia perso davvero il tocco magico che lo ha portato a essere il più grande poleman della storia della F1? Parrebbe una eresia, ma i dati del 2024 sembrano prendere questo sentiero, certamente pericoloso e pieno di trappole.

Hamilton quando sente che qualcosa va storto nella sua monoposto, se non si trova in una situazione che può portarlo alla vittoria, lascia l’impressione che molli gli ormeggi. A 39 anni, con il record di pole e di vittorie, con sette mondiali vinti, ci può anche stare. Soprattutto in una annata strana per lui, che lo ha visto in rosso, Rosso Ferrari, ancora prima del via del campionato. Certo, stiamo parlando di un grande professionista che ha dedicato la vita al motorsport, ma la distrazione verso Maranello può avere influito sul suo rendimento, anche semplicemente nell’inconscio, soprattutto in una stagione così lunga, snervante, e durante la quale ha visto la Ferrari crescere costantemente. E dunque con la mente che inevitabilmente guarda a quello che lo attende in Italia.

Si è anche sentito parlare di un possibile “boicottaggio” da parte della Mercedes nei suoi confronti, di maggiori attenzioni nei confronti di Russell per renderlo sempre più prima guida, per caricarlo in vista del 2025 quando il team diretto da Toto Wolff sarà tutto sulle sue spalle, cosa che in effetti gli sta riuscendo benissimo perché la crescita di George appare evidente. Ma non crediamo troppo a queste dicerie, certi giochetti non sono mai stati di casa in Mercedes, che non è la Red Bull per intenderci, maestra nel puntare sempre e solo su un pilota.

Questo fine settimana, ad Abu Dhabi, sarà l’ultima volta di Hamilton con la squadra con la quale ha vinto sei titoli iridati. Una pista, quella di Yas Marina, che gli ha anche procurato profonde ferite in quanto ci ha perso il titolo 2017, a favore del compagno Nico Rosberg, e soprattutto quella indimenticabile del 2021, con il clamoroso finale falsato dal direttore di gara (ex) Michael Masi che diede semaforo verde a Max Verstappen. Un evento che fece traballare Hamilton tanto che aveva paventato il ritiro dalle corse, poi rientrato. Sarebbe bello allora, vederlo tornare splendente proprio su questo circuito, lanciando così un bel segnale alla Ferrari tutta.
RS Racing