Da Imola - Michele Montesano
Sole, pioggia, bandiere gialle, safety car e risultato incerto fino all’ultimo, non ci si è annoiati nella 6 Ore di Imola. Il secondo appuntamento stagionale del FIA WEC, nonché primo sul suolo europeo, ha dispensato emozioni dalla prima all’ultima curva. Dopo quanto visto nelle qualifiche, ci si attendeva una festa Ferrari ma, così come lo scorso anno a Monza, a tagliare per prima il traguardo è stata la Toyota. A tenere alta la bandiera italiana ci ha pensato Valentino Rossi che, al volante della BMW M4 GT3, ha conquistato il suo primo podio nel Mondiale Endurance.
Nonostante il sole, Imola ha accolto la partenza della 6 ore con temperature decisamente più basse rispetto alle qualifiche di sabato. Ci hanno pensato le Ferrari a scaldare i tifosi, giunti numerosi (73.000) ad assiepare gli spalti, dettando il passo fin dalle prime battute. Le emozioni non sono mancate fin dalla prima curva quando Matthieu Vaxiviere ha innescato una collisione multipla. Arrivato troppo veloce alla prima staccata del Tamburello, il pilota Alpine ha centrato la Peugeot di Paul di Resta coinvolgendo anche la BMW di Marco Wittmann e l’Isotta Fraschini.
Riprese le ostilità, Nicklas Nielsen e Antonio Fuoco, quest’ultimo bravo a sorpassare la 499P AF Corse di Robert Kubica, hanno iniziato ad allungare sui rivali. La prima ora di gara è stata inframezzata da due Full Course Yellow, la prima per rimuovere i detriti presenti in pista e la successiva per spostare la Ferrari 296 GT3 di Thomas Flohr, rimasta insabbiata al Tamburello. Proprio in queste fasi, Kubica ha rimediato un drive through per aver effettuato un sorpasso in regime di bandiere gialle.
In occasione della prima sosta ai box, c’è stato il cambio al vertice, Giovinazzi ha preso il comando delle operazioni mentre Nielsen, costretto ad effettuare un cambio alla posteriore sinistra, ha perso terreno. Attimi di panico nel box Ferrari in occasione del cambio piloti. James Calado, salito sulla 499P al posto di Giovinazzi, ha iniziato a duellare con Miguel Molina che ha rilevato il volante da Nielsen. In difficoltà a mandare in temperatura gli pneumatici, lo spagnolo ha ceduto il passo anche alla Toyota di Nyck De Vries. L’olandese ex F1 ha approfittato dell’ennesima Full Course Yellow, causata dall’uscita di pista di Carl Bennet, per cogliere di sorpresa Molina.
Con i nuvoloni sempre più minacciosi e carichi di pioggia, a rimescolare le carte ci ha pensato la safety car, scesa in pista allo scoccare della quarta ora a seguito del lungo di Callum Illot, rimasto incagliato nella ghiaia della Rivazza. Contemporaneamente, alla Peugeot di Loïc Duval è esplosa l’anteriore sinistra alla staccata del Tamburello spargendo numerosi detriti in pista. A completare il quadro ci si è messa la pioggia che è iniziata a scendere, sempre più copiosa, sul circuito di Imola.
In netta difficoltà sul bagnato, le Hypercar si sono viste sfilare dalle più lente GT3 prima di effettuare il passaggio alle gomme rain. In questi frangenti Toyota ha interpretato al meglio le condizioni atmosferiche rimandando in pista De Vries con gli pneumatici da bagnato. Stessa strategia da parte delle Porsche del Penske Motorsport, mentre in Ferrari hanno atteso troppo tempo prima di effettuare il passaggio alle gomme scanalate. Tale scelta si è rivelata sbagliata facendo scivolare tutte e tre le 499P fuori dalla zona podio.
Toyota ha proseguito a dettare l’andatura anche con Kamui Kobayashi, bravo a gestire l’asfalto che, man mano, è iniziato ad asciugarsi. Il giapponese ha quindi tenuto a bada la rimonta delle Porsche di Kevin Estre e Matt Campbell che hanno completato il podio. Antonio Fuoco, salito a bordo della 499P per effettuare l’ultimo stint, ha provato un disperato recupero, ma purtroppo si è dovuto accontentare di un misero quarto posto davanti la Toyota di Brendon Hartley.
In grande spolvero il trio BMW Sheldon van der Linde, Robin Frijns e René Rast sesti davanti alle Ferrari di Alessandro Pier Guidi e Yifei Ye protagonisti di un serrato duello nelle ultime fasi. A completare la zona punti, la nuova Peugeot 9X8 di Jean-Eric Vergne, Nico Müller e Mikkel Jensen. Impegnata nella sua prima gara di casa, Lamborghini ha terminato in dodicesima posizione con una prestazione solida da parte di Mirko Bortolotti, Edoardo Mortara e Daniil Kvyat.
Doppietta firmata BMW WRT in LMGT3. A trionfare è stata la M4 di Darren Leung, Sean Gelael e Augusto Farfus. Proprio il brasiliano, grazie alla sua esperienza sul bagnato, si è rivelato l’arma vincente nella seconda metà della gara rintuzzando gli attacchi di un combattivo Maxime Martin in equipaggio con Ahmad Al Harthy e Valentino Rossi. L'ex centauro di Tavullia ha mandato in visibilio il suo pubblico con un turno di guida aggressivo e ricco di sorpassi. Terzo posto per la Porsche del poleman Alex Malykhin affiancato da Joel Sturm e Klaus Bachler.
Fuori dal podio la Ferrari 296 GT3 di Alessio Rovera, Simon Mann e François Heriau. L’ufficiale del Cavallino Rampante nelle ultime battute ha avuto la meglio sull’Aston Martin Vantage del terzetto composto da Ian James, Daniel Mancinelli e Alex Riberas. Gara dai due volti per le Ford Mustang del Proton Competition. Ryan Hardwick, Zacharie Robichon e Benjamin Barker hanno ottenuto i primi punti nel WEC grazie al nono posto di classe, mentre la GT americana portata in pista da Giorgio Roda, Mikkel Pedersen e Dennis Olsen è stata costretta al ritiro dopo aver danneggiato l’estrattore. Gara amara anche per le Iron Dames messe fuorigioco da un incidente al via.
Domenica 21 aprile 2024, gara
1 - Conway-Kobayashi-de Vries (Toyota GR010) - Toyota - 205 giri
2 - Estre-Lotterer-L.Vanthoor (Porsche 963) - Penske - 7"051
3 - Campbell-Christensen-Makowiecki (Porsche 963) - Penske - 25"626
4 - Fuoco-Molina-Nielsen (Ferrari 499P) - Ferrari - 31"469
5 - Buemi-Hartley-Hirakawa (Toyota GR010) - Toyota - 33"777
6 - Frijns-Rast-S. Van Der Linde (BMW M Hybrid V8) - WRT - 1 giro
7 - Pier Guidi-Calado-Giovinazzi (Ferrari 499P) - Ferrari - 1 giro
8 - Kubica-Shwartzman-Ye (Ferrari 499P) - AF Corse - 1 giro
9 - Jensen-Müller-Vergne (Peugeot 9X8) - Peugeot - 2 giri
10 - Bamber-Lynn (Cadillac V-LMDh) - Cadillac - 2 giri
11 - Button-Hanson-Rasmussen (Porsche 963) - Jota - 2 giri
12 - Bortolotti-Mortara-Kvyat (Lamborghini SC63) - Lamborghini - 2 giri
13 - Chatin-Gounon-Milesi (Alpine A424) - Alpine - 4 giri
15 - Di Resta-Duval-Vandoorne (Peugeot 9X8) - Peugeot - 5 giri
16 - Lapierre-Schumacher-Vaxiviere (Alpine A424) - Alpine - 6 giri
17 - Serravalle-Bennett-Vernay (Isotta Fraschini Tipo6) - Isotta F. - 14 giri
18 - Leung-Gelael-Farfus (BMW M4) - WRT - 19 giri
19 - Al Harthy-Rossi-Martin (BMW M4) - WRT - 19 giri
20 - Malykhin-Sturm-Bachler (Porsche 911 GT3 R) - Manthey - 20 giri
21 - Heriau-Mann-Rovera (Ferrari 296) - AF Corse - 20 giri
22 - James-Mancinelli-Riberas (Aston Martin Vantage) - Heart - 20 giri
23 - Caygill-Pino-Sato (McLaren 720S) - United AS - 20 giri
24 - Van Rompuy-Andrade-Eastwood (Corvette Z06) - TF Sport - 20 giri
25 - Koizumi-Baud-Juncadella (Corvette Z06) - TF Sport - 20 giri
26 - Hardwick-Robichon-Barker (Ford Mustang) - Proton - 21 giri
27 - Mateu-Bastard-Sorensen (Aston Martin Vantage) - D'Station - 21 giri
28 - Cottingham-Costa-Saucy (McLaren 720S) - United AS - 21 giri
29 - Flohr-Castellacci-Rigon (Ferrari 296) - AF Corse - 21 giri
30 - Schiavoni-Cressoni-Perera (Lamborghini Huracan) - Iron Lynx - 22 giri
31 - Robin-Boguslavskiy-K. Van Der Linde (Lexus RC F) - Akkodis ASP - 22 giri
32 - Kimura-Masson-Lopez (Lexus RC F) - Akkodis ASP - 23 giri
33 - Shahin-Schuring-Lietz (Porsche 911 GT3 R) - Manthey - 34 giri
34 - Marciello-Wittmann-D. Vanthoor (BMW M Hybrid V8) - WRT - 42 giri
Giro più veloce: Antonio Fuoco 1'31"794
Ritirati
Tincknell-Jani-Andlauer (Porsche 963) - Proton
Bovy-Pin-Gatting (Lamborghini Huracan) - Iron Dames
Roda-Pedersen-Olsen (Ford Mustang) - Proton