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26 Nov [13:19]

Intervista a Bruno Michel
'Perché andiamo in Asia'

La GP2 Series ha appena concluso la sua terza stagione, e tutti e tre i suoi campioni, Nico Rosberg, Lewis Hamilton e Timo Glock, hanno centrato il passaggio in Formula 1. La serie ha ovviamente rispettato le aspettative. Riprendiamo allora una intervista a Bruno Michel, organizzatore della GP2 Series, apparsa su Formula1.com.

Qual è la sua visione di questo primo triennio?

"Portare i piloti in F.1 era il principale obiettivo della GP2, quindi possiamo essere molto felici del risultato. Ma per conquistarlo, abbiamo dovuto dimostrare che il livello delle vetture era tale da permettere ai migliori piloti GP2 di effettuare l'ultimo passo in buone condizioni. Penso anche che grazie alla qualità delle gare abbiamo attratto molta attenzione da parte degli elementi-chiave della Formula 1".

"Mentre sembra esserci una visione unanime sul fatto che la GP2 colmi un gap tra le categorie inferiori e la F.1, il fattore-costi è ancora visto come qualcosa di problematico. Come rispondete a queste accuse?

"Siamo sempre molto preoccupati per il fattore-costi, ma bisogna tenere a mente che le vetture GP2 sono tecnicamente molto avanzate, e ciò è necessario per attrarre i migliori team e piloti. Inoltre abbiamo più di 20 corse all'anno, cosa che dona molta credibilità alla serie. Ovviamente cerchiamo di fare tutto il possibile per evitare delle escalation e, considerando il numero di piloti che vogliono entrare in GP2 tutti gli anni, penso che il sistema funzioni abbastanza bene".

- Dal gennaio del prossimo anno, la GP2 si espanderà all'est, sul sentiero tracciato dalla Formula 1. Quale filosofia ha portato a questa decisione?

"L'Asia sta diventando un continente chiave per l'industria dell'automobilismo, ma i piloti locali non sono ancora sufficientemente preparati per arrivare in Formula 1. Stiamo cercando di chiudere il gap portando un campionato molto competitivo. Useremo le vetture attuali per tenere i costi più bassi possibile".

- Perché questa decisione anziché quella di correre un campionato
intercontinentale?


"Essere in grado di seguire la Formula 1 per 18, 20 weekend, senza avere un budget elevato sarebbe stato troppo difficile per i team dal punto di vista finanziario. Invece con due campionati, specialmente affrontati con piloti diversi, il budget può essere diviso".

- Gestirete l'Asia Series direttamente dal posto. Come funzionerà? I team partecipanti stabiliranno basi in Dubai?

"Sì, avremo la nostra base nel Dubai, dove verranno effettuati i test e disputate le prime due gare della stagione, ma i team non avranno la necessità di nuove sedi. Lavoreranno sulle vetture negli spazi di tempo precedenti e successivi al weekend di gara. Questo contribuirà anche a controllare ulteriormente i costi".

- Il primo campionato sarà composto da cinque eventi, con Malesia e Bahrain che si disputeranno all'interno dei rispettivi weekend di Formula 1. L'espansione a comprendere tutti i Gran Premi nella regione è tra i vostri obiettivi?

"L'obiettivo è quello di estendere il numero di coincidenze con la Formula 1 nel futuro. Essere presenti in tutti i weekend è un passo ulteriore, che non è ancora stato preso in considerazione".

- La GP2 si è concretizzata in Europa come un ottimo prodotto in sé e come una perfetta categoria d'accesso alla Formula 1. Cosa ha convinto tutti i team, tranne uno, a seguirvi in Asia?

"E' stata un'evoluzione logica per loro. Avevano le vetture e sapevano come lavorarci sopra, oltre ad avere sempre avuto il problema di tenere impegnato il loro staff per tutto l'anno. E' anche un modo di coprire i propri costi fissi con due differenti fonti di guadagno. Quindi non è stato difficile convincere quasi tutti i team".

- Devono esserci stati molti team locali che chiedevano di entrare nella GP2 Asia Series, ma solo il Meritus Racing di Kuala Lumpur è stato ammesso. Eravate concentrati sui team esistenti?

"Per le ragioni appena spiegate, e per un fatto di lealtà, abbiamo dato priorità ai team esistenti. Dal momento che una squadra aveva deciso di non partecipare (Racing Engineering, ndr), abbiamo ovviamente dato lo slot ad un team locale. Abbiamo pensato che Meritus Racing fosse la squadra con maggiore esperienza, ed in grado di essere competitiva da subito contro i team attuali".

- La GP2 ha stabilito una solida piattaforma per i vari partner, saranno con voi anche nell'espansione in Asia?

"Renault e Bridgestone sono da molto tempo supporter della serie e continueranno in futuro. Bridgestone sarà partner anche dell'Asia Series e ne siamo estremamente felici, considerando la qualità del loro coinvolgimento e l'esperienza che offrono ai giovani piloti prima della F.1. E per quanto riguarda i principali fornitori, Dallara e Mecachrome, continueremo a lavorare con loro sia nell'Asia Series che nella serie principale, non volendo apportare cambiamenti in un gruppo così forte. Tutti continueranno a lavorare e a sviluppare i propri prodotti, perché un campionato, per mantenersi competitivo, deve mantenersi in evoluzione".
RS Racing