Massimo CostaDieci anni. Tanti ne sono trascorsi da quando nel 2014, primo Paese in Europa, in Italia è partita la Formula 4 per volontà della FIA, di Aci Sport e di WSK Promotion. Dieci stagioni che hanno visto protagoniste le monoposto Tatuus-Autotecnica, binomio rivelatosi perfetto per la crescita dei giovanissimi piloti. E sì, perché se prima l'età permessa per salire in formula era di 16 anni, con lo storico monomarca Renault 2.0 (sempre vetture Tatuus), che per almeno 30 anni è stata la categoria assoluta di riferimento per il movimento giovanile tra campionati nazionali ed europeo, con lo sbarco della Formula 4 si è permesso ai 15enni di fare il salto dal kart alla Tatuus.
Grazie anche al link perfetto tra karting e F4 operato da WSK Promotion, la categoria è passata dai 28 piloti che nel 2014 avevano partecipato almeno ad un weekend agonistico ai 36 del 2015, Poi, il balzo a 48 presenze nel 2016, un lieve calo l'anno seguente con 38 piloti nel 2017, e dal 2018 al 2021, si sono avuti sempre 44-42 ragazzini che hanno partecipato come minimo ad un evento. Ma non è finita, perché nel 2022 c'è stata l'esplosione della serie, con ben 55 piloti che hanno attraversato almeno in una occasione la corsia box di un weekend F4 italiano, mentre nel 2023 sono stati 50.
Numeri pazzeschi che non hanno risentito delle flessioni economiche mondiali degli ultimi anni. Merito della serietà messa in campo da Aci Sport e WSK Promotion, entità che hanno sempre saputo rinnovarsi e offrire ai giovani provenienti dal karting un paddock di alta qualità, in grado di contrastare l'ascesa di altri campionati di F4 come quello spagnolo, inglese e francese. Può sembrare facile gestire una categoria come quella del primo passaggio in monoposto per chi proviene dal karting, ma non è affatto così, basta guardare quanto accaduto in Germania, con la F4 ADAC.
Luca De Donno è il boss di WSK Promotion che si divide tra karting e F4 con notevole maestria organizzativa: "Per noi il decimo anno è stato molto importante, abbiamo realizzato numeri veramente notevoli nel corso delle varie stagioni e per noi è motivo di grande soddisfazione. Abbiamo una continuità nella presenza delle squadre che ci fa ben sperare per il futuro. Ogni anno si riparte da zero, ogni stagione ha una sua storia. Non dobbiamo mai crogiolarci per i risultati ottenuti, ma è necessario guardare sempre avanti, cercare di migliorare le cose. E' una attitudine che mettiamo in pratica anche nel mondo del karting dove in questa disciplina i risultati sono notevoli".
Un legame importantissimo quello tra kart e F4..."E' un lavoro che inizia proprio dal karting e che ci aiuta a indirizzare i piloti nella miglior maniera. I numeri ci danno ragione. Dieci anni di F4 ci hanno permesso di vedere alcuni dei piloti cresciuti nella nostra categoria arrivare in F1 divenendo professionisti , un segnale che ci conferma come la strategia della filiera kart-formuila 4 italiana sia giusta. E spero che questo si confermi anche nei prossimi anni".
Siete sempre alla ricerca di migliorie, cosa c'è in serbo per il 2024?"PIccole cose, ma la storia ci dice che effettuare troppe variazioni non va bene. E' importante avere una base che funziona su cui lavorare. Per questa stagione 2024, il format rimane invariato anche perché siamo sempre in condomino con altri campionati e le disponibilità sono quelle che sono, ma non ci lamentiamo affatto, nel corso dei weekend abbiamo sempre ottimi spazi" .
Negli ultimi anni i piloti italiani sono calati come presenza nella F4 tricolore. Come mai?"Bisogna dire che ormai il nostro sport è ormai senza confini, nel karting abbiamo almeno cinquanta diverse nazionalità, piloti con budget importanti che poi riescono a salire in Formula 4. Può capitare di avere un maggior numero di asiatici, o di sudamericani, ma stiamo parlando di continenti. Se andiamo a vedere nazione per nazione, ci si rende conto che gli italiani in realtà sono presenti in buon numero nel karting e che in F4 alcuni hanno scelto di essere al via in altri contesti, ma ci sono. La Gran Bretagna è forse l'unico Paese che fa la differenza, ha una buona base, una F4 che schiera piloti nazionali, ma di media fanno venti iscritti. Ora Italia e Spagna portano avanti il marchio F4 in maniera massiccia e competitiva. Ritengo che ogni disciplina, karting e F4 ma non solo, debba avere il proprio apice in quanto a competitività. Stiamo parlando di belle palestre, sane, dove il livello e la qualità sono altissimi. E riuscire a creare questo è fondamentale perché permette ai piloti di battersi col meglio che c'è nel mondo".
Se quest'anno non vi saranno particolari cambiamenti, nel 2023 ce n'è stato uno notevole: l'introduzione della Euro 4. Come è andata?"La Euro 4 la volevamo lanciare da almeno due anni. Per le esigenze di alcuni team, i sette appuntamenti del campionato italiano andavano stretti, benché ritenga che sia il giusto numero. La Euro 4 ha completato una offerta che in realtà c'era da tempo, perché prima alcune squadre andavano a disputare gare in Germania, ma non partecipando a tutti gli eventi di quel campionato, non potevano lottare per il titolo. Ecco invece, che con la Euro 4 creata in accordo con Aci Sport, diamo la possibilità di lottare per vincere un campionato, far parte di un albo d'oro. Così facendo è stata anche concessa una opportunità ai rookie senza perderne lo status. Come primo anno di Euro 4, sono soddisfatto, la media delle presenze è stata di 25 piloti di diverse nazionalità ed abbiamo soddisfatto le squadre. Quindi, lavoriamo anche per migliorare questa nuova serie".