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22 Ago [14:31]

Intervista a Delfino (Tatuus)
"La media vetture al via è sorprendente"

Jacopo Rubino

In Tatuus c'è sempre qualcosa in divenire. La pietra miliare del 2022, ovviamente, si chiama T-421: è la vettura di Formula 4 di seconda generazione, che sta affrontando la sua prima stagione in diversi campionati nazionali, da quelli confermati di Italia, Spagna, Germania ed Emirati Arabi, dove è avvenuto il battesimo in inverno, alle novità di Gran Bretagna e Brasile. Il contesto globale presenta ancora ostacoli da affrontare, eppure l'azienda lombarda è riuscita ad andare oltre le aspettative, alimentando schieramenti di partenza da numeri record. Ma oltre al successo della nuova F4, c'è la completa maturazione della Formula Regional, l'espansione prevista negli Stati Uniti e quella già avvenuta Oltremanica. Ma Tatuus, come ci ha raccontato l'amministratore delegato Giovanni Delfino, corre anche fuori dalle piste: è ormai iniziato il conto alla rovescia per il trasferimento nella nuova sede di Arese, che sarà all'avanguardia nel settore e sarà la base in cui costruire altri scenari affascinanti per il futuro.



Giovanni, siamo al giro di boa della stagione 2022, la prima per Tatuus con la nuova Formula 4 in pista. Qual è il bilancio fino a questo momento?
"Se dovessi usare una parola, direi sorprendente. Con tutte le difficoltà di una catena di supporto che ancora non è operativa come servirebbe, e come i nostri stessi clienti meriterebbero, siamo riusciti a mettere in piedi la fornitura di sei campionati di Formula 4. Inoltre, stiamo ultimando le consegne per la serie in India che inizierà a novembre. Abbiamo già superato le 150 monoposto costruite, ovviamente con tutta la ricambistica correlata. A livello di contesto economico e industriale ci sono situazioni che abbiamo sotto controllo e altre che non possono esserlo totalmente, per colpa di contingenze globali come la carenza di materie prime, i ritardi nella logistica, problemi con lavorazioni o personale mancante".

"Per una somma di cause, i nostri fornitori a volte devono comunicarci di non essere in grado di garantire i lotti richiesti, e da qui si attivano piani alternativi che purtroppo non ci permettono sempre di supportare adeguatamente i team. Faccio un esempio: tale è la richiesta di pezzi in carbonio, chiaramente i più soggetti a danni in caso di incidente, che abbiamo deciso di non vendere ricambi sensibili come musetti o ali, se non in caso di manifesta necessità. Solo così possiamo garantire un servizio adeguato, pur a discapito delle nostre vendite e del nostro interesse economico. Ma con questa filosofia possiamo sostenere campionati dal numero incredibile di iscritti".

Gli schieramenti, quando non sono da tutto esaurito, sono comunque in crescita dappertutto.
"Certe cifre erano stati preventivate, ma era difficile credere che si sarebbero davvero realizzate. Le medie di auto al via sono superiori a quelle di qualsiasi stagione passata, fino al picco dei 45 partecipanti attesi dal campionato italiano nella tappa del Red Bull Ring. Un vero record. Anche la serie spagnola si sta disputando con una media di 28 monoposto, una cosa mai accaduta, in Germania siamo a 23, in Brasile corrono tutte le 16 auto ordinate, e in Gran Bretagna c'è una crescita rispetto alle edizioni precedenti. È la conferma delle capacità delle federazioni e dei promotori, così come della validità del prodotto che sappiamo offrire".

Si può dire che la bontà di questa nuova Formula 4 superi persino difficoltà generali che vanno oltre il motorsport?
"Senza dubbio c'è una base di partenza che si è rivelata vincente, anche se vogliamo fare degli affinamenti. Però, è giusto riconoscere i meriti anche a chi lavora con Tatuus. In primis ci sono appunto federazioni e organizzatori, con format che permettono a tutti gli iscritti di essere presenti, a scuderie di diverse dimensioni di poter vendere i programmi per la stagione, ai piloti di gareggiare in modo sicuro. E poi c'è l'assistenza tecnica che mettiamo a disposizione, anche con Autotecnica, o la presenza sui circuiti di aziende partner come Andreani Group e TM Performance. Senza dimenticare ovviamente la rete di fornitori che ha contribuito a lanciare una vettura che non dà preoccupazioni legate all'affidabilità. Come dico sempre, preferiamo sacrificare un po' i margini di guadagno sulla macchina, in favore di un prodotto qualitativo che possa rivelarsi vincente per tutti".



Di sicuro, entrata nel secondo ciclo tecnico, il movimento F4 gode sempre di ottima salute. Ora più che mai.
"Ancora una volta, bisogna ribadire quanto sia stata indovinata la creazione di questa categoria da parte della FIA, come primo approdo dal karting e in vista del passaggio a categorie di grado superiore".

La Formula Regional, che invece è ormai un pacchetto maturo, vive a sua volta un momento splendido tra Europa e Asia.
"Anche in questo caso registriamo griglie sempre piene, nel quinto anno dalla nascita di questa monoposto. Non a caso stiamo già proponendo ai promotori un kit di aggiornamento per il 2023, che ha un duplice scopo: da un lato anticipare la generazione successiva, e dall'altro aiutare a rendere più spettacolari le gare, sia per chi guida che per il pubblico".

Non dimentichiamo che il telaio T-318 è utilizzato anche dalla W Series, che resta sempre una grande vetrina grazie alla concomitanza con i Gran Premi di F1, dalla Toyota Racing Series pronta a ripartire in Nuova Zelanda, ma anche nella Ultimate Cup in Francia.
"Si tratta di contesti variegati, sotto molti punti di vista. Ad esempio, la W Series è un campionato monogestione mentre altrove ci sono squadre in concorrenza, oppure si utilizzano propulsori e pneumatici differenti. In ogni caso, tutti i campionati sono in ottima forma. Ho anche piacere di ricordare la collaborazione nata fra W Series e Toyota Racing Series, che in attesa di ricominciare dopo le limitazioni dovute alla pandemia, ha messo a disposizione il proprio parco macchine per la categoria femminile nel round di Barcellona e lo farà per quello di Suzuka, dando un aiuto con la logistica. Pur con differenti motori, cambio, elettronica e personale in assistenza, ad emergere è sempre stato il talento di chi sta al volante. Questo è indice che la nostra vettura ha un rendimento sempre in linea con le attese. Ne siamo orgogliosi".



Apriamo invece il capitolo Gran Bretagna. Cominciamo dalla GB3, gestita da un partner di lunga data come la MSV di Jonathan Palmer, che ha varato a sua volta una monoposto evoluta.
"Palmer per noi resta un partner storico e futuro, visto che stiamo già ragionando su nuove possibilità, nuove vetture e aggiornamenti. Ha voluto una macchina che combinasse prestazioni e i più recenti standard di sicurezza, con un telaio che ora permette di integrare l'Halo e tutte le componenti di sicurezza richieste dalla FIA. Inoltre, MSV ha investito nella creazione del campionato GB4, recuperando dal mercato le Formula 4 di prima generazione, per dare una opportunità in più ai ragazzi che dispongono di budget ridotti, ma anche a piloti gentleman che vogliono approcciarsi al mondo delle monoposto".

E poi, appunto, c'è l'inedito impegno con la British F4, il primo fra i grandi campionati di Formula 4 ad aver cambiato fornitore.
"Inizialmente, per noi era quasi motivo di imbarazzo collaborare con due promotori nello stesso Paese, e che potevano sembrare in concorrenza. Abbiamo dovuto anche superare un po' di diffidenza dalle squadre, che dopo alcuni anni si sono trovate a relazionarsi con un telaista e con fornitori diversi. Ora, comunque, è stato tutto superato. La British F4 sta gradualmente prendendo quota e per l'anno prossimo ci sono altre scuderie intenzionate ad entrare. Con un buon pacchetto tecnico, come sempre, il resto vien da sé"



Ora passiamo dall'altra sponda dell'Atlantico, con le serie americane della filiera IndyCar.
"Anche qui le iscrizioni sono in buon numero, e per nostra parte, finalmente, abbiamo avuto modo di tornare ad essere presenti in loco con l'assistenza tecnica e per dialogare con il promoter Andersen. Abbiamo raccolto i pareri positivi dei team per i telai aggiornati di Indy Pro 2000 e USF2000, sul fronte tecnico e persino per l'estetica, e l'organizzatore ci ha chiesto di lavorare anche su una categoria inferiore, la USF Juniors. Forniremo un telaio modulare, basato sulla Indy Pro 2000, che attraverso un kit sarà facilmente riconfigurabile per passare da una specifica all'altra. Le squadre avranno così l'opportunità di affrontare due campionati".

A fine 2022, cosa ti renderebbe più soddisfatto per Tatuus?
"Il 10 ottobre è la data che abbiamo fissato per completare il nostro cambio di sede. Al di fuori dell'attività ordinaria, al momento tutti i nostri sforzi sono concentrati sull'apertura di questa nuova base ad Arese che sarà davvero all'avanguardia, una struttura di primo livello. Inaugurarla sarà una soddisfazione imprenditoriale, ma anche un passo importante per il benessere dei nostri dipendenti e per la soddisfazione dei clienti. Sarà anche un luogo di forte valore simbolico, trattandosi dell'ex stabilimento Alfa Romeo".

Quale spinta darà a Tatuus il nuovo quartier generale?
"È qualcosa che abbiamo già visto in precedenza con Autotecnica. Quando abbiamo trasformato la sede, tra spazi e attrezzature, si è evoluto anche il business dell'azienda. Si creano rami di attività e occasioni anche solo per come ci si mostra a potenziali partner. Ovviamente non si tratta solo di facciata, perché per Tatuus avremo spazi triplicati in cui accogliere risorse non ancora presenti, fra personale, macchinari, processi e procedure, e disporremo della pista prova adiacente. Si apriranno prospettive che ad oggi, forse, non sono neppure immaginabili".

Intervista tratta dal Magazine Tatuus
https://www.italiaracing.net/mag_tatuus/2022_0001/ita/index.html
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