Jacopo Rubino - XPB ImagesLa squadra è la stessa, ma in realtà l'Aston Martin del 2021 non è la Racing Point del 2020: in pista non si distingue, né per la livrea (dal rosa si è passati a un verde troppo scuro) né per la prestazioni. Questo all'amministratore delegato Otmar Szafnauer non va giù, come normale che sia, accendendo però una polemica pretestuosa durante il weekend di Imola. Secondo il manager americano, la sua scuderia è stata penalizzata più di altre dai cambi regolamentari che hanno ridotto il carico aerodinamico, avendo una filosofia progettuale a basso "rake", ossia la differenza di altezza da terra fra anteriore e posteriore. L'Aston Martin pagherebbe la presunta volontà di tenere a freno la Mercedes, da cui deriva strettamente. Szafnauer ha annunciato una richiesta di chiarimenti alla FIA, addirittura mirando a una marcia indietro a Mondiale in corso: ha solo dimostrato di non saper accettare il verdetto della pista.
Szafnauer, che non escludeva azioni legali, ha poi ammorbidito la sua posizione bellicosa, dopo "un paio di incontri con la FIA". Forse è venuto a più miti consigli, spiegando: "A questo punto siamo abbastanza soddisfatti che tutti i passi corretti siano stati seguiti. Siamo ancora nel dialogo, stiamo cercando di capire che tutto sia stato fatto in modo corretto ed equo".
Ma a cosa si riferisce? Alle modalità con cui sono state approvate le regole tecniche 2021. I correttivi a fondo, diffusore e prese d'aria dei freni per tagliare circa il 10 per cento della downforce erano stati pensati per motivi di sicurezza, dovendo ridurre le sollecitazioni sui pneumatici Pirelli che, causa pandemia, sarebbero dovuti rimanere gli stessi del 2020 (e del 2019). Ma l'azienda italiana ha poi preparato gomme di costruzione più rigida, in teoria facendo venir meno quella necessità.
Bene ha fatto Christian Horner, team principal Red Bull, a sottolineare la debolezza delle lamentele di Szafnauer: "Le regole sono state votate in modo unanime, prima di passare attraverso la F1 Commission e il Consiglio Mondiale. È un po' ingenuo pensare che, all'improvviso, possano venir modificate per il risultato di una singola gara (quella in Bahrain, ndr), dopo che è stata seguita tutta la procedura. Faccio fatica a capire".
In Bahrain, peraltro, ha vinto la Mercedes, che a Imola ha poi centrato la pole-position con Lewis Hamilton: la W12 a basso rake, dopo aver faticato nei test invernali, è tornata competitiva, dimostrando che la dicotomia fra i due concetti inizia a contare relativamente, quando ogni scuderia conosce meglio le proprie auto. In Aston Martin, quindi, bisogna semmai chiedersi se si è davvero lavorato nella direzione giusta, dopo aver beneficiato nel 2020 di un'auto "clone" della Mercedes 2019, innescando i malumori degli avversari e ricevendo una
penalità dalla Federazione per il caso dei brake ducts.
Al Gran Premio dell'Emilia Romagna, con Lance Stroll, è arrivato qualche altro punto, nonostante i guai al cambio che hanno invece costretto al ritiro Sebastian Vettel. Senza dimenticare i problemi di surriscaldamento freni prima del via che hanno colpito entrambi i piloti. Nella sede di Silverstone c'è da rimboccarsi le maniche, ma meglio farlo in silenzio.