23 Ago 2009 [0:40]
Le Frecce d'argento sono d'oro
Giornata nera per gli italiani
Quello che ha fatto il team McLaren in queste ultime settimane è qualcosa di incredibile. In poco tempo, con una determinazione e una capacità che sembra non avere eguali nel paddock della F.1, la squadra inglese diretta da Martin Whitmarsh ha letteralmente ribaltato una situazione che era stata già data per irrecuperabile dallo stesso Lewis Hamilton. La grandezza di un team si vede anche da come sa reagire alle difficoltà: e così, mentre la BMW da mesi non riesce a trovare il bandolo della matassa e annuncia il ritiro dalla F.1, la Toyota continua da anni non sapere costruire macchine competitive, la Ferrari abbozza timide reazioni, la Renault da mesi non è in grado di tornare con continuità nelle prime file, le frecce d'argento diventano d'oro. In silenzio, senza tante polemiche sul Kers, sul fondo e su quant'altro, come hanno fatto invece il team principal della Renault Flavio Briatore e il presidente Ferrari Luca di Montezemolo per nascondere gli errori interni.
Hamilton è il magnifico interprete della rinascita McLaren (dal passo accorciato di 5 millimetri) ed è andato a prendersi una bella quanto meritata pole. Heikki Kovalainen, "l'operaio" ai servigi del campione inglese ha rialzato la testa dimostrando che se pungolato a dovere sa come si firma una prima fila. E senza quell'errore all'ultima staccata del suo giro più veloce, la pole sarebbe stata sua. Le due McLaren potranno prendere il largo nel corso del Gran Premio? Difficile. Rubens Barrichello guida una Brawn che ha azzeccato le ultime modifiche, soprattutto alle sospensioni, e riappare brillante come a inizio stagione. Jenson Button poteva essere lì, con le due McLaren se non avesse commesso un errore, come ha ammesso con rara onestà.
La Red Bull sui cittadini soffre e Sebastian Vettel si è comunque inventato un bel quarto tempo. Più in difficoltà il meno talentuoso Mark Webber, che in certe circostanze fa maggior fatica a sopperire alle difficoltà tecniche. Kimi Raikkonen è sesto con una Ferrari che di più non può ottenere. Da tempo memorabile non si vedeva una Rossa in ultima fila. L'idea di riportare in pista Luca Badoer dopo 10 anni potrà risultare utile a partire dal prossimo GP del Belgio. Forse. Arranca la Renault, ottava con un volitivo e generoso Fernando Alonso. Bravo il debuttante assoluto Romain Grosjean, capace di capire con professionalità l'utilizzo della gomma in qualifica e di superare con agilità il Q1. In pratica, ha ottenuto col sorriso ciò che nell'ultimo anno e mezzo ha fatto senza segnali di miglioramenti il trombato Nelson Piquet, sempre col broncio e con l'aria di chi subìva complotti. Nella sua testa.
Poca gloria per Jarno Trulli e Giancarlo Fisichella. La Force India è decisamente veloce a Valencia, le novità aerodinamiche apportate sulla VJM02 sono risultate azzeccate e l'incremento prestazionale si aggira sui 7 decimi. Adrian Sutil ci ha dato dentro alla sua maniera sfiorando l'ingresso nel Q3, Fisichella ha perso una buona occasione rimanendo intrappolato nel Q1. Il romano si è giustificato affermando di avere messo le ruote dove non doveva, ovvero sullo sporco creatosi in alcuni punti della pista dopo il terzo turno libero per via della perdita di olio dalla Red Bull di Vettel. Così ha preso una scodata e addio chance di realizzare un buon crono. Trulli è apparso enigmatico. Mentre il suo compagno Timo Glock ha passato il Q1, l'abruzzese vi è rimasto dentro. Misteriosamente ha dichiarato che la macchina non era più quella del turno precedente, frase sentita anche in altre occasioni dal buon Jarno. E che... dice tutto e nulla.
Massimo Costa