Massimo Costa - XPB ImagesIl più intelligente devo essere io, aveva detto Lewis Hamilton alla vigilia di Jeddah. Non c'erano dubbi su questo e il sette volte campione del mondo lo aveva voluto rimarcare consapevole che Max Verstappen a Jeddah e Yas Marina avrebbe abusato oltre modo delle sue abituali scorrettezze. E questo puntualmente si è verificato. Come avevamo già scritto dopo il GP di Monza (
Il "bullo" Verstappen ha la caratura per diventare campione?) Verstappen si comporta da bullo di quartiere e non ha un piano B nel suo piccolo repertorio di pilota.
Quando viene attaccato e sa che sta per essere superato, la sua reazione è quella di ostacolare l'avversario portandolo fuori, nella via di fuga. Il suo mantra è:
io non mollo, ad alzare il piede devi essere tu anche a costo di creare un incidente. Lo faceva in kart, lo ha fatto nel suo unico anno di F3, ha proseguito con la Toro Rosso nel suo ingresso in F1, ha continuato su questa linea con la Red Bull (ricorderete i litigi con Sebastian Vettel, Kimi Raikkonen, Daniel Ricciardo), spesso rimanendo impunito e probabilmente sollecitato nel guidare in tal maniera da Helmut Marko, Christian Horner e dal suo entourage, il padre Jos e il manager Raymond Vermeulen, ma su queste due persone non vi erano dubbi in tal senso.
Ebbene, a Jeddah, Verstappen si è impegnato a fondo per far capire, a chi in questi otto anni di F1 non lo avesse ancora compreso, come intende il suo modo di gareggiare: danneggiando l'avversario. Domenica 5 dicembre, l'olandese ha provato ripetutamente a ostacolare in maniera scorretta Hamilton nei suoi tentativi di sorpasso. Nessuna sorpresa, è da inizio campionato che alla prima manovra di sorpasso che Lewis tenta su Max, l'inglese viene spinto in via di fuga.
Ma in Arabia Saudita, Verstappen ha fatto ancora meglio, frenando per farsi volutamente tamponare nella speranza che Hamilton, a seguito dell'urto, si ritirasse. Divenendo così campione del mondo. La telemetria Red Bull visionata dalla FIA, ha dimostrato che il pilota della vettura numero 33 ha dato un
pestone sul freno da 69 bar in rettifilo con decelerazione di 2,4g. A titolo di paragone: in una staccata violentissima si arriva a 150 bar e 4,5g, quindi quello che alcuni hanno definito “rallentamento" tale non è.
Chiamasi semplicemente dolo, chiara intenzione di danneggiare la corsa di un avversario.
Hamilton che sa ragionare, non voleva passare Verstappen (che doveva ridargli la posizione per non incappare in una penalità) in quel punto, prima dell'ultima curva, perché sapeva che subito alla prima staccata lo avrebbe ripassato col DRS. L'astuzia del sette volte campione del mondo. Verstappen, che come sottolineato sopra non ha un piano B, si è innervosito e ha pensato bene di frenargli in faccia per mostrare chi è il più forte. Ma gli è andata male, perché Hamilton è riuscito a sterzare e pur con l'ala danneggiata è andato a vincere il Gran Premio. E ci è riuscito nonostante tutta la "sporcizia" messa in pista da
Verstappen, uscito distrutto mentalmente dal confronto con Hamilton in questi ultimi mesi.
Verstappen a Jeddah è riuscito ad accumulare tre penalità, roba da debuttante. La terza infrazione è per la frenata in faccia a Hamilton, che come abbiamo scritto, è puro dolo. Ma i commissari sportivi FIA, non hanno avuto il coraggio, come in tante altre occasioni, di essere severi dandogli un puffetto, 10" di penalità, che non cambiano il secondo posto finale.
Michael Schumacher nel 1997, per il tentativo di buttar fuori l'avversario con cui si giocava il mondiale, Jacques Villeneuve, sul circuito di Jerez, si è visto togliere tutti i punti ottenuti nella stagione. E' come se quell'anno Schumacher non avesse corso. E quella fu la sua unica vera scorrettezza nei confronti di Villeneuve. Ma il danno di immagine per la F1 fu ritenuto enorme.
Oggi abbiamo una FIA e una Liberty Media che anziché intervenire nella stessa maniera,
togliendo i punti a Verstappen, si sfrega le mani felicissima per avere due piloti che si giocheranno il titolo all'ultima gara partendo con gli stessi punti in classifica. Bello, bellissimo, ma chi respira motorsport, sa benissimo che il pilota della Red Bull sta giocando sporco fin dal primo momento e che a Jeddah ha superato tutti i limiti possibili.
Ma la FIA di oggi è debole, con un presidente in uscita (Jean Todt) e un direttore di gara inadeguato (Michael Masi) che ad ogni gara cambia idea sull'attribuzione delle penalità e che a San Paolo non è intervenuto sulla manovra di Verstappen ai danni di Hamilton facendo dire agli altri piloti: ok, ora sappiamo come comportarci visto che non si viene penalizzati...
E' una FIA che non insegna il corretto comportamento ai giovani piloti e questo è di una gravità inaudita.
Lo diciamo con convinzione: una Federazione seria, oggi avrebbe squalificato dal campionato Verstappen . Per dare una lezione al bullismo imperante del pilota olandese e per dare un monito a tutti coloro che si mettono un casco in testa. A tutto ci deve essere un limite e questo non va superato. Altrimenti lo spettacolo della F1 si trasforma in uno spettacolo vergognoso come accaduto a Jeddah...
E se domenica Verstappen a Yas Marina diverrà campione del mondo, beh, non sarà un bell'esempio per nessuno.