28 Ott [0:38]
L'ultimo saluto a Gino Macaluso
La notizia è di quelle che ti si abbattono addosso e ti lasciano stordito. Gino Macaluso se n’è andato la scorsa notte, all’improvviso. A sessantadue anni appena, l’età giusta per cominciare a dedicare il giusto tempo alle proprie passioni. E quella del torinese emigrato con successo in Svizzera erano le auto da corsa. Non gli orologi che pure hanno rappresentato una parte importantissima della sua attività professionale. “Gli orologi sono il lavoro”, diceva.
Difatti non aveva mai rinnegato le sue origini corsaiole, i suoi trascorsi da copilota nella squadra Fiat con e per la quale aveva vinto, sul sediolo di destra, un titolo italiano e uno europeo. Era anche stato direttore sportivo della formazione torinese ed era stata un’esperienza troppo breve. Appassionato collezionista di vetture da rally e non solo, alle corse era tornato qualche anno fa. Allestendo un team assai ben organizzato con il quale, oltre ai figli, ha corso e vinto pure Andrea Dallavilla. Anche questa era stata una parentesi troppo breve, chiusa per svolgere il ruolo di presidente della Csai.
Alla moglie e ai figli, l’abbraccio di Italiaracing.