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8 Mag 2019 [12:09]

Preston (DS Techeetah) fiducioso:
"Abbiamo ottimizzato il pacchetto"

Alessandro Bucci

In testa al campionato costruttori della stagione 5 con 142 punti nel carniere, DS Techeetah si appresta a disputare l’ePrix nel Principato di Monaco con grande ottimismo, avendo collezionato ben tre podi in altrettante gare negli ultimi due mesi. Quart’ultimo appuntamento in calendario, il weekend monegasco si è disputato per la prima volta nel 2015, registrando la vittoria di Sébastien Buemi (Renault e.dams) seguito da Lucas Di Grassi (Audi). Risultato bissato dai due avversari nell’edizione del 2017, l’ultima che si è corsa prima del gradito ritorno nel 2019.

Il team boss della DS Techeetah, Mark Preston, ha individuato nell’ePrix di Sanya (Cina) una chiave di svolta per il miglioramento complessivo del pacchetto, dicendosi molto ottimista del lavoro svolto in tandem dalla scuderia cinese e i recenti partner della DS. La conferenza stampa tenuta al DS World di Parigi, rinomata location dove arte, auto e motori si incontrano, è stata ghiotta occasione per scambiare qualche punto di vista con Preston, attivo in Formula 1 nel recente passato con squadre del calibro di McLaren, Arrows e Super Aguri, senza dimenticare che l’avventura di Mark è iniziata nella serie full electric proprio con la scuderia che fu si Aguri Suzuki, iconico pilota del Sol Levante.

Mark, in seguito all’ePrix di Sanya, hai affermato che quel weekend è stato un momento cruciale per la crescita del pacchetto complessivo della vettura. Confermi?
“Penso che ad Hong Kong siamo stati molto veloci, in particolare con André (Lotterer), e siamo arrivati a Sanya molto preparati, considerando anche il lavoro svolto al simulatore da entrambi i piloti. Sono state due corse in cui abbiamo potuto saggiare la bontà del nostro pacchetto e, come dice la parola stessa, si tratta di più componenti che funzionano contemporaneamente producendo una performance molto valida. I test effettuati dagli ingegneri DS in sede, tenendo conto anche dalle informazioni ricevute dai piloti, sono stati molto specifici e utili: ogni aspetto ha funzionato bene in pista dal punto di vista della vettura. Purtroppo uscire presto in qualifica è un grosso problema perché l’evoluzione della pista è davvero rapida. Pensiamo a Lotterer, che a Roma ha fatto bene nel gruppo 1 e poi è riuscito a fare la pole nonostante un giro non perfetto nella Superpole. La pioggia era diminuita ed è impressionante considerare quanto abbia inciso sulla performance. Chiaro, questo vale per tutti, ma sono fattori non trascurabili”.

André Lotterer ha tenuto un ritmo indiavolato in più di una corsa quest’anno, perdendo sfortunatamente per lui il confronto con un altro pilota. Qual è il segreto del tedesco nel mantenere ritmi simili con le Gen2?
“Le difficoltà incontrate a Città del Messico, ci hanno permesso di capire cose molte importanti, messe a punto soprattutto nei giorni dedicati ai test. Questo lavoro, unitamente a quello svolto al simulatore (e relativa comparazione tra essi), hanno permesso ad André di ottimizzare il suo stile di guida essendo sempre molto veloce, gestendo l’energia davvero molto bene. Anche per JEV, che è stato impegnato nei test, il miglioramento c’è stato. Sfortunatamente alcune penalità ed eventi sfavorevoli lo hanno rallentato, ma la grande velocità unitamente ad una gestione migliorata dell’energia, c’è stata”.

Quanto può incidere il degrado delle gomme in un calo di prestazione nella Formula E?
“Il degrado delle gomme non penso che sia il responsabile del calo di una performance in Formula E. A Roma, quest’anno, la Jaguar (di Evans) era più veloce ma non per le condizioni delle gomme. Lo scorso anno, sul tracciato italiano e a Parigi, ad esempio, abbiamo disputato due corse molto positive, con JEV che ha vinto la gara di casa. Le condizioni meteo e della pista incidono molto di più del degrado delle gomme generalmente parlando”.

Ti piace il fan boost?
“Dunque, ha caratterizzato la categoria sin dall’inizio e credo sia positivo che permetta un’interazione tra i fan e la serie, con gli appassionati che restano maggiormente connessi all’ePrix e magari si appassionano esprimendo le loro preferenze, avendo oltretutto un’incidenza (seppur non determinante) sulla corsa. Ma l’Attack Mode comporta un apporto superiore e mi piace decisamente di più. Lo abbiamo visto, ad esempio, nel duello tra Mitch Evans (Jaguar) e il nostro André Lotterer a Roma. Ha contribuito a generare una battaglia altamente spettacolare e la gestione dell’Attack Mode ha avuto eccome un peso nell’esito. Per cui ok il fan boost, ma è l’Attack Mode che può fare davvero la differenza”.