12 Nov 2008 [11:11]
Via alla sfida finale tra
Yvan Muller e Gabriele Tarquini
La grande sfida sta per andare in scena. Le strade e i casinò di Macao, domenica, decideranno chi sarà il quarto campione della storia del WTCC. Chi fra Yvan Muller e Gabriele Tarquini metterà fine (o perlomeno darà uno stop) alla dinastia di Andy Priaulx e della BMW. Questo è l’unico dato sicuro alla vigilia della gara più impronosticabile che ci sia. Sia l’inglese sia la Casa tedesca infatti, andranno per la prima volta a Macao senza poter portare a in Europa nessun titolo in quanto la matematica ha già tolto loro tutte le possibilità.
Sarà solo una sfida fra uomini Seat gli unici rimasti a concorrere al titolo più prestigioso, nonché l’unico rimasto. Quello costruttori è stato conquistato in Giappone dal costruttore spagnolo con grande soddisfazione del boss Jaime Puig, che ha saputo centrare l’obiettivo passando attraverso una scelta tecnica discutibile quanto si vuole, ma coraggiosa, permessa dal regolamento e soprattutto rivelatasi vincente: il diesel. Puig ha già portato la Coppa al Consiglio di Amministrazione della Seat, il quale molto probabilmente lo ricompenserà con la conferma del programma sportivo nel 2009.
Centrato l’obiettivo, il manager spagnolo potrà mettersi al muretto box senza più ansie, ma godendosi la lotta in famiglia e cercando nel contempo di portare al terzo posto della classifica generale quel battitore libero che è Rickard Rydell. Per il resto sarà solo un duello fra uomini. Dire chi vincerà è praticamente impossibile da dire alla vigilia di una gara come Macao. La logica vorrebbe Yvan Muller visto che ha quattordici punti di vantaggio su Tarquini quando in palio ce ne sono venti.
Ma chi può dire come finirà. I rail e i muri di Macao hanno sempre ribaltato situazioni che sembravano acquisite. Lo sa bene Yvan Muller che proprio lo scorso anno vide sfumare il titolo ad un giro dalla fine per un banale problema elettrico. Lo sa altrettanto bene Tarquini che ai tempi dell’Alfa fu costretto a saltare la gara dopo aver distrutto la 156 in prova. Incertezza quindi ed è giusto che sia così, senza filtri e senza una logica dettata dalla eventuale superiorità meccanica. E’ la storia di Macao, è la storia di una grande gara che quando ha salutato un vincitore non lo ha mai fatto per caso. Vincere qui vuol dire aver scritto una pagina indelebile della storia delle corse. Che il duello cominci dunque. Uno solo sarà il vincitore, ma l’altro non è detto che sarà davvero uno sconfitto.
Dario Sala