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14 Feb [10:03]

Analisi tecnica Aston Martin AMR23
Pance estreme e retrotreno Mercedes

Michele Montesano

L’Aston Martin AMR23 è senza ombra di dubbio la Formula 1 più estrema vista finora. La monoposto inglese segna un vero e proprio punto di rottura con la precedente AMR22. Infatti, come hanno affermato i vertici durante la presentazione, a cambiare è stato circa il 95% della vettura. In Aston Martin hanno così voluto lanciare un guanto di sfida ai top-team per provare la scalata verso il successo.

La AMR23 è la sintesi del lavoro di squadra svolto da Dan Follow, aerodinamico ex Red Bull, Luca Furbatto, Engineering Director, e Tom McCullough a capo dell’area performance. La nuova monoposto inglese è quindi sicuramente un taglio netto col passato. L’Aston Martin è decisamente estrema a partire già dal telaio, più leggero per cercare di stare sotto il peso minimo di 798 kg, in modo da poter disporre di un po’ di zavorra per bilanciarla al meglio.



Muso lungo e affilato, anteriore push rod

Le prime novità si notano già nel musetto. Più lungo e affilato, pare quasi ispirarsi a quello della Ferrari F1-75, si adagia sul profilo principale dell’alettone anteriore. Nella sezione inferiore presenta un generoso incavo per permettere di far defluire l’aria nel sotto scocca. L’ala anteriore è dotata di un mainplane a corda ridotta e con un andamento centrale a cucchiaio. A generare carico sono gli upper flap che presentano una forma decisamente ondulata, quasi a boomerang nella sezione centrale, per poi scendere verso le paratie laterali dove si raccordano con la bandella creando dei soffiaggi utili per deviare il flusso al di fuori della sagoma della monoposto (effetto outwash).



I cinematismi della sospensione anteriore sono rimasti fedeli allo schema push rod. Tuttavia, sulla AMR23, i bracci dei triangoli superiori sono disallineati: quello frontale, più alto, è ancorato a filo della scocca, mentre il posteriore è più in basso e inclinato. In Aston Martin si è cercato di utilizzare le sospensioni anteriori anche per indirizzare i flussi verso il corpo vettura migliorando, così, l’efficienza aerodinamica della monoposto.



Pance nel segno Red Bull

La zona centrale è senza dubbio quella più interessante della AMR23. Da ex braccio destro di Andrian Newey, Follow ha sviluppato sull’Aston Martin il concetto delle fiancate visto sulla RB18 dello scorso anno. Già l’ingresso delle pance presenta una forte somiglianza con la Red Bull: l’imboccatura è stretta con il labbro inferiore più sporgente rispetto al superiore. Tale soluzione permette di creare un sottosquadro maggiore e, di conseguenza, una canalizzazione in grado di portare molta più aria verso il fondo piatto. Quest’ultimo, pur rispettando le nuove normative, per ora presenta ancora la conformazione della passata stagione.



Tanto lavoro è stato svolto anche sulla parte superiore delle pance che, come sull’Alpine dello scorso anno, presenta un generoso scavo per incanalare il flusso superiore e dirigerlo verso il fondo. Il cofano motore, subito dietro la zona dell’abitacolo, presenta delle feritoie per far evacuare l’aria calda, proveniente dal propulsore, e indirizzarla verso il retrotreno (in particolare le beam wings). L’engine cover, pur presentandosi molto stretta, termina a megafono in corrispondenza dello scarico. Rivisto anche il disegno dell’airscope, irrobustito da regolamento, ora dotato di una presa centrale triangolare e 2 orecchie laterali per alimentare al meglio la Power Unit Mercedes.



Retrotreno con un tocco Mercedes

Il retrotreno è un’anticipazione di quello che vedremo sulla prossima W14. Infatti, oltre alla Power Unit, l’Aston Martin condivide con Mercedes anche l’idraulica, la scatola del cambio e le sospensioni. Proprio queste ultime sono rimaste di tipo pull rod ma con punti di attacco diversi. Nello specifico i triangoli superiori, ora paralleli, presentano uno schema multilink per esigenze puramente aerodinamiche.



L’alettone posteriore è sorretto dal doppio pilone con raccordo a collo di cigno sul profilo principale. Quest’ultimo, assieme al flap mobile del DRS, è specificatamente disegnato per tracciati da medio carico. Immancabili le beam wings che, ‘alimentate’ dall’aria calda espulsa dal cofano motore, incrementano l’effetto di espansione del diffusore.

La stagione 2023 segnerà la svolta per l’Aston Martin che punta a combattere stabilmente per il quarto posto nella classifica costruttori. L’obiettivo è di porre le basi per un ulteriore salto di qualità e ambire, in un secondo passaggio, alla vetta. La AMR23 è l’ultima monoposto nata nelle vecchie strutture Aston Martin, infatti il trasferimento nella nuova sede inizierà verso maggio, mentre la galleria del vento entrerà in funzione solamente a partire dal prossimo anno.
RS Racing