Michele Montesano
Togliendo i veli dalla MCL60, la McLaren ha mostrato una chiara evoluzione della monoposto che ha calcato i circuiti di Formula 1 nella scorsa stagione. Però la vettura di Woking, che vuole celebrare i sessant’anni dalla fondazione del team inglese, presenta palesemente delle soluzioni riprese da Red Bull e Ferrari. James Key, pur restando fedele ad alcuni concetti cardine della MCL36, ha infatti provato a reinterpretare i tratti distintivi delle due monoposto che si sono rivelate le più competitive nel 2022.
Muso piatto e pull rod esasperato
Il musetto ha mantenuto quasi lo stesso disegno della scorsa stagione. Ancorato sempre sul secondo elemento dell’alettone anteriore, il naso però presenta una forma più scavata per cercare di canalizzare i flussi verso l’abitacolo della monoposto. La parte inferiore è invece incavata per far confluire aria nel sotto scocca. Leggermente rivista l’ala anteriore che, pur presentando la zona centrale a cucchiaio, differisce in corrispondenza degli endplate. Infatti gli upper flap presentano una corda maggiore centralmente, per poi scendere e chiudersi a ricciolo verso l’esterno generando così l’effetto outwash.
Pur restando fedele alla sospensione anteriore a schema pull rod, sulla MCL60 si nota una differenza nelle geometrie del triangolo superiore. Infatti i bracci anteriori sono stati ulteriormente rialzati, tanto da ancorarsi nella parte superiore del telaio. Tale soluzione è stata studiata per ampliare la distanza fra i triangoli aumentando, di conseguenza, l’afflusso d’aria che va ad alimentare il fondo piatto e i fianchi della monoposto.
Fianchi: un mix fra Red Bull e Ferrari
Le maggiori differenze fra la MCL36 e la nuova MCL60 le si possono notare nella sezione centrale. L’ingresso delle pance, con un labbro inferiore più marcato, assieme alle derive dei canali Venturi formano un vero e proprio canale. L’andamento dei fianchi presenta un sottosquadro nettamente più pronunciato, in stile Red Bull, per spingere l’aria verso l’esterno del corpo vettura e non interferire con gli pneumatici posteriori. Il tutto lavora in sinergia con il marciapiede del fondo piatto che, nel bordo d’uscita, presenta 3 soffiaggi per energizzare i flussi da espellere al di fuori della monoposto.
Salendo si possono notare gli specchietti retrovisori, ora più grandi per regolamento, e i rispettivi supporti utili a mantenere i flussi vicini al cofano motore. Immutato l’airbox che alimenta la Power Unit Mercedes. Mentre la parte superiore delle pance, pur riprendendo l’ultimo sviluppo della MCL36, segue in parte la filosofia Ferrari con la canalizzazione e ben 15 feritoie. Oltre a evacuare il calore sviluppato dal propulsore, tale soluzione permette di generare maggior carico sul retrotreno. I fianchi scendono poi repentinamente verso il fondo piatto, restando più aderenti in corrispondenza dello scarico per incrementare la zona Coca-Cola.
Push rod al posteriore e ala più scarica
Nessuno stravolgimento al retrotreno. James Key ha confermato la sospensione posteriore a schema push rod in grado di garantire una maggior pulizia nella zona dell’estrattore. Anche per questo motivo in McLaren hanno realizzato in proprio la scatola del cambio, al fine di compattare il più possibile i cinematismi interni.
L’alettone posteriore, sorretto da un monopilone, presenta un profilo principale a cucchiaio, mentre il flap mobile del DRS ha una corda leggermente ridotta. Maggiorata invece la sezione delle beam wing che, grazie all’aria calda soffiata dagli sfoghi del cofano motore, aumenta l’effetto di espansione del diffusore. Quest’ultimo, come ormai da prassi, è stato gelosamente nascosto da occhi indiscreti.
In Formula 1 non è di certo una novità ‘copiare’ soluzioni già viste su altre monoposto avversarie. Il compito più arduo però è riuscire a farle funzionare correttamente. Forse, anche per questo motivo, in McLaren si è deciso di introdurre altri sviluppi solamente a partire dal quarto GP stagionale, evidentemente per studiare a fondo il pacchetto base e l’assetto ottimale della MCL60.