Massimo CostaCome un fulmine a ciel sereno, stamane il Corriere della Sera è uscito con un articolo in cui si prefigura l'arrivo in Ferrari di Jean Todt, presidente FIA il cui mandato scadrà il 17 dicembre. Una notizia sicuramente interessante e che vedrebbe il team di Maranello riabbracciare l'uomo che l'ha guidato dal 1993 al 2008 vincendo i mondiali prima con Michael Schumacher e poi con Kimi Raikkonen. In totale, 14 titoli iridati fra piloti e costruttori.
Secondo quanto riporta il quotidiano milanese, sarebbe John Elkann l'ideatore del possibile ritorno di Todt in un ruolo di consulente del team principal Mattia Binotto. Il 76enne francese sarebbe coinvolto nelle questioni politiche, eccellente interlocutore con la Federazione, in cui ha dimostrato di essere molto abile sia nel lungo periodo trascorso in Ferrari sia negli anni di presidente FIA. Non va inoltre tralasciato il fatto che il figlio Nicolas gestisce fin dagli inizi della carriera Charles Leclerc, attuale pilota Ferrari.
Quali sono gli ostacoli per far sì che Todt ritorni a essere un uomo Ferrari? Prima di tutto l'età: il presidente uscente della FIA ha 76 anni ed è sempre stato in prima linea nel motorsport. Sicuramente gradirebbe un periodo di riposo se non proprio "salutare" definitivamente il mondo delle corse. Altro ostacolo, ben più insormontabile, riguarda la figura del suo successore a presidente FIA. In pole, al momento, sembra esserci Mohammed Bin Sulayem, ex pilota di rally, 60enne degli Emirati Arabi Uniti, attualmente uno dei sette vice presidenti della FIA e che si racconta essere nemico giurato di Todt.
Non si conoscono i motivi dei contrasti, ma trapela che Bin Sulayem vorrebbe ribaltare come un calzino la FIA attuale, ridandole quel potere e quella autorità che nel tempo ha perso. In molti hanno notato che il saluto della F1 a Todt come presidente FIA è stranamente avvenuto prima del via della gara di Jeddah e non in occasione dell'ultimo appuntamento stagionale di Abu Dhabi, terra di Bin Sulayem, che avrebbe impedito nel programma del weekend, questa appendice. Insomma, una vera guerra tra il presidente uscente e il vice presidente FIA.
Di conseguenza, se Bin Sulayem dovesse divenire il nuovo presidente FIA, ecco che ogni confronto tra Todt consulente Ferrari e la "nuova" Federazione risulterebbe perdente già in partenza. Il peso politico di Maranello diverrebbe totalmente ininfluente con un Todt visto come nemico dalla FIA. Se invece a essere votato presidente FIA sarà Graham Stoker, molto vicino a Todt e anch'esso vice presidente, ma con la delega di presidente, sicuramente vi sarebbe una continuità con l'attuale struttura della Federazione che farebbe comodo alla Ferrari.
Sarà dunque interessante vedere quali saranno gli sviluppi di questa vicenda e che dimostra la volontà della Ferrari di ritrovare il peso politico che da tempo ha perso in F1.