8 Mar 2004 [13:37]
Intervista a Angelo Rosin: «Ci sono troppe limitazioni»
Dici Prema Powerteam e dici F.3, F.Renault, Toyota, successi, professionalità, competenza, serietà. E chi più ne ha ne metta. Abituati a esaltare sempre l'erba del vicino, l'Italia delle corse quasi non si è accorta del gioiello Prema, capace nel 2003 di vincere una delle categorie più impegnative: la F.3 Euro Series, oltre alla F.Renault italiana. E di essere divenuta, senza tanti clamori, il punto di riferimento della Toyota che affida nelle mani di Angelo Rosin e dei suoi collaboratori i talenti sui quali intende puntare per il futuro. Angelo Rosin, impegnato oggi a Misano per dei test, ha rilasciato questa intervista a italiaracing.net.
- La F.3 Euro Series sta per vivere il suo secondo anno. Qual è il tuo giudizio sulla categoria?
«La mia opinione è senza dubbio positiva. Lo dimostrano i numeri dei team presenti, la qualità dei piloti che vi partecipano. Non per nulla Ryan Briscoe è tester della Toyota, Timo Glock è il terzo pilota della Jordan e Christian Klien è addirittura guida ufficiale della Jaguar. Poco conta che alcuni di questi abbiano dovuto pagare per arrivare in F.1. Ditemi chi è che per entrare nel mondiale non ha dovuto sborsare qualche milione di dollari, o di tasca sua o grazie agli sponsor. Per questo sono rimasto sorpreso e amareggiato dalle parole del telecronista RAI, Mazzoni, che parlava di Klien come di un intruso senza in realtà conoscere il suo valore, senza essersi documentato su quel che ha fatto il pilota austriaco nel 2003 e nel 2002».
- Purtroppo in TV va di moda parlare a vanvera... Questa stagione quanti saranno gli iscritti alla F.3 Euro Series?
«A dicembre si parlava di quaranta adesioni, ma francamente mi sembrano troppe e direi che per la prima gara vi saranno circa trentadue monoposto. Un buon numero considerando il momento economico critico che sta vivendo l'automobilismo. Un numero che conferma la bontà della categoria. Il ritorno di immagine è elevato, non manca la diretta televisiva, l'abbinamento con il DTM è perfetto perché il pubblico accorre in massa per seguire le gare delle vetture Turismo e di conseguenza scopre la F.3 e i suoi giovani partecipanti. Abbiamo avuto nel 2003 gare in Germania con un numero di spettatori impressionante, più alto di quello registrato per il GP di F.1. Poi c'è il confronto tecnico veramente interessante: motoristi ufficiali come Opel, Mercedes, Toyota, Mugen rendono tutto molto competitivo e quest'anno potremo assistere alla sfida Dallara contro Lola Dome».
- Qualcosa che non va nella F.3 Euro Series?
«Non mi piacciono le limitazioni. Vi sono troppe restrizioni riguardanti i test che poi non possono essere controllate dagli organizzatori. Poi c'è anche la limitazione per il numero dei motori da utilizzare. Insomma, alcune piccole pecche che comunque possono essere migliorate col dialogo».
- La nascita dell'europeo ha cancellato la F.3 francese mentre la F.3 tedesca è rimasta grazie alla volontà di Schafer. Non è un peccato che si siano perse quelle identità nazionali?
«Non conoscevo bene la realtà francese, ma ho notato che numerose squadre di quel Paese si sono buttate a capofitto nella F.3 europea senza fare troppe polemiche. Significa che in Francia la categoria non funzionava. In Germania la F.3 viveva un ottimo successo, era già abbinata al DTM e vi erano squadre e piloti di ottimo livello. La serie europea serviva ed è stata fatta questa scelta dalle due federazioni, tedesca e francese. I risultati hanno loro dato ragione. Poi il calendario non è ristretto a Germania e Francia. Nel 2003 siamo andati in Italia ad Adria, in Austria a Zeltweg e in Olanda a Zandvoort. Nel 2004 avremo gare a Estoril, in Portogallo, a Brno, nella Repubblica Ceca, poi ancora ad Adria. Certo, manca la Gran Bretagna, la Spagna, ma per ora va bene così».
- Uno sguardo alla F.3 italiana...
«Noi abbiamo corso in Italia fino al 1999, l'ultimo anno in cui si sono visti piloti di una certa qualità perché quando andavano a misurarsi in campo internazionale facevano bella figura. Esistono passaggi di transizione, come quelli degli ultimi anni, anche se devo dire che non ho visto segnali di crescita. Mi auguro che Bonanomi e Montanari, due espressioni della serie tricolore, quest'anno nella F.3 europea possano dimostrare il loro valore».
- Nella F.Renault sembra che, finalmente, gli italiani possano dire la loro. Persiani e Filippi sono stagi velocissimi nei test invernali.
«Sono andati molto bene, ma i test invernali non dicono tutto. Domenica c'è la prima gara a Vallelunga e lì vedremo se i ragazzi italiani potranno finalmente imporsi».
- Torniamo alla F.3. La Prema avrà i debuttanti Perera e Streit e il più esperto Hiranaka. Previsioni?
«Abbiamo dei ragazzi giovani, seguiti con attenzione dalla Toyota che crede molto in loro. Nelle prove invernali hanno lavorato tanto, Perera e Streit li ho visti crescere nella giusta maniera per poi approcciarsi alle gare con la mentalità adeguata. Sono due ragazzi di grande valore e si misureranno in un campionato difficile, di altissimo livello, che vedrà al via piloti già esperti e si sa che l'esperienza non si compra ma la si matura sul campo».
Intervista raccolta lunedì 8 marzo