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10 Ago [15:04]

La CSAI sparisce, ma nulla cambia
Nessuna risposta sul futuro di F.3 e F.Abarth

Massimo Costa

Dimenticatevi queste quattro lettere, CSAI, acronimo di Commissione Sportiva Automobilistica Italiana. Perché sparirà dallo statuto dell'Automobile Club d'Italia. Lo rivela Autosprint. Il cambiamento è dovuto alla necessità di adeguarsi alla legge Melandri. Si dirà, la legge Melandri è piuttosto anzianotta, è applicata al mondo dello sport da diversi anni, ma solo nel 2012 si fa sentire nel motorsport italiano. C'è un motivo; vi sono, meglio dire vi erano, infatti due organismi, ACI e CSAI, con il primo riconosciuto dal CONI, il secondo emanazione dello stesso ACI. Che ora diventa l'unico tutore dell'automobilismo tricolore, affiancato dal Consiglio Sportivo Nazionale e dalla nuova Giunta Nazionale dello Sport.

Unico presidente, Angelo Sticchi Damiani, che dal 2011 già guidava entrambi, sia ACI sia CSAI. Modifiche sono previste nel Consiglio Sportivo Nazionale: avrà trentadue componenti, dieci dei quali presidenti di AC locali. Non ci saranno più i sette delegati regionali sostituiti da sei rappresentanti di scuderie. I rappresentanti degli ufficiali di gara saliranno da due a tre. La inedita Giunta Nazionale dello Sport invece, rimpiazza il Comitato Esecutivo, ne sostituirà i due delegati regionali con un rappresentante delle scuderie ed uno degli ufficiali di gara.

Verrà poi nominato un vicario di Angelo Sticchi Damiani, presidente ACI, che di fatto ricoprirà quello che era il ruolo, ed il dovere, del presidente CSAI. Un'assegnazione importante dunque, almeno sulla carta. Autosprint fa alcuni nomi, come quello di Marco Rogano (dunque, nessuna novità essendo egli presente da qualche "secolo"), Paolo Cantarella (ex amministratore delegato Fiat, ma che cosa ci azzecchi non si sa...), o presidenti di AC locali. Come si vede, si punta su profondi conoscitori della realtà italiana del motorsport. Scherzi a parte, nulla cambierà per chi cerca di portare macchine da corsa sulle piste italiane. O sui campi di gara dei Rally e quant'altro.


La F.3 e la F.Abarth sono in coma
ma nessuno dell'ACI-CSAI offre risposte


Facendo una escursione su quel che più ci riguarda da vicino invece, dopo la debacle della trasferta di Spielberg, con undici monoposto di F.3 (quello italiano è il campionato nazionale con minor numero di vetture in Europa) e dodici di F.Abarth (il più basso numero di macchine per formule propedeutiche in Europa), nessuna risposta è arrivata dai suddetti rappresentanti delle istituzioni, evidentemente impegnati a pensare al loro futuro politico, ai preoccupatissimi team manager presenti in Austria, ovvero quelli che ci mettono la faccia e i soldi per tenere in piedi un doppio campionato morente.

Ma questo non ditelo in giro, perché in CSAI pensano seriamente che tutte le colpe siano solo ed esclusivamente dei proprietari delle squadre che chiedono ai piloti cifre folli tali da far scappare a gambe levate le decine e decine di giovani che altrimenti avrebbero gareggiato a occhi chiusi nella F.3 Italia, anzi, Italian F.3 European Series, e nella F.Abarth ACI-CSAI Italiana ed European Series... La verità è che non danno risposte perché non sanno cosa dire, non hanno progetti e idee vere, concrete, utili, vendono bugie nelle cronache televisive, e ancora oggi manco loro sanno come sia stato possibile ritrovarsi con sessanta vetture tra F.3 e F.Abarth nel 2010. Del famoso progetto Ferrari Driver Academy legato alla F.Abarth non c'è traccia, nessun giovane di questa categoria è più finito realmente nella FDA dal 2010 in poi. Nel frattempo i cancelli si sono aperti e la fuga dei team dai campionati per monoposto malamente organizzati dalla nostra federazione, sta per cominciare. O meglio, continuare.

Nella foto, Sticchi Damiani, Ferrari, Rogano (Photo 4)




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