Michele Montesano
Successo sofferto, quanto meritato, per Toyota nella 8 Ore del Bahrain. Il team nipponico si è confermato, per il sesto anno consecutivo, campione costruttori del FIA WEC. Nonostante siano partiti dalla pole position, Sebastien Buemi, Brendon Hartley e Ryo Hirakawa hanno dovuto ricostruire la gara dopo un contato subito nelle prime fasi. Ancora una volta, la GR010 Hybrid si è dimostrata velocissima, consentendo al terzetto di vincere una gara sulla carta quasi impossibile.
A esultare sul circuito di Sakhir è anche il team Porsche Penske Motorsport che, dopo il successo ottenuto in
IMSA, ha fatto il bis nel Mondiale Endurance conquistando il titolo piloti con Kevin Estre, André Lotterer e Laurens Vanthoor. Veloci quanto sfortunati, gli alfieri della Ferrari Antonio Giovinazzi, Alessandro Pier Guidi e James Calado si sono dovuti accontentare del secondo gradino del podio dopo una gara da assoluti protagonisti. A raddrizzare la giornata degli uomini del Cavallino Rampante, ci hanno pensato Alessio Rovera, Simon Mann e François Heriau vincitori in LMGT3.
Allo spegnimento dei semafori, Sebastien Buemi ha mantenuto il comando mentre, alle sue spalle, Giovinazzi è riuscito a sopravanzare la Toyota di Mike Conway. A centro gruppo, invece, si è assistito a un contatto tra le due Porsche Penske e la Ferrari 499P di Miguel Molina. Ad avere la peggio, è stato proprio lo spagnolo che è scivolato in fondo al gruppo delle Hypercar. Non è andata meglio al leader di campionato Laurens Vanthoor, finito alle spalle delle Peugeot e delle Alpine.
Il primo colpo di scena è arrivato all’inizio del decimo giro. Buemi, nel concludere il doppiaggio su Hiroshi Koizumi, è stato tamponato proprio da quest’ultimo. Colpito al retrotreno, l’alfiere della Toyota si è girato perdendo secondi e posizioni preziose, mentre il pilota della Corvette è stato sanzionato con uno Stop & Go di cinque secondi. A ereditare il comando è stato Giovinazzi che, sfruttando l’aria libera, ha iniziato a imprimere il suo ritmo estendendo il vantaggio sulla Porsche griffata Jota di Will Stevens, primo degli inseguitori.
Tuttavia, i dieci secondi guadagnati dal pilota Ferrari sono stati vanificati nel corso della prima sosta ai box. A causa del dado mal fissato della posteriore sinistra, Giovinazzi ha perso il comando rientrando in pista alle spalle di Stevens. Il pugliese non si è dato per vinto, iniziando una feroce rimonta nei confronti della Porsche del team Jota. Stevens non è riuscito a reggere la pressione di Giovinazzi, sempre più ingombrante negli specchietti retrovisori della 963 LMDh, commettendo un errore in staccata. L’alfiere Ferrari ne ha subito approfittato riprendendo, allo scoccare della seconda ora, il comando della gara.
Giovinazzi ha poi lasciato il testimone a Calado, che ha avuto il difficile compito di gestire la prima posizione durante il tramonto e il diminuire della temperatura dell’asfalto. Alle spalle della Ferrari, si è assistito alla rimonta delle Toyota. Terminato un forsennato recupero, Buemi ha ceduto il volante della GR010 Hybrid a Brendon Hartley che, da perfetto uomo squadra, ha lasciato strada a Kamui Kobayashi, il quale aveva rilevato la Toyota da Conway. Proprio il nipponico, ha però accusato un problema elettronico al cambio scivolando ottavo.
Ancora una volta tutto da rifare per Toyota. Kobayashi si è rimboccato le maniche inanellando una sequenza di giri veloci, risalendo fino al quarto posto al termine della terza ora. Il giapponese ha proseguito la rimonta sorpassando le Porsche di Norman Nato, subentrato a Stevens, e di Michael Christensen, a sua volta protagonista di un bel recupero. Poco prima del termine del suo stint, Kobayashi si è quindi portato alle spalle di Calado. Impeccabile, l’inglese della Ferrari ha quindi consegnato la 499P al primo posto a Pier Guidi.
Gli pneumatici non ancora in temperatura hanno, però, giocato a sfavore dell’italiano che si è ritrovato dietro la Toyota di Nyck de Vries. L’olandese, subentrato a Kobayashi, ha sfruttato appieno l’overcut salendo al comando delle operazioni. De Vries leader ha però avuto vita breve. Portate nelle giusta finestra di utilizzo le gomme, Pier Guidi ha recuperato il distacco sulla Toyota sorpassando di forza l’olandese. Manovra avvenuta appena prima dell’introduzione della prima Full Course Yellow della gara, per permettere ai commissari di spostare alcuni detriti lasciati in traiettoria dalla Ford Mustang.
La 8 Ore del Bahrain si è rivelata una gara stregata per il Proton Competition perché, a distanza di un’ora, Gianmarco Levorato è stato costretto a parcheggiare la sua Mustang GT3 in fiamme. Indispensabile l’ingresso della safety car che ha, così, ricompattato il gruppo. Ad approfittarne è stato Callum Illot il quale, effettuando solamente il rifornimento senza cambio gomme, si è ritrovato in prima posizione.
La gara è ripresa con poco più di due ore dalla bandiera a scacchi con Giovinazzi che, tornato al volante della Ferrari, ha nuovamente riguadagnato il comando della gara. Tutt’altra storia per De Vries, costretto alla resa definitiva a causa del persistere dei problemi elettronici sulla sua Toyota. Complice il ritiro dell’olandese e il difficile recupero da parte della Ferrari numero 50, relegata a centro classifica, al terzetto Porsche Estre-Vanthoor-Lotterer sarebbe bastato terminare la gara per laurearsi campioni.
La Toyota numero 8 sembrava ormai fuori dai giochi per la vittoria quando, all’inizio della penultima ora di gara, Hirakawa è rientrato ai box appena prima del ritiro della Peugeot 9X8 di Paul di Resta. Anche in questo caso la direzione gara ha deciso di adoperare la safety car e ad approfittarne è stato Buemi che, ritornato al volante della Toyota, ha ricucito il divario su Giovinazzi e sulla Porsche di Vanthoor rimasti in pista. La gara è stata ulteriormente inframezzata da due Full Course Yellow per spostare la Lexus di Esteban Masson e la Ford Mustang di Zacharie Robichon.
Nell’ultima ripartenza, Matt Campbell ha subito impresso il suo ritmo. Il pilota Porsche ha quindi sopravanzato gli avversari salendo al comando delle operazioni. Unico a tenere il passo della 963 LMDh è stato Buemi che, nel corso dell’ultima sosta, ha ulteriormente ridotto il distacco nei confronti di Campbell. Lo svizzero, a poco più di mezz’ora dalla fine, ha rotto gli indugi sopravanzando la Porsche per poi involarsi verso la vittoria. Costretto a dover gestire l’usura degli pneumatici, Campbell nell’ultimo giro non è riuscito a resistere all’avanzata di Giovinazzi che, dopo aver sorpassato in precedenza la Peugeot di Mikkel Jensen, ha replicato con la Porsche chiudendo la 8 ore del Bahrain in seconda posizione.
Quinto posto per l’Alpine dal terzetto Paul-Loup Chatin, Ferdinand Habsburg e Jules Gounon. A seguire la BMW superstite di Raffaele Marciello, Dries Vanthoor e Marco Wittmann, visto che l’altra M Hybrid V8 è stata costretta al ritiro già nelle prime battute per colpa di un guasto alla trasmissione. Si è concluso con il settimo posto il sodalizio tra Cadillac e il Chip Ganassi Racing: dal prossimo anno, a rappresentare il costruttore americano sarà il team Jota. Proprio la squadra inglese ha ottenuto l’ottavo posto assoluto, nonché la vittoria riservata ai team privati, con Jenson Button, Phil Hanson e Oliver Rasmussen.
A completare la top 10 è stata la Ferrari 499P gestita dal team AF Corse e la seconda Alpine A424 con Charles Milesi autore di una tamponata alla Ferrari di Antonio Fuoco. I vincitori della 24 Ore di Le Mans, dopo il caotico avvio, sono stati costretti a una gara tutta in rimonta culminata al dodicesimo posto dietro la Porsche dei neo campioni Estre, Vanthoor e Lotterer. Protagonista di un’ottima prima parte di gara, la Lamborghini SC63 LMDh è stata costretta al ritiro, sul finire della settima ora, per noie tecniche.
Dopo il successo ottenuto al Fuji, Ferrari ha concesso il bis nella 8 Ore del Bahrain. Questa volta a vincere sono stati Mann, Heriau e Rovera. Proprio quest’ultimo è stato il protagonista di un’ultimo stint perfetto. Il varesino si è distinto tanto per le sue capacità in attacco che in difesa bloccando le stoccate di Charlie Eastwood fin sotto la bandiera a scacchi. Il portacolori della Corvette, in equipaggio con Rui Andrade e Tom Van Rompuy, ha tagliato il traguardo a soli tre secondi dalla Ferrari di Rovera.
Il team TF Sport si può ritenere più che soddisfatto, visto che ha piazzato la seconda Corvette Z06 sul gradino più basso del podio con Daniel Juncadella, Sebastien Baud e Koizumi. Ci ha provato fino in fondo Matteo Cairoli. L’alfiere Lamborghini si è però dovuto accontentare del quarto posto conquistato con il supporto di Matteo Cressoni e Claudio Schiavoni. Il terzetto dell’Iron Lynx ha preceduto la Porsche 911 di Ricard Lietz, Yasser Shahin e Morris Schuring.
Protagoniste nella qualifica di ieri, le McLaren non sono riuscite ad essere ugualmente incisive in gara. Gregoire Saucy, Nicolas Costa e James Cottingham hanno tagliato il traguardo in sesta posizione mentre il poleman Joshua Caygill, assieme a Nicolas Pino e Marino Sato, ha terminato ottavo. A dividere le due McLaren sono stati i portacolori Ferrari Davide Rigon, Francesco Castellacci e Thomas Flhor. Sfortunato il team Heart of Racing che, per via delle ultime neutralizzazioni, è scivolato dal primo al decimo posto di classe.
Sabato 2 novembre 2024, gara
1 - Buemi-Hartley-Hirakawa (Toyota GR010) - Toyota - 235 giri
2 - Pier Guidi-Calado-Giovinazzi (Ferrari 499P) - Ferrari - 27"539
3 - Campbell-Christensen-Makowiecki (Porsche 963) - Penske - 29"177
4 - Jensen-Müller-Vergne (Peugeot 9X8) - Peugeot - 36"799
5 - Gounon-Habsburg-Chatin (Alpine A424) - Alpine - 37"404
6 - Marciello-Wittmann-D.Vanthoor (BMW M Hybrid V8) - WRT - 47"916
7 - Bamber-Lynn-Bourdais (Cadillac V-LMDh) - Cadillac - 55"841
8 - Button-Hanson-Rasmussen (Porsche 963) - Jota - 1'00"834
9 - Kubica-Shwartzman-Ye (Ferrari 499P) - AF Corse - 1'03"539
10 - Milesi-Schumacher-Vaxiviere (Alpine A424) - Alpine - 1'12"064
11 - Estre-Lotterer-L. Vanthoor (Porsche 963) - Penske - 1'19"711
12 - Fuoco-Molina-Nielsen (Ferrari 499P) - Ferrari - 1'30"651
13 - Jani-Andlauer-Tincknell (Porsche 963) - Proton - 1 giro
14 - Stevens-Ilott-Nato (Porsche 963) - Jota - 1 giro
15 - Heriau-Mann-Rovera (Ferrari 296) - AF Corse - 21 giri
16 - Van Rompuy-Andrade-Eastwood (Corvette Z06) - TF Sport - 21 giri
17 - Koizumi-Baud-Juncadella (Corvette Z06) - TF Sport - 21 giri
18 - Schiavoni-Cressoni-Cairoli (Lamborghini Huracan) - Iron Lynx - 21 giri
19 - Shahin-Schuring-Lietz (Porsche 911 GT3 R) - Manthey - 21 giri
20 - Cottingham-Costa-Saucy (McLaren 720S) - United AS - 21 giri
21 - Flohr-Castellacci-Rigon (Ferrari 296) - AF Corse - 21 giri
22 - Caygill-Pino-Sato (McLaren 720S) - United AS - 21 giri
23 - Malykhin-Sturm-Bachler (Porsche 911 GT3 R) - Manthey - 21 giri
24 - Bovy-Frey-Gatting (Lamborghini Huracan) - Iron Dames - 21 giri
25 - James-Mancinelli-Riberas (Aston Martin Vantage) - Heart - 21 giri
26 - Mateu-Bastard-Sorensen (Aston Martin Vantage) - D'Station - 21 giri
27 - Leung-Gelael-Farfus (BMW M4) - WRT - 21 giri
28 - Al Harthy-Rossi-Martin (BMW M4) - WRT - 22 giri
Giro più veloce: Sebastien Buemi 1'50"492
Ritirati
Bortolotti-Mortara-Kvyat (Lamborghini SC63) - Lamborghini
Di Resta-Duval-Vandoorne (Peugeot 9X8) - Peugeot
Hardwick-Robichon-Barker (Ford Mustang) - Proton
Kimura-Masson-Lopez (Lexus RC F) - Akkodis ASP
Conway-Kobayashi-de Vries (Toyota GR010) - Toyota
Roda-Levorato-Olsen (Ford Mustang) - Proton
Frijns-Rast-S. Van Der Linde (BMW M Hybrid V8) - WRT
Robin-Laursen-K.van der Linde (Lexus RC F) - Akkodis ASP