29 Gen [16:28]
Una gara di Formula E?
A Santiago non piace a tutti
Jacopo Rubino
C'è una lunga lista di città in tutto il globo desiderose di ospitare la Formula E, il suo creatore Alejandro Agag orgogliosamente non ha mai mancato di sottolinearlo. A ragione. Santiago, fra queste, ha raggiunto l'obiettivo: sabato avrà il suo primo ePrix. Tutti felici? Non esattamente. Come riporta la stampa locale, mentre è partito da giorni l'allestimento per il circuito da 2470 metri sede della gara cilena, in tanti considerano l'evento più una fonte di problemi che un'opportunità. Eppure il Cile, Dakar esclusa, non accoglie una competizione automobilistica di tale caratura da oltre sessant'anni.
La macchina organizzativa richiede modifiche di rilievo alla viabilità ordinaria, toccando ad esempio la celebre Plaza Baquedano (un tempo Plaza Italia), ma soprattutto passando all'interno del Parco Forestale in cui sarà installato pure il villaggio per i fans. Senza dimenticare le criticità già avute con la recente visita di Papa Francesco: evento di ben altro tipo, ma dall'impatto per certi versi simile.
E in tutto questo sembra esserci anche uno scontro fra istituzioni. Nelle trattative è stato coinvolto Claudio Orrego, a capo dell'intendenza dell'area metropolitana di Santiago (di fatto, il governo regionale), ma il sindaco Felipe Alessandri si è sentito scavalcato: "Ho parlato con Agag e gli ho detto che avrebbe dovuto sedersi al tavolo con il sindaco, non con l'intendenza. È davvero un affronto a una zona che è un patrimonio protetto", ha dichiarato al quotidiano El Mercurio. Tema controverso è quindi la scelta della location, la si è voluta nel cuore della capitale. Con le relative controindicazioni. Orrego, comunque, si è difeso: "Sono state rispettate le regole, penso sia più una opposizione all'evento in sé che un timore di veri danni".
Il comitato dei residenti nel Parco Forestale e nel quartiere Lastarria, però, ha addirittura intentato una causa contro l'amministrazione metropolitana. A Triunfo, l'avvocato nominato Felix Aviles ha spiegato: "Ci sono due garanzie costituzionali che sono state violate, il libero transito e la sicurezza dei cittadini. Molte persone hanno visto alterate le proprie vite, i macchinari ad esempio hanno lavorato di notte. Inoltre il luogo scelto per correre è stato dichiarato area storica dal governo del Cile nel 1997".
Su change.org, il popolare portale di petizioni online, c'è una raccolta firme che ha già raccolto quasi 1800 adesioni. Non serviranno senza dubbio a mettere in pericolo la gara, supportata pure dallo Stato, ma possono suonare come un campanello d'allarme: dopo gli stop subiti ad esempio a Bruxelles, Londra, Montreal e San Paolo, per ragioni logistiche o economiche, si capisce come non sempre per la Formula E vada tutto liscio in materia di calendario. La filosofia di fare tappa nelle grandi città è giusta e si sposa perfettamente con l'idea di mobilità elettrica, ma porta con sé anche molte complicazioni che non esistono negli autodromi permanenti. Chissà che con la prossima generazione di vetture, più prestazionali, non si tenti di allentare un po' questo dogma.