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22 Lug [19:03]

Proseguono i test Aston Martin:
la Valkyrie LMH ha girato a Donington

Michele Montesano

Con il primo test di Silverstone della Valkyrie LMH, il programma per il rientro nell’Aston Martin nella classe regina del FIA WEC è ufficialmente entrato nel vivo. Conclusa positivamente la prima sessione, i tecnici della Casa inglese, assieme agli uomini del team Heart of Racing (la struttura che farà correre le vetture britanniche sia nel Mondiale Endurance che in IMSA), hanno proseguito le prove sul tracciato dì Donington.

Procedendo con ordine. Il primo collaudo funzionale della Valkyrie è avvenuto all’inizio del mese di luglio sul circuito di Stowe, sempre a Silverstone. Per l’occasione a guidare il prototipo inglese, spinto esclusivamente da un V12 aspirato da 6.5 litri realizzato da Cosworth, è stato l’ex pilota ufficiale Aston Martin Stefan Mucke con l’obiettivo di verificare il corretto funzionamento di tutti i sistemi.



Il debutto vero e proprio è quindi avvenuto martedì scorso a Silverstone per poi proseguire, il giovedì, a Donington. Al volante della Valkyrie LMH, rigorosamente in livrea mimetica, si sono alternati: l’ufficiale Aston Martin Darren Turner, il pilota del team Heart of Racing Mario Farnbacher e Harry Tincknell, quest’ultimo in veste di collaudatore per conto della Multimatc Motorpsort, azienda partner per la realizzazione del telaio della vettura.

Al termine delle due sessioni la Valkyrie LMH ha percorso circa 500 chilometri senza riscontare particolari problemi. I test proseguiranno quest’estate, seguendo un intenso programma di sviluppo, su diversi circuiti europei. Il lavoro si focalizzerà su un'unica vettura poi, verosimilmente in autunno, un secondo telaio verrà spedito in America per proseguire i test anche in vista del debutto in IMSA.



A tal proposito, in Aston Martin non hanno ancora confermato quale sarà la gara dell’esordio agonistico della Valkyrie. Stando a quanto dichiarato, l’obiettivo è di poter concludere il ciclo di sviluppo e di omologare la vettura entro la fine di quest’autunno. La Valkyrie LMH potrà quindi debuttare già in occasione della 24 Ore di Daytona, valida per il campionato IMSA. Tuttavia è lecito aspettarsi che l’esordio sia posticipato a fine febbraio in occasione della prima gara del WEC in Qatar. Ad oggi l’unica certezza è che vedremo due Valkyrie nel Mondiale Endurance e un solo esemplare in IMSA.

17 Lug [10:23]

Aston Martin: a Silverstone
il debutto della Valkyrie LMH

Michele Montesano

Eppur si muove. Aston Martin ha tenuto fede alla sua tabella di marcia e, come previsto, ha portato al debutto la sua Valkyrie LMH a Silverstone verso metà luglio. Il prototipo inglese, ancora in una versione non definitiva, ha percorso i primi chilometri sul tracciato di casa effettuando un primo shakedown per controllare che tutte le componenti funzionassero a dovere. La scelta di Silverstone non è stata casuale, infatti a pochi passi dal circuito inglese sorge l’AMR Performance Technology Campus che si occupa, tra le altre vetture, anche dello sviluppo della Hypercar inglese.

Rigorosamente in livrea camouflage, per cercare di nascondere le forme e le soluzioni tecniche adottate, sull’Aston Martin erano ben visibili i loghi del team Heart of Racing, la squadra che dal prossimo anno farà correre le Valkyrie LMH sia nel FIA WEC, in classe Hypercar, che in IMSA nella categoria GTP. Basata sulla Valkyrie AMR Pro, vettura destinata esclusivamente all’uso per track-day, la LMH si distingue immediatamente per il vistoso alettone posteriore che segue il regolamento FIA, formato dalle paratie laterali piatte e il profilo principale dell’ala non ondulato.

Per la realizzazione della Hypercar, Aston Martin sta lavorando a stretto contatto con la Multimatic Motorsport, azienda altamente specializzata nello sviluppo dei telai di vetture sportive. Dopo aver effettuato diversi test in pista con la Valkyrie AMR Pro, opportunamente riadattata, ed aver analizzato i dati incrociandoli con quelli ottenuti al simulatore, è arrivato finalmente il giorno dell’esordio in pista della versione LMH. Spinta da un motore V12 aspirato da 6.5 litri, realizzato da Cosworth, l’Hypercar inglese sarà l’unica LMH a non disporre del sistema ibrido.

Aston Martin non ha rilasciato nessun comunicato in merito a questa prima presa di contatto con la pista. Tuttavia, concluso questo shakedown, proseguirà sempre più fitto il programma di sviluppo della Valkyrie in vista del debutto agonistico nel 2025 sia nel Mondiale Endurance che in IMSA. Per ottimizzare il lavoro, la squadra americana Heart of Racing ha recentemente aperto una sede anche nel Regno Unito, proprio al fianco della Aston Martin Performance Technologies.

14 Lug [23:31]

San Paolo – Gara
Vittoria del riscatto per Toyota

Michele Montesano

Toyota torna a dominare la scena del FIA WEC. Dopo la cocente sconfitta della 24 Ore di Le Mans, la squadra giapponese è arrivata sul tracciato di Interlagos desiderosa di riscattarsi. Obiettivo centrato con l’equipaggio formato da Sebastien Buemi, Brendon Hartley e Ryo Hirakawa che hanno letteralmente dominato la 6 Ore di San Paolo. I presupposti per siglare una doppietta c’erano tutti, ma il terzetto composto da Mike Conway, Kamui Kobayashi e Nyck De Vries è stato costretto a cedere il passo, per noie tecniche, alle due Porsche del Penske Motorsport che hanno, così, completato il podio.

La lotta è iniziata fin dallo spegnimento dei semafori quando Hartley è arrivato lungo alla prima staccata transitando nella via di fuga della S do Senna. Nessun danno per la Toyota del neozelandese che si è accodato a Conway, scattato dalla pole. Proprio l’inglese, al rientro dopo l’infortunio in bici che l’ha costretto a saltare la 24 Ore di Le Mans, si è rivelato il pilota più veloce nelle prime battute di gara. Imprendibile, l’alfiere Toyota ha preso il largo prima di dover scontare un drive through per un’infrazione commessa durante un periodo di Full Course Yellow.



Nonostante la penalità, Conway è riuscito a mantenere il comando della gara seguito da Hartley. Le due Toyota sembravano lanciate verso una perentoria doppietta quando, allo scoccare della terza ora, è arrivato il colpo di scena sulla GR010 Hybrid numero 7. Rientrata ai box per il cambio pilota tra Conway e De Vries, i meccanici del team nipponico hanno dovuto sostituire una centralina difettosa sulla vettura perdendo oltre due minuti. Scivolato in fondo al gruppo delle Hypercar, l'olandese ha quindi iniziato una disperata rimonta.

Ereditato il comando, Hartley ha ceduto il volante della Toyota a Hirakawa, al quale è spettato il compito di consolidare la prima posizione. Infine, Buemi ha tagliato il traguardo per primo con un vantaggio di un minuto e otto secondi sulla Porsche di Kevin Estre, André Lotterer e Laurens Vanthoor. Proprio quest’ultimo, nelle prime fasi di gara, è stato tamponato dalla 963 LMDh di Will Stevens. Ad avere la peggio è stata la Porsche ufficiale costretta a una sosta supplementare dopo aver forato l’anteriore destra.



Il team Penske ha cercato di minimizzare i danni adottando una strategia differente. Ciò ha permesso di risalire fino al secondo posto mantenendo, così, saldamente il comando della classifica di campionato. Ancora una volta, Porsche si è dimostrata la LMDh più competitiva in griglia con Matt Campbell, Michael Christensen e Frederic Makowiecki che hanno ottenuto il terzo gradino del podio. Dopo la disavventura accusata a metà gara, la Toyota GR010 Hybrid ha tagliato il traguardo al quarto posto grazie alla rimonta di Kobayashi che, a quattro minuti dalla bandiera a scacchi, ha sorpassato la Ferrari di Alessandro Pier Guidi.

Brasile tutt’altro che facile per gli uomini di Maranello. Dopo il trionfo di Le Mans è arrivata la delusione di San Paolo. Un BoP (Balance of Performance) troppo penalizzante ha estromesso dalla lotta per la vittoria le 499P. Al netto del drive through, per aver commesso un’infrazione durante il regime di Full Course Yellow, il terzetto Pier Guidi, Antonio Giovinazzi e James Calado non è riuscito a stare al passo con i primi. La LMH del Cavallino Rampante è parsa la brutta copia di quella vista sul circuit de la Sarthe, tant’è vero che i vincitori della 24 Ore di Le Mans Antonio Fuoco, Miguel Molina e Nicklas Nielsen non sono andati oltre il sesto posto staccati di un giro dalla Toyota vincitrice.



Pur vincendo la classifica riservata ai team privati, il Team Jota ha molto da recriminare. A partire dal quarto posto sfumato nelle ultime battute dal terzetto Oliver Rasmussen, Philip Hanson e Jenson Button. Con quest’ultimo pizzicato a commettere un’infrazione nel corso dell’ultima Full Course Yellow. Tutt’altra storia per la Porsche numero 12. Dopo il contato con Vanthoor, Stevens ha dovuto scontare uno stop & go di 30”. La rimonta di Norman Nato è poi stata vanificata nelle ultime battute da un errore commesso da Callum Illot, andato a muro distruggendo l’alettone posteriore della Porsche.

Ottavo posto per una rediviva Peugeot 9X8. A discapito del tracciato poco congeniale alla LMH francese, Jean-Eric Vergne, Mikkel Jensen e Nico Müller hanno finalmente mostrato sprazzi di competitività chiudendo davanti la BMW M Hybrid V8 di Raffaele Marciello, Marco Wittmann e Dries Vanthoor. A completare la top 10 l’Alpine A424 LMDh di Mick Schumacher, Nicolas Lapierre e Matthieu Vaxiviere.

Pur ottenendo il secondo posto nella classifica riservata ai team privati, la Ferrari 499P di AF Corse ha avuto un fine settimana tutt’altro che facile. Così come le LMH ufficiali del Cavallino, anche la Hypercar del team piacentino non è apparsa in forma. Inoltre Robert Kubica, Yifei Ye e Robert Shwartzman sono stati anche invischiati in contatti che hanno ulteriormente rallentato la loro gara. Dopo la buona qualifica, la Cadillac V-Series.R è scivolata inesorabilmente a centro classifica chiudendo tredicesima assoluta. Una foratura ha compromesso la gara della Lamborghini, diciassettesima al traguardo, mentre Isotta Fraschini è stata costretta al ritiro per un problema al motore accusato nel corso della quinta ora.



Porsche è tornata a dettare legge in LMGT3. Con l’affermazione nella 6 Ore di San Paolo Alex Malykhin, Joel Sturm e Klaus Bachler (nella foto sopra) hanno ottenuto il secondo successo stagionale allungando, così, in classifica assoluta. Il team Manthey si è ritrovato la strada spianata a due ore dal termine della gara quando la Lamborghini delle Iron Dames è stata costretta alla resa. Rientrata ai box, dalla Huracan è cominciato a fuoriuscire acqua per via della rottura del radiatore, la sfortunata Michelle Gatting non ha potuto far altro che uscire sconsolata dall’abitacolo.

A conquistare il secondo posto, nonostante un drive throug scontato proprio sul finale, è stata l’Aston Martin Vantage GT3 dell’Heart of Racing. Daniel Mancinelli, Alex Riberas e Ian James sono stati protagonisti di una gara solida e priva di sbavature. Intensa, fino all’ultimo, la lotta per il terzo posto. Ad avere la meglio proprio negli ultimi giri, è stata la McLaren di Nicolas Pino, Marino Sato e Joshua Caygill che hanno battuto i compagni di squadra Nicolas Costa, James Cottingham e Gregoire Saucy.

Podio sfiorato per Valentino Rossi, Maxime Martin e Ahmad Al Harthy che si sono dovuti consolare con la top 5 di classe. Buon sesto posto per la Ferrari 296 GT3 griffata AF Corse di Simon Mann, François Heriau e Alessio Rovera, con quest’ultimo autore di una spettacolare rimonta nelle ultime battute. Protagonista in negativo Yasser Shahin che nelle prime fasi di gara ha mandato in testacoda dapprima la Corvette di Tom Van Rompuy e poi la Ferrari di Thomas Flohr.

Domenica 14 luglio 2024, gara

1 - Buemi-Hartley-Hirakawa (Toyota GR010) - Toyota - 236 giri
2 - Estre-Lotterer-L. Vanthoor (Porsche 963) - Penske - 1'08"811
3 - Campbell-Christensen-Makowiecki (Porsche 963) - Penske - 1'15"993
4 - Conway-Kobayashi-de Vries (Toyota GR010) - Toyota - 1'23"571
5 - Pier Guidi-Calado-Giovinazzi (Ferrari 499P) - Ferrari - 1'27"395
6 - Fuoco-Molina-Nielsen (Ferrari 499P) - Ferrari - 1 giro
7 - Button-Hanson-Rasmussen (Porsche 963) - Jota - 1 giro
8 - Jensen-Müller-Vergne (Peugeot 9X8) - Peugeot - 1 giro
9 - Marciello-Wittmann-D.Vanthoor (BMW M Hybrid V8) - WRT - 1 giro
10 - Lapierre-Schumacher-Vaxiviere (Alpine A424) - Alpine - 2 giri
11 - Kubica-Shwartzman-Ye (Ferrari 499P) - AF Corse - 2 giri
12 - Chatin-Habsburg-Milesi (Alpine A424) - Alpine - 2 giri
13 - Bamber-Lynn (Cadillac V-LMDh) - Cadillac - 2 giri
14 - Frijns-Rast-S. Van Der Linde (BMW M Hybrid V8) - WRT - 2 giri
15 - Jani-Andlauer (Porsche 963) - Proton - 2 giri
16 - Di Resta-Duval-Vandoorne (Peugeot 9X8) - Peugeot - 2 giri
17 - Bortolotti-Mortara-Kvyat (Lamborghini SC63) - Lamborghini - 2 giri
18 - Stevens-Ilott-Nato (Porsche 963) - Jota - 3 giri
19 - Malykhin-Sturm-Bachler (Porsche 911 GT3 R) - Manthey - 22 giri
20 - James-Mancinelli-Riberas (Aston Martin Vantage) - Heart - 23 giri
21 - Caygill-Pino-Sato (McLaren 720S) - United AS - 23 giri
22 - Cottingham-Costa-Saucy (McLaren 720S) - United AS - 24 giri
23 - Al Harthy-Rossi-Martin (BMW M4) - WRT - 24 giri
24 - Heriau-Mann-Rovera (Ferrari 296) - AF Corse - 24 giri
25 - Hardwick-Robichon-Barker (Ford Mustang) - Proton - 24 giri
26 - Van Rompuy-Andrade-Eastwood (Corvette Z06) - TF Sport - 24 giri
27 - Mateu-Bastard-Sorensen (Aston Martin Vantage) - D'Station - 24 giri
28 - Leung-Gelael-Farfus (BMW M4) - WRT - 25 giri
29 - Kimura-Masson-Lopez (Lexus RC F) - Akkodis ASP - 25 giri
30 - Shahin-Schuring-Lietz (Porsche 911 GT3 R) - Manthey - 27 giri
31 - Ried-Pedersen-Olsen (Ford Mustang) - Proton - 28 giri
32 - Schiavoni-Cressoni-Perera (Lamborghini Huracan) - Iron Lynx - 28 giri
33 - Flohr-Castellacci-Rigon (Ferrari 296) - AF Corse - 45 giri

Giro più veloce: Mike Conway 1'24"801

Ritirati
Serravalle-Bennett-Vernay (Isotta Fraschini Tipo6) - Isotta Fraschini
Bovy-Frey-Gatting (Lamborghini Huracan) - Iron Dames
Koizumi-Baud-Juncadella (Corvette Z06) - TF Sport

Il campionato piloti Hypercar
1.Estre-Lotterer-L. Vanthoor 117 punti; 2.Fuoco-Molina-Nielsen 98; 3.Conway-Kobayashi-de Vries 95; 4.Campbell-Christensen-Makowiecki 71; 5.Buemi-Hartley-Hirakawa 69.

Il campionato piloti LMGT3
1.Malykhin-Sturm-Bachler 100 punti; 2.Shahin-Schuring-Lietz 75; 3.Leung-Gelael-Farfus 74; 4.James-Mancinelli-Riberas 55; 5.Heriau-Mann-Rovera 49.

13 Lug [21:22]

San Paolo – Qualifica
Kobayashi-Buemi: prima fila Toyota

Michele Montesano

Esattamente dopo dieci anni, il FIA WEC è tornato in Brasile. Ancora una volta il Mondiale Endurance ha fatto visita al tracciato di Interlagos per affrontare la 6 Ore di San Paolo. La qualifica ha visto un clima tutt’altro che mite, infatti in Brasile siamo in pieno inverno. Con una temperatura atmosferica di 15 gradi, ancora una volta è risultato determinate la capacità di scaldare il prima possibile gli pneumatici. A emergere è stata così la Toyota che, dopo la sconfitta della 24 Ore di Le Mans, si è riscattata monopolizzando la prima fila al termine della Hyperpole.

Kamui Kobayashi ha quasi subito stabilito il riferimento in 1’23”140 mettendo, di fatto, in cassaforte la pole. Solamente Sebastien Buemi, proprio sul calare della bandiera a scacchi, si è riuscito ad avvicinare fermandosi a poco più di un decimo dal suo compagno di squadra. A scattare dalla seconda fila sarà la Porsche 963 LMDh di Matt Campbell, autore di un innocuo fuoripista nell’ultima sessione, e la Cadillac V-Series R portata in pista da Alex Lynn.

Kevin Estre, quinto con la Porsche del Penske Motorsport, è riuscito a tenersi alle spalle il vincitore della 24 Ore di Le Mans Antonio Fuoco. Il ferrarista ha preceduto le due Porsche Jota di Callum Illot e Jenson Button. A chiudere l’Hyperpole Alessandro Pier Guidi, nono al volante della Ferrari 499P, e la BMW M Hybrid V8 di Robin Frijns.

Per la prima volta chiamato ad affrontare le qualifiche del WEC, Mick Schumacher non è riuscito a passare la tagliola della prima sessione. Il tedesco dell’Alpine ha, però, chiuso davanti Julien Andlauer, al volante della Porsche del Proton Competition, e al suo compagno di squadra Charles Milesi. Contrariamente alle aspettative, Robert Shwartzman non è riuscito ad accedere alla Hyperpole. Il pilota di AF Corse scatterà dalla quindicesima piazzola alle spalle della BMW di Dries Vanthoor. Deludono, ancora una volta, le Peugeot con Paul di Resta e Jean-Eric Vergne rispettivamente sedicesimo e diciassettesimo davanti la Lamborghini di Danill Kvyat e la Isotta Fraschini di Jean-Karl Vernay.



Il miglior crono di classe LMGT3 porta ancora una volta la firma di Sarah Bovy. Con un tempo di 1’34”413, la Iron Dames ha così ottenuto la seconda pole stagionale battendo Alex Malykhin. Il duello tra la belga della Lamborghini e il portacolori del Porsche Manthey è stato serrato fino all’ultimo. Con un guizzo finale Bovy ha staccato un tempo inarrivabile tanto che Malykhin si è dovuto accontentare del secondo posto a quasi quattro decimi dalla vetta.

Seconda fila tutta marchiata McLaren United Autosports con Josh Caygill che è riuscito ad avere la meglio su James Cottingham. A un secondo dalla pole, Yasser Shahin ha siglato il quinto crono avendo la meglio su Darren Leung, al volante della BMW M4 GT3 del team WRT, e la Ferrari 296 GT3 griffata AF Corse di François Heiriau.

Alle spalle del francese troviamo Tom Van Rompuy, sulla Corvette di TF Sport, e l’Aston Martin di Ian James. Nonostante sia riuscito ad accedere alla Hyperpole, Thomas Flohr è stato subito costretto alla resa. Tradito dalle gomme fredde, lo svizzero è andato in testacoda causando l’unica bandiera rossa delle qualifiche. Pur riuscendo a far ripartire la Ferrari, come da regolamento Flohr è stato costretto a terminare anzitempo la sessione per aver causato l’interruzione.

Sabato 13 luglio 2024, qualifica

1 - Conway-Kobayashi-de Vries (Toyota GR010) - Toyota - 1'23"140
2 - Buemi-Hartley-Hirakawa (Toyota GR010) - Toyota - 1'23"262
3 - Campbell-Christensen-Makowiecki (Porsche 963) - Penske - 1'23"331
4 - Bamber-Lynn (Cadillac V-LMDh) - Cadillac - 1'23"396
5 - Estre-Lotterer-L. Vanthoor (Porsche 963) - Penske - 1'23"408
6 - Fuoco-Molina-Nielsen (Ferrari 499P) - Ferrari - 1'23"532
7 - Stevens-Ilott-Nato (Porsche 963) - Jota - 1'23"639
8 - Button-Hanson-Rasmussen (Porsche 963) - Jota - 1'23"701
9 - Pier Guidi-Calado-Giovinazzi (Ferrari 499P) - Ferrari - 1'23"910
10 - Frijns-Rast-S. Van Der Linde (BMW M Hybrid V8) - WRT - 1'24"072
11 - Lapierre-Schumacher-Vaxiviere (Alpine A424) - Alpine - 1'23"927
12 - Jani-Andlauer (Porsche 963) - Proton - 1'23"955
13 - Chatin-Habsburg-Milesi (Alpine A424) - Alpine - 1'23"962
14 - Marciello-Wittmann-D.Vanthoor (BMW M Hybrid V8) - WRT - 1'24"065
15 - Kubica-Shwartzman-Ye (Ferrari 499P) - AF Corse - 1'24"066
16 - Di Resta-Duval-Vandoorne (Peugeot 9X8) - Peugeot - 1'24"406
17 - Jensen-Müller-Vergne (Peugeot 9X8) - Peugeot - 1'24"445
18 - Bortolotti-Mortara-Kvyat (Lamborghini SC63) - Lamborghini - 1'24"554
19 - Serravalle-Bennett-Vernay (Isotta Fraschini Tipo6) - Isotta F. - 1'24"863
20 - Bovy-Frey-Gatting (Lamborghini Huracan) - Iron Dames - 1'34"413
21 - Malykhin-Sturm-Bachler (Porsche 911 GT3 R) - Manthey - 1'34"804
22 - Caygill-Pino-Sato (McLaren 720S) - United AS - 1'34"860
23 - Cottingham-Costa-Saucy (McLaren 720S) - United AS - 1'34"911
24 - Shahin-Schuring-Lietz (Porsche 911 GT3 R) - Manthey - 1'35"471
25 - Leung-Gelael-Farfus (BMW M4) - WRT - 1'35"562
26 - Heriau-Mann-Rovera (Ferrari 296) - AF Corse -1'35"656
27 - Van Rompuy-Andrade-Eastwood (Corvette Z06) - TF Sport - 1'35"931
28 - James-Mancinelli-Riberas (Aston Martin Vantage) - Heart - 1'36"211
29 - Flohr-Castellacci-Rigon (Ferrari 296) - AF Corse - Senza crono
30 - Hardwick-Robichon-Barker (Ford Mustang) - Proton - 1'36"085
31 - Al Harthy-Rossi-Martin (BMW M4) - WRT - 1'36"163
32 - Koizumi-Baud-Juncadella (Corvette Z06) - TF Sport - 1'36"169
33 - Mateu-Bastard-Sorensen (Aston Martin Vantage) - D'Station - 1'36"415
34 - Kimura-Masson-Lopez (Lexus RC F) - Akkodis ASP - 1'36"817
35 - Schiavoni-Cressoni-Perera (Lamborghini Huracan) - Iron Lynx - 1'37"944
36 - Ried-Pedersen-Olsen (Ford Mustang) - Proton - 1'38"004

11 Lug [19:48]

A Interlagos arrivano i primi
aggiornamenti sulla Ferrari 499P

Michele Montesano - XPB Images

Vettura che vince non si cambia, si evolve. Reduce dal trionfo della 24 Ore di Le Mans, la Ferrari porterà nel prossimo appuntamento del FIA WEC una 499P LMH aggiornata. In occasione della 6 Ore di Interlagos, gli uomini di Maranello spenderanno il primo gettone di sviluppo, dei cinque previsti nell’arco del ciclo di omologazione dell’Hypercar, per dare l’assalto alla conquista del Mondiale Endurance.

Se a inizio stagione Antonello Coletta, responsabile Ferrari Endurance e Corse Clienti, aveva annunciato che le prime novità sulla 499P sarebbero arrivare solamente dal prossimo anno, l’attuale situazione in campionato ha convinto i vertici a pigiare sull’acceleratore. Seconda in classifica costruttori, la Ferrari è in lotta anche per il titolo piloti dopo il successo conquistato a Le Mans da Antonio Fuoco, Miguel Molina e Nicklas Nielsen.

Nonostante le ottime prestazione in pista, e a un anno e mezzo dal suo debutto agonistico, sulle 499P si erano registrati alcuni problemi riguardo il corretto raffreddamento dell’impianto frenante. Si è quindi deciso di intervenire introducendo un nuovo disegno dei condotti per incrementare la portata d’aria e, di conseguenza, migliorare l’efficacia soprattutto nelle piste che sottopongono a un maggior affaticamento i freni.

Inoltre è stato rivista anche l’aerodinamica della parte inferiore della vettura, con modifiche che rientrano nella “performance window”. In particolare, sotto i fari della 499P, è ora visibile una nuova appendice aerodinamica “flick” per gestire i flussi che investono il frontale della Hypercar. Il pacchetto prevede anche ulteriori flap e un nuovo fondo piatto studiato per riequilibrare l’aerodinamica complessiva della vettura.

Queste modifiche hanno lo scopo di migliorare la versatilità della 499P a prescindere dalla conformazione dei circuiti. Infatti, già in fase di progettazione delle Hypercar, si deve tener conto delle possibili riduzioni di potenza o aggravio di zavorra, per questo è indispensabile avere una vettura il più possibile bilanciata sia a livello meccanico che aerodinamico al fine di sfruttare al meglio gli pneumatici senza usurarli eccessivamente.

Tale “Evo Joker” non ha modificato la mappa aerodinamica della 499P che è rimasta nella stessa “finestra di prestazione” omologata fino alla 24 Ore di Le Mans. Dopo aver provato le nuove soluzioni in galleria del vento, queste verranno implementate in Brasile sia sulle due Ferrari ufficiali che sulla LMH del Cavallino Rampante schierata da AF Corse.

14 Giu [19:44]

Aston Martin conferma due
Valkyrie LMH per la prossima stagione

Michele Montesano

Aston Martin tornerà a lottare per la vittoria assoluta nel FIA WEC. La Casa inglese, con il supporto del team Heart of Racing, ha confermato che prenderà parte al Mondiale Endurance 2025 con due Valkyrie AMR LMH. L’obiettivo è quello di tornare al successo nella 24 Ore di Le Mans, una vittoria che manca addirittura dal 1959. Il programma originale prevedeva l’impegno di una sola vettura ma, a seguito dei nuovi regolamenti che entreranno in vigore nel WEC il prossimo anno, il costruttore inglese schiererà due auto.

In Aston Martin hanno deciso di realizzare la Hypercar sfruttando la base della Valkyrie AMR Pro, una supercar realizzata appositamente per l’uso in pista. I tecnici della Casa inglese, affiancati dagli ingegneri della Multimatic Motorsport, hanno lavorato per ottimizzare il telaio in carbonio. Mentre il motore V12 aspirato da 6,5 litri realizzato dalla Cosworth, che nella versione originale è in grado di sprigionare fino a 1000 CV, è stato rivisto per l’uso da gara incrementandone affidabilità e prestazioni. Inoltre la Hypercar inglese sarà l’unica LMH che non disporrà del sistema ibrido.

Lo sviluppo della Valkyrie LMH è già ad uno stadio avanzato. Dopo il primo test effettuato presso il circuito di Silverstone, adiacente alla fabbrica Aston Martin, la Hypercar è stato poi provata anche sul tracciato portoghese di Portimão. Inoltre Heart of Racing, per velocizzare il lavoro, ha recentemente aperto una sede anche nel Regno Unito al fianco di Aston Martin Performance Technologies, reparto che si occupa della progettazione e realizzazione delle auto da corsa del marchio inglese tra cui proprio la Valkyrie.

Congiuntamente alla partecipazione nel Mondiale Endurance, il prossimo anno Aston Martin sarà ai nastri di partenza anche della serie IMSA. Iscritta nella classe GTP, la Valkyrie sarà quindi la prima LMH a prendere parte al campionato americano. In questo caso ci sarà solamente una vettura che sarà gestita sempre dal team Heart of Racing, struttura attualmente impegnata nel WEC e in IMSA con la Vantage GT3.


14 Giu [13:16]

Nel 2025 la griglia sarà di 40 auto
Due Hypercar per ogni costruttore

Da Le Mans - Michele Montesano

Anche se a Le Mans i motori nella giornata del venerdì sono spenti, si è continuato a parlare del futuro del Mondiale Endurance. Dopo aver svelato il calendario della prossima stagione, l’ACO ha reso noto che, sempre a partire dal prossimo anno, il FIA WEC sarà animato da 40 vetture divise tra Hypercar e LMGT3. Tale tetto massimo varierà, come sempre, in occasione della 24 Ore di Le Mans dove torneranno le LMP2.

Sebbene non sia stato confermato, pare che gli slot a disposizione per le Hypercar, sia esse LMH che LMDh, siano 22. Con la particolarità che le squadre ufficiali, delle Case impegnate nel WEC, avranno l’obbligo di schierare due vetture. Tale scelta, a detta dell’ACO, servirà a mantenere un maggior equilibrio tra i costruttori. Diversamente le altre vetture, portate in pista da squadre private, non dovranno sottostare a tale regolamento e verranno iscritte al FIA World Cup for Hypercar Teams.

Durante la conferenza stampa, l’ACO ha inoltre confermato di aver esteso il ciclo di omologazione delle Hypercar fino alla fine del 2029. L’enorme successo riscontrato dalla categoria, ha spinto i vertici del Mondiale Endurance a mantenere una stabilità regolamentare. Inoltre ai costruttori sono stati concessi ulteriori due gettoni di sviluppo, da poter utilizzare esclusivamente tra il 2018 e 2019, che vanno così a sommarsi ai cinque jolly già previsti nei primi cinque anni di omologazione delle vetture.

Infine è stata ulteriormente estesa la ‘vita sportiva’ alle attuali LMP2. La classe cadetta dei prototipi continuerà ad animare la 24 Ore di Le Mans, oltre alla European Le Mans Series, l’Asian Le Mans Series e l’IMSA, in quest’ultimo caso per ora fino al 2025. Le nuove LMP2 faranno il loro debutto a partire dal 2028 ma, ad oggi, non si conoscono ancora le loro caratteristiche tecniche.

14 Giu [12:30]

Svelato il calendario 2025: 8 gare
accordo quadriennale per Imola

Da Le Mans - Michele Montesano

Alla vigilia della 92ª edizione della 24 Ore di Le Mans, FIA e ACO hanno presentato il calendario della stagione 2025 del FIA WEC. Come si ventilava da tempo, si è deciso di mantenere una stabilità confermando, anche per il prossimo anno, gli otto eventi che comporranno il Mondiale Endurance. Dopo l’ottimo riscontro ottenuto quest’anno, la tappa italiana resterà a Imola. L’Autodromo Enzo e Dino Ferrari ha, inoltre, esteso l’accordo per altri quattro anni.

Durante la conferenza stampa Pierre Fillon, presidente dell’ACO, ha sottolineato che per mantenere invariati i costi si è preferito confermare un calendario composto da otto eventi. Esattamente come quest’anno, a inaugurare la stagione 2025 del WEC sarà il Qatar. Il circuito di Lusail ospiterà dapprima il Prologo, in scena il 21 e 22 febbraio, e poi la 1812 km del Qatar (numero evocativo per celebrare la festa nazionale del paese) nel weekend successivo.

La stagione europea inizierà nuovamente con la 6 Ore di Imola del 20 aprile. L’Autodromo intitolato a Enzo e Dino Ferrari sarà interessato da lavori per ampliare la pitlane, per arrivare ad avere 40 box, visto che l’anno prossimo aumenteranno le vetture che andranno ad animare il Mondiale Endurance.

Il WEC proseguirà poi con la 6 Ore del Belgio, il 10 maggio, che sarà concomitante con la gara di Laguna Seca dell’IMSA. L’appuntamento clou sarà il 14 e 15 giugno per la 24 Ore di Le Mans. La maratona francese andrà in conflitto con la Formula 1 che, nello stesso fine settimana, sarà a Montreal per il GP del Canada.

Dopo la pausa di un mese, il Mondiale Endurance sbarcherà in America dapprima con la 6 Ore di Interlagos, in scena il 13 luglio, e poi con la Lone Star Le Mans sul tracciato di Austin il 7 settembre. Infine per l’ultimo scrocio di stagione ci sarà la 6 Ore del Fuji, il 28 settembre, e la 8 Ore del Bahrain. Come da tradizione, l’8 novembre, sarà il circuito del Sakhir a chiudere la stagione 2025 del FIA WEC.

Il calendario del FIA WEC 2025

21-22 febbraio - Prologo Qatar
28 febbraio - 1812 km del Qatar
20 aprile - 6 Ore di Imola
10 maggio - 6 Ore di Spa-Francorchamps
14-165 giugno - 24 Ore di Le Mans
13 luglio - 6 Ore di San Paolo
7 settembre - Lone Star Le Mans - Austin
28 settembre - 6 Ore del Fuji
8 novembre - 8 Ore del Bahrain

11 Mag [21:32]

Spa – Gara
Jota nella storia con Illot e Stevens

Da Spa - Michele Montesano

La 6 Ore di Spa-Francorchamps ha saputo regalare, ancora una volta, una gara combattuta e ricca di colpi di scena. Anche se la pioggia è stata la grande assente, sulle Ardenne lo spettacolo non è di certo mancato in pista. Tra Full Course Yellow, safety car e persino una bandiera rossa, Porsche è riuscita a siglare una perentoria doppietta in Belgio. Ma questa volta, a differenza della 1812 km del Qatar, a tagliare per prima il traguardo è stata la 963 LMDh del team Jota seguita dalla vettura gemella della squadra ufficiale Porsche Penske. L’impresa del team inglese, primo privato a conquistare un successo assoluto nell’era delle Hypercar, porta la firma della coppia Will Stevens e Callum Illot (vista l’assenza di Norman Nato impegnato in Formula E a Berlino).

Ma la protagonista dell’avvio della 6 Ore di Spa-Francorchamps è stata la Porsche del Proton Competition. Julien Andlauer, partito terzo, ha sorpassato di potenza la Cadillac di Alex Lynn già al sesto giro. Dopo aver subito il sorpasso, quest’ultimo ha poi alzato il piede per preservare le gomme. Indemoniato, Andlauer ha messo nel mirino il poleman Frederic Makowiecki. Complice il doppiaggio della Lexus di Takeshi Kimura, l’ufficiale Porsche ha perso secondi preziosi venendo infilato senza pietà da Andlauer alla Bus Stop.



Scattate da centro gruppo, le Ferrari si sono fatte largo a suon di sorpassi. Antonio Giovinazzi si è portato al terzo posto seguito dalla 499P griffata AF Corse di Robert Kubica. La gara, già neutralizzata con un paio di Full Course Yellow per la presenza di detriti in pista, ha subito il primo vero colpo di scena a metà della seconda ora. Phil Hanson è arrivato al contatto con la BMW di René Rast nella staccata della curva Bruxelles, il pilota del team Jota ha poi perso il controllo della Porsche centrando l’incolpevole Ahmad Al Harthy. La safety car si è resa indispensabile per spostare le vetture e mettere in sicurezza la pista.

Sul finire della terza ora Michael Christensen è stato protagonista di un errore clamoroso. Il pilota Porsche ha perso il controllo della sua 963 LMDh sbattendo contro il muro all’uscita della curva Blanchimont. Immediato il ritiro così come l’ennesima Full Course Yellow. Al restart James Calado, secondo, ha quindi approfittato di una fase di doppiaggio per scalzare Neel Jani e conquistare il comando delle gara prima di cedere il volante della Ferrari 499P ad Alessandro Pier Guidi. Ugualmente Antonio Fuoco, dopo aver preso il posto dell’ottimo Miguel Molina, ha iniziato una furiosa rimonta culminata con il sorpasso su Jani mettendosi alle spalle del compagno di squadra Pier Guidi.



A poco mendo di due ore al termine della gara, un incidente ha interrotto bruscamente le ostilità. Earl Bamber, all’inseguimento di Jani, ha provato una manovra di sorpasso infilandosi tra la Porsche e la BMW M4 GT3 di Sean Gelael sul rettifilo del Kemmel. Ma non è andata a buon fine e lo scontro tra la Cadillac V-Series.R e la GT bavarese è stato inevitabile. Nell’impatto la LMDh ha sbattuto violentemente prima contro la barriera destra, rischiando quasi di capottare, per poi attraversare la pista e impattare contro il guardrail di sinistra. Immediata l’esposizione della bandiera rossa con i piloti che sono usciti indenni dall’abitacolo.

Tuttavia i danni alle barriere si sono rivelati subito ingenti. Il cronometro è continuato a scorrere e, nonostante il lavoro febbrile in pista, le 6 ore stavano volgendo al termine. La direzione ha quindi deciso di estendere la gara di un’ulteriore ora e quarantaquattro minuti. La 6 Ore di Spa è inizialmente ripresa dietro la safety car. Diverse squadre sono state subito costrette ad effettuare la sosta ai box ad eccezione delle Porsche di Jota e Penske. Infatti, Illot aveva rifornito poco prima della bandiera rossa. L’inglese, tallonato da Kevin Estre, si è quindi ritrovato al comando della gara. È toccato poi ai meccanici del team Jota completare il lavoro consentendo al suo pilota di tagliare per primo il traguardo. Secondo posto per il terzetto composto da Estre, André Lotterer e Laurens Vanthoor che hanno chiuso con un distacco di oltre dodici secondi dai vincitori.



A completare il podio, la Ferrari 499P di un volitivo Fuoco che, in coppia con Molina e Nicklas Nielsen, ha provato a ricucire il distacco sulle Porsche fino alla fine. Sia la rossa numero 50 che quella di Pier Guidi, Calado e Giovinazzi, si sono rese protagoniste di un intenso duello con le due Toyota. Alla fine, i vincitori della 24 Ore di Le Mans 2023 sono riusciti a chiudere quarti davanti la GR010 Hybird di Brendon Hartley, Ryo Hirakawa e Sebastien Buemi, quest’ultimo costretto a un drive through per un overboost nelle prime fasi di gara. La gemella di Mike Conway, Kamui Kobayashi e Nyck de Vries ha invece preceduto la Ferrari 499P di AF Corse.

A chiudere la zona punti l’Alpine di Charles Milesi, Jules Gounon e Paul-Loup Chatin. La A424 LMDh si è rivelata finalmente competitiva sui saliscendi delle Ardenne precedendo la Peugeot 9X8 di Mikkel Jensen e Nico Müller. Quindicesima assoluta la Isotta Fraschini Tipo 6 LMH in netta crescita, mentre la Lamborghini è stata costretta al prematuro ritiro per un problema alla sospensione posteriore destra.



Doppietta Porsche anche in LMGT3 che ha vissuto un finale thrilling. A vincere è stata la 911 del Manthey di Yasser Shain, Morris Schuring e Richard Lietz davanti i compagni di squadra Alex Malykhin, Joel Sturm e Klaus Bachler. Peccato per il team Lamborghini Iron Lynx che fino all’ultimo ha accarezzato il sogno di conquistare il primo successo nel WEC con Claudio Schiavoni, Matteo Cressoni e Franck Perera. Proprio quest’ultimo è stato protagonista di una rimonta finale culminata con la conquista del primo posto. Tuttavia uno splash and go all’ultimo giro gli è costata la vittoria terminando la 6 Ore di Spa sul gradino più basso del podio.

Quarto posto che va’ decisamente stretto per le Iron Dames. Dopo aver siglato la pole, Sarah Bovy, Rahel Frey e Michelle Gatting hanno dominato gran parte della gara. Nelle battute finali, dapprima un pit stop lento, e poi una tamponata da parte di Kobayashi alla staccata de La Source hanno rallentato la corsa delle ragazze che hanno chiuso al quarto posto. Top 5 per James Cottingham, Nicolas Costa e Gregoire Saucy, l’equipaggio McLaren United Autosports ha avuto la meglio sulla Ferrari 296 GT3 del trio Davide Rigon, Francesco Castellacci e Thomas Flohr.

Sabato 11 maggio 2024, gara

1 - Stevens-Ilott (Porsche 963) - Jota - 141 giri
2 - Estre-Lotterer-L. Vanthoor (Porsche 963) - Penske - 12"363
3 - Fuoco-Molina-Nielsen (Ferrari 499P) - Ferrari - 1'14"020
4 - Pier Guidi-Calado-Giovinazzi (Ferrari 499P) - Ferrari - 1'17"710
5 - Jani-Andlauer (Porsche 963) - Proton - 1'26"326
6 - Buemi-Hartley-Hirakawa (Toyota GR010) - Toyota - 1'34"955
7 - Conway-Kobayashi-de Vries (Toyota GR010) - Toyota - 1'38"331
8 - Kubica-Shwartzman-Ye (Ferrari 499P) - AF Corse - 1'49"162
9 - Chatin-Gounon-Milesi (Alpine A424) - Alpine - 2'07"089
10 - Jensen-Müller (Peugeot 9X8) - Peugeot - 1 giro
11 - Marciello-Wittmann-D.Vanthoor (BMW M Hybrid V8) - WRT - 1 giro
12 - Lapierre-Schumacher-Vaxiviere (Alpine A424) - Alpine - 1 giro
13 - Frijns-Rast-S. Van Der Linde (BMW M Hybrid V8) - WRT - 1 giro
14 - Di Resta-Duval (Peugeot 9X8) - Peugeot - 2 giri
15 - Serravalle-Bennett-Vernay (Isotta Fraschini Tipo6) - Isotta F. - 3 giri
16 - Shahin-Schuring-Lietz (Porsche 911 GT3 R) - Manthey - 11 giri
17 - Malykhin-Sturm-Bachler (Porsche 911 GT3 R) - Manthey - 11 giri
18 - Schiavoni-Cressoni-Perera (Lamborghini Huracan) - Iron Lynx - 11 giri
19 - Bovy-Frey-Gatting (Lamborghini Huracan) - Iron Dames - 11 giri
20 - Cottingham-Costa-Saucy (McLaren 720S) - United AS - 11 giri
21 - Flohr-Castellacci-Rigon (Ferrari 296) - AF Corse - 11 giri
22 - Mateu-Bastard-Sorensen (Aston Martin Vantage) - D'Station - 11 giri
23 - Roda-Pedersen-Olsen (Ford Mustang) - Proton - 11 giri
24 - Hardwick-Robichon-Barker (Ford Mustang) - Proton - 11 giri
25 - Robin-Schmid-Miyata (Lexus RC F) - Akkodis ASP - 12 giri
26 - James-Mancinelli-Riberas (Aston Martin Vantage) - Heart - 12 giri
27 - Koizumi-Baud-Juncadella (Corvette Z06) - TF Sport - 12 giri
28 - Heriau-Mann-Rovera (Ferrari 296) - AF Corse - 12 giri
29 - Kimura-Masson-Lopez (Lexus RC F) - Akkodis ASP - 13 giri

Giro più veloce: Julien Andlauer 2'20"459

Ritirati
Bamber-Lynn (Cadillac V-LMDh) - Cadillac
Leung-Gelael-Farfus (BMW M4) - WRT
Campbell-Christensen-Makowiecki (Porsche 963) - Penske
Caygill-Pino-Sato (McLaren 720S) - United AS
Bortolotti-Caldarelli-Kvyat (Lamborghini SC63) - Lamborghini
Van Rompuy-Andrade-Eastwood (Corvette Z06) - TF Sport
Button-Hanson-Rasmussen (Porsche 963) - Jota
Al Harthy-Rossi-Martin (BMW M4) - WRT

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